Una Acer internazionale su mercati sempre più aperti a Est

Il neo-presidente Gianfranco Lanci guarda al mercato pc. I cambiamenti in arrivo dipendono non solo dalla profittabilità, ma anche da nuovi assetti geografici.

Non c’è quasi più sorpresa. Solo conferme.
Da
qualche semestre ormai, ogni incontro con Acer si traduce in un
elenco di obiettivi raggiunti e di tassi di incremento sempre oltre la
crescita del mercato.
E forse per questo motivo, incontrando per la prima
volta la stampa italiana  dopo l’insediamento alla carica di presidente,
Gianfranco Lanci va ben oltre i numeri, guardando con occhio
molto critico allo scenario complessivo del mercato pc.
Uno scenario in
profonda trasformazione, non solo perchè fortemente condizionato da enormi
problemi di profittabilità e controllo dei costi, ma anche perchè si profila
all’orizzonte un altrettanto profondo cambiamento nelle geografie, che porterà
gli Stati Uniti a perdere il ruolo tradizionale di mercato-guida a favore non
solo della regione Emea, ma anche e soprattutto del grande mercato asiatico, al
primo posto entro i prossimi cinque anni.
Non sono dettagli.
E di questo
Lanci tiene conto, quando analizza il posizionamento dei suoi diretti
concorrenti, soprattutto alla luce delle previsioni degli analisti, convinti di
una forte contrazione dei player nel prossimo futuro.
E’ evidente che Acer è
fermamente intenzionata a esserci.
La domanda, inevitabilmente, è su chi
lascerà il campo.
Correttezza impone che il “toto-abbandoni” non si faccia in
pubblico.
Ma le riflessioni sì.
Le deduzioni ognuno le tracci da sè.
Su
Hp Lanci è perplesso.
Oltre alle perdite di market share su alcuni mercati
chiave, è evidente che il problema resta la profittabilità della
divisione pc, ridotta a zero contro un printing che contribuisce per il 15%
all’utile.
Un modello troppo tagliato sul mercato Usa penalizza Dell, mentre
Fujitsu Siemens a sua volta soffre di una presenza forte solo in Emea.
Pochi
prodotti e poco controllo per Toshiba, mentre Gateway, ancora pressochè assente
al di fuori degli Stati Uniti, ha un piano industriale interessante se pure di
difficile realizzazione.
E Ibm?
L’accordo con Lenovo è secondo Lanci il
raggiungimento di un obiettivo: liberarsi del business pc.
Lenovo, dal canto
suo, dovrà scontare il fatto di essere un’azienda cinese, non taiwanese, e
dunque non ancora pronta alle logiche dei mercati
occidentali.

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