Un senatore “Ict” al Channel Day

Le prospettive del trade tra politica e innovazione nell’evento organizzato da Sirmi a Smau. Fiorello Cortiana dei Verdi attacca e “difende” Stanca. Pierfilippo Roggero presidente Assinform invita il mondo dell’Ict a far valere il suo “milione di voti”

Al Channel Day 2005 organizzato da Sirmi in collaborazione con Smau e Agepe è arrivato
anche il momento della politica. Il senatore verde Fiorello Cortiana è arrivato
in Smau per confrontarsi con il portavoce di An Andrea Ronchi, ma la votazione
della legge sulla devolution ha richiamato a Roma il parlamentare del Polo
delle Liberta. Si è così spento il confronto politico ma non
il dibattito sulle idee della politica. Cortiana ha infatti risposto indirettamente
a uno dei concetti espressi dal Ministro dell’Innovazione Lucio Stanca nell’intervista
esclusiva rilasciata a SmauNews lunedì scorso (vedi link in basso).
Stanca aveva colto l’occasione di quella intervista per rispondere alle
critiche della sinistra in base alle quali il suo Ministero aveva mancato nel
proporre al Paese un disegno complessivo per l’innovazione. Stanca aveva poi
rivendicato al suo Ministero la capacità di aver messo in moto tutta
la macchina dell’innovazione, sia sul profilo tecnologico, sia su quello applicativo
ma anche come innovazione del quadro normativo e organizzativo della funzione
pubblica e aveva poi osservato che comunque la sinistra non ha saputo esprimere
un piano complessivo per l’innovazione né quando è stata al Governo
e nemmeno nel periodo dell’opposizione. Stimolato da Maurizio Cuzari Cortiana
ha riconosciuto al Governo Berlusconi l’intuizione di creare un vero e proprio
Ministero per l’Innovazione "benché senza
portafoglio" e ha nello stesso tempo ribadito il j’accuse della sinistra "sono
arrivati tanti provvedimenti e tante iniziative, alcune anche lodevoli e
di successo, ma è mancato un quadro organico di riferimento capace di
integrare i progetti e gli obiettivi". Ma la novità dell’analisi
di Cortiana e la risposta indiretta a Stanca arriva dalla considerazione
che "il
disegno programmatico per l’Innovazione manca non solo perché il Ministro
non l’ha dato al Paese ma perché non esiste proprio, e non è un
problema di sinistra o di destra è un problema di cultura politica che
non è in grado di dare queste risposte".

E nel dibattito politico
a distanza si è inserito
Pierfilippo Roggero, presidente Assinform ricordando nella politica c’è innanzitutto
un problema di competenze e sensibilità verso l’Ict: "ho conosciuto
tanti politici ma ho trovato poca competenza verso il nostro settore".
Che è, indirettamente, un problema di lobby: "abbiamo bisogno
di rappresentare meglio il nostro mercato a livello politico e di far sentire
la nostra voce presso coloro che sono chiamati a prendere decisioni".
Da qui anche la considerazione amara che "si è voluto investire
in quelle aree nelle quali si intravedeva la possibilità di raccogliere
voti andando magari a toccare temi sensibili per l’elettorato". Non si
deve scegliere per accontentare l’elettorato ma se i voti sono importanti
allora forse è il caso di ricordare che: "Il nostro mondo conta
su più di
un milione di addetti. Non è il caso – osserva – di fondare un partito
dell’innovazione, ma di dare una dimensione, anche di consenso, al peso
di questo mondo".

Il messaggio per Cortiana e per la politica è sempre
lo stesso: non servono provvedimenti volti ad accontentare le richieste
di una lobby ma decisioni politiche capaci di mettere al centro dell’agenda
politica i temi dell’innovazione.
Che non sia facile lo testimonia lo stesso
Cortiana che non esita a confessare quanto "sia difficile parlare far capire
ai parlamentari che l’innovazione non riguarda solo i tecnici ma è questione
centrale per il Paese. Peraltro il problema culturale è ben più complesso
e riguarda l’atteggiamento da tenere nei confronti dell’innovazione. "Nella
nostra visione – dichiara Cortiana – occorre passare da una visione del
concorrente come nemico alla visione del concorrente come potenziale collaboratore".
Una visione che secondo Cortiana è destinata a prevalere nel mondo dell’industria: "immagino
un futuro di convergenza tra modello open e modello proprietario e in questo
futuro immagino che anche una realtà come Microsoft possa essere impegnata
in un’azione di coinvolgimento di più attori su tutti gli anelli della
filiera produttiva".

In questo scenario il tema della brevettabilità è,
secondo Cortiana, un "ostacolo da superare": "è un
limite per la creatività e per la collaborazione, se si vuole procedere
verso le "shared resourses" non si possono porre delle barriere.

Ma il processo di innovazione della macchina pubblica può essere
letto anche da un’altra prospettiva, ovvero quella di chi partecipa alla
definizione dei processi e delle "regole del gioco" come ad esempio
Consip. E proprio il suo direttore generale Giuseppe Fiore ricorda che "le
regole che valgono per l’industria, sia essa intesa come produttrice di
beni sia intesa come cliente non valgono per la Pubblica Amministrazione.
Nella Pa – afferma – qualsiasi processo di cambiamento non può non venire
dalla politica". La sintesi di questo incontro tra politica e industria è che
c’è certamente
troppo poca cultura d’industria nella politica, mentre la politica che fa
naturalmente parte dell’industria non ha ancora capito come dialogare con
la politica vera. E quel che è certo è che la soluzione ai temi
dell’innovazione appartengono a quella sfera della politica che non sta
sotto alle bandiere dei partiti.

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