La società si prepara a lanciare la sua Wireless Mesh Architecture, che semplifica il deployment di reti wireless, ampliandone nel contempo la portata.
20 aprile 2004 I progetti pilota sono stati condotti nel corso
dell’ultimo anno da Nortel in collaborazione con il
Massachusetts Institute of Technology, mentre il lancio
ufficiale è previsto per il mese di giugno.
Nortel sta lavorando allo
sviluppo di una infrastruttura di rete wireless definita self-healing e
self-adaptive. Ciò significa che integra una serie di algoritmi di autodiagnosi
che semplificano il deployment e riducono le cadute di servizio, ottimizzando le
connessioni radio e minimizzando le interferenze.
In questa nuova
infrastruttura, denominata Wireless Mesh
Architecture, viene creato un Community Access Network
(Can), ovvero un cluster di access point wireless, che espande
l’hotspot WLan.
Il tipo di architettura sviluppato consente l’installazione
in qualsiasi location ove sia disponibile alimentazione elettrica, aumentando di
conseguenza la copertura della rete wireless. E, soprattutto, elimina la
necessità di un dettagliato lavoro di misurazione delle frequenze radio, a
garanzia che nessun access point interferisca con un altro.
Per altro, con
questo tipo di architettura, laddove un access point sia fuori servizio, la rete
è in grado di aumentare in modo dinamico la potenza degli access point adiacenti
così da garantire la copertura su tutta l’area.
Questo è possibile
utilizzando un’altra frequenza radio che consente la comunicazione tra access
point adiacenti sia per verificarne lo status sia per indirizzare i dati da uno
all’altro.
Secondo quanto dichiarato da Nortel Networks, questo tipo di
architettura presenta dei vantaggi anche per quanto riguarda gli aspetti
della sicurezza, facilitando il compito di identificare gli
access point illegali o non autorizzati.
La società ritiene che la Wireless
Mesh Architecture sia particolarmente indicata per il deployment di reti
wireless o in aree aperte, oppure laddove non esista alcuna infrastruttura
Lan.
In questa fase dello sviluppo, ciascun access point necessita di
alimentazione di rete, ma in futuro non si esclude la possibilità di integrare
accumulatori a energia solare.