Un Pocket PC per non perdere la bussola

In prova due modelli con concezioni diverse: un all in one con tutte le funzioni integrate e un palmare collegato al GPS. I pro e i contro di entrambe le soluzioni

I sistemi di navigazione GPS veicolari di primo equipaggiamento o “after
market” sono dispositivi di costo solitamente elevato (fra 1.000
e 4.000 euro) perché spesso sono integrati con altre funzioni (telefono,
impianto stereo) e perché sono adattati a uno specifico modello
di autovettura: non possono quindi beneficiare di quelle economie di scala
che consentirebbero di contenerne il costo.

Il mercato però offre un’alternativa: una scelta sempre
più ampia di soluzioni complete e a prezzi abbordabili per realizzare
navigatori basati su palmari con Pocket PC o Palm.

Struttura di un navigatore satellitare

Tecnicamente un sistema di navigazione “classico” per autovettura
è composto da un certo numero di elementi hardware fondamentali,
fra i quali citiamo i seguenti:

1. una CPU di sufficiente velocità equipaggiata
con un adeguato quantitativo di RAM. Nei navigatori veicolari attualmente
in circolazione i processori usati variano dall’onesto 486/66 a
processori a 200 o 300 MHz; la RAM si aggira sui 64 MB;

2. un display di dimensioni adeguate. I display per
sistemi cartografici sono a colori, qualche volta touch screen, e hanno
dimensioni comprese fra 5 e 7 pollici, mentre quelli dei sistemi “a
pittogrammi” possono anche essere monocromatici e di piccole dimensioni,
specie per modelli integrati nell’autoradio;

3. una memoria di massa sufficientemente capace per
contenere la mappa di almeno una intera rete stradale nazionale. La maggioranza
dei sistemi veicolari utilizza un CD-ROM (660 MB), ma alcuni modelli ricorrono
al DVD (4.7 GB) e riescono a stipare la cartografia di tutta Europa su
un singolo disco;

4. un sistema di immissione comandi, che può
variare dalla classica pulsantiera, a un “controller” multifunzionale,
a un touch screen, per arrivare al controllo vocale;

5. naturalmente, un’antenna GPS.

L’alternativa: palmare + accessori

E’ immediato notare che i primi quattro elementi sono alla portata di
qualsiasi palmare: oggi anche un Pocket PC di fascia bassa può
contenere un processore a 300-400 MHz con 64 MB di RAM, dispone di un
eccellente schermo TFT touch screen a colori ad alta risoluzione da circa
3 pollici ed è espandibile fino a 1 GB grazie alle flash memory
sul mercato.

Aggiungendo una antenna GPS si ottiene quindi un sistema del tutto in
grado di assolvere alle stesse funzioni di un ottimo navigatore “da
cruscotto”, una volta equipaggiato con il software necessario.

Le soluzioni comparse sul mercato sono di due tipi: da un lato dei kit
composti da palmare, memoria flash e antenna GPS (da collegare via cavo
o via Bluetooth con il palmare); dall’altro dei nuovi modelli di
palmare “tutto in uno” che, oltre alla consueta dotazione
di interfacce, pulsanti e porte, integrano fin dall’origine il ricevitore
GPS.

Meglio fisso o mobile?

Diciamo subito che l’esperienza d’uso di un navigatore “da
cruscotto” è abbastanza simile a quella di un sistema basato
su palmare: il set di funzioni disponibili, il modo d’uso e il tipo
di indicazioni vocali fornite sono ormai standard su tutti i sistemi.

Le differenze più importanti sono di tipo ergonomico. Un sistema
fisso, integrato nel cruscotto, può usare gli altoparlanti del
sistema hi-fi di bordo per diffondere in modo ben comprensibile i messaggi
con le indicazioni di guida (magari abbassando automaticamente il volume
della musica).

Inoltre può integrarsi con i sensori odometrici/ABS presenti sulle
ruote, per ottenere una buona precisione anche nei piccoli spostamenti
e laddove il segnale GPS non si riceva bene, come in città fra
alti palazzi; in certi casi può anche disporre di una bussola,
che consente, anche da fermo, di avere indicazioni sulla direzione oltre
a quelle (GPS) sulla posizione.

A favore del palmare vi sono invece il fatto di essere trasportabile
da un’automobile all’altra, di poter essere fisicamente posizionato in
modo ottimale (vicino al centro del campo visivo), di consentire di scegliere
il software di navigazione preferito fra quelli disponibili (non vincolando
all’uso di uno specifico software come avviene con i modelli “fissi”),
di disporre sempre di uno schermo di eccellente qualità e con controllo
touch screen e di avere generalmente un’ottima velocità di risposta,
grazie al processore potente.

I kit con PDA e ricevitore “wired”

In questi sistemi il ricevitore può essere dotato di batteria ricaricabile
interna oppure richiedere una alimentazione esterna.

Anche il palmare, per un utilizzo continuativo, ha però bisogno
di essere alimentato; diversamente, la durata della sua batteria (solitamente
da 1 a 4 ore) costituirebbe un fattore troppo limitante nei lunghi viaggi.

Nell’utilizzo veicolare uno speciale cavo fornito in dotazione
con questi kit risolve il problema, fornendo di fatto un doppio collegamento
con la presa dell’accendisigari per alimentare sia il GPS sia il
palmare.

Le soluzioni “all in one”

Del tutto simili a un normale palmare, questi modelli integrano l’antenna
GPS, che normalmente si presenta come un’appendice retrattile o
inclinabile sul retro dell’unità.

Il ricevitore è alimentato dalla batteria del palmare ed è
direttamente interfacciato con la scheda madre, eliminando la necessità
di due cavi (per alimentazione e trasferimento dati).

Questo aspetto rende il sistema utilizzabile anche senza una presa 12V
(e quindi fuori dall’auto) e molto più pratico rispetto ai
sistemi del tipo precedente, anche in auto, in cui i cavi sono scomodi
da collocare e possono ostacolare l’accesso ai comandi secondari.

Da notare che esistono anche altre soluzioni di navigazione (in primis,
quelle basate su GPS Bluetooth usando anche lo smartphone al posto del
palmare) che saranno oggetto di un prossimo articolo.

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