Un’impresa su quattro è rosa

Secondo un’analisi Unioncamere le aziende guidate da una donna hanno raggiunto in Italia quota 1,2 milioni, grazie a una crescita in quasi tutti i settori

Sono oltre 1,2 milioni, più diffuse al Centro-Sud, operano preferibilmente nel commercio, nell’agricoltura e nei servizi alle persone. Questi i numeri delle imprese italiane guidate da un imprenditore donna, che oggi, secondo l’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile 2007 (indagine semestrale realizzata da Unioncamere), rappresentano il 24,2% del totale delle aziende attive nel nostro Paese. I dati della ricerca segnalano un momento positivo: nel 2007 le imprese in rosa sono cresciute numericamente dello 0,67% rispetto al 2006, e, soprattutto, la presenza femminile tende ad aumentare nella maggior parte dei settori, e non solo nelle attività più tradizionalmente esercitate dalle donne (commercio, cura della persona e istruzione ), ma anche e in modo crescente nei servizi. In particolare, nell’arco dell’intero 2007, l’incremento è stato consistente nei servizi alle imprese (intermediazione immobiliare, informatica, ricerca, +4,5% ), nella ristorazione e accoglienza (+1,9%), senza trascurare rami più ‘maschili’ come le costruzioni (+7,5%) o i trasporti (+1,8%). In flessione, invece, la quota di imprese rosa nell’agricoltura (-2,3%), anche se il numero rimane notevole (quasi 260mila unità).

Espansione più forte al Centro
Da un punto di vista geografico, l’area a più alta concentrazione di imprenditrici donne si conferma il Mezzogiorno (457.189 imprese, il 26,6% del totale delle aziende attive nell’area), seguita dal Centro dove le imprese femminili sono il 25,2% del totale. In termini assoluti, invece, è il Nord-Ovest (con 307.423 società) ad occupare la seconda posizione dopo il Sud. Rispetto al 2006, tuttavia, il Mezzogiorno appare l’area meno dinamica del Paese (solo +0,17%), mentre è il Centro (+1,8%) ad esprimere con maggior forza l’espansione delle imprese femminili nel tessuto imprenditoriale nazionale. Lazio (+2,83%), Marche (+2,01%) ed Emilia-Romagna (+1,28%), sono le regioni che osservano l’incremento più significativo. Al contrario Molise (-1,8%), Friuli Venezia Giulia (-1,15%) e Calabria (-0,91%), sono quelle che registrano le flessioni più marcate, in buona parte a causa dal calo complessivo delle attività nell’agricoltura, particolarmente numerose in queste regioni. Tra le province, in termini assoluti le capitali dell’imprenditoria al femminile sono Milano (69.192 imprese), Roma (61.584), Napoli (59.725), Torino (47.809) e Bari (30.530). Rispetto al 2006, le province più virtuose sono state Enna (+8,5%), Roma (+4,5%), Prato (+4,2%), Parma (+2,8%) e Pesaro-Urbino (+2,7%). Da notare che le 2.801 imprese in più di Roma hanno determinato il 34% di tutto il saldo annuale nazionale. Passi indietro invece per Reggio Calabria (-4%), Viterbo (-3%), Pordenone (-2,4%), Agrigento e Campobasso (entrambe con -2%).

L’andamento nei diversi settori
Il settore delle Costruzioni è il comparto che registra il tasso di crescita maggiore per l’imprenditoria rosa: ben il 7,5% in più rispetto al 2006, quando il tasso di incremento fu lievemente superiore (+8%). Buono lo sviluppo anche in altri settori non particolarmente aperti alla presenza femminile come le attività immobiliari, informatica e ricerca (+4,5%), l’intermediazione monetaria e finanziaria (+3%), i trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (+1,8%) e la pesca (+7,2%). Sensibile anche il progresso rispetto allo scorso anno nei settori storici dell’imprenditoria femminile: la sanità ed altri servizi sociali crescono del 5,2%, l’istruzione (+2,9%), gli alberghi e ristoranti (+1,9%). Sostanzialmente fermo il commercio (+0,1%) e in riduzione le attività manifatturiere (-0,5%).

Le imprenditrici immigrate: +9,2% a fine anno
Un importante contributo al buon 2007 dell’imprenditoria femminile arriva dalle lavoratrici immigrate: nel 2007 infatti, ci sono state ben 3.647 imprese in più con a capo una donna nata in uno Stato estero, dato che porta a 43mila unità lo stock di imprese femminili individuali guidate da donne immigrate, il 9,2% in più del 2006. Le cinesi si confermano di gran lunga le più numerose (sono oltre 11mila, in crescita del 16,4% rispetto a un anno fa), seguite – escludendo la Svizzera – dalle colleghe marocchine (3.451 unità, +14,6% rispetto al 2006). Tra le comunità emergenti, si segnala il forte incremento percentuale delle imprenditrici albanesi (+26,6%) e delle Ucraine (+24,1%).


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