Un ciclo nuovo per l’advertising italiano

Logo-IAB-Forum-MIlanoE’ il momento del programmatic advertising, il rinnovato approccio alla pubblicità online che fornisce una pubblicità specifica per ciascun utente, momento, collegamento. E’ questo il messaggio forte uscito dalla parte analitica dello Iab Forum, che ha compreso ben quattro presentazioni di analisti: Enrico Gasperini (Audiweb), Michele Marzan (Iab), Alberto Dal Sasso (Nielsen) e Marta Valsecchi (PoliMi).

Gasperini ha rilevato come il vero digital device italiano sia nell’enorme differenza tra il consumo online oltre i 55 anni, che crolla dal 54% della fascia 35-54 al 22% di chi ha almeno 55 anni, con dati altrettanto sconsolanti se si entra nel dettaglio. In generale, la fruizione complessiva su smartphone ha superato quella su pc, ma questi ed altri dati -come la ridotta fruizione della Rete da parte degli italiani o la prevalenza del tempo sulle apps rispetto a quello sul browser- li conosciamo già.

 

Internet advertising a 2 miliardi di euro

Michele Marzan ha sviluppato la parte descrittiva del mercato, precisando che i numeri sono stati ottenuti “sommando una rilevazione puntuale di ciò che che è direttamente misurabile con una stima di ciò che non si riesce a raggiungere, come si fa in tutto il mondo”. Il valore complessivo dell’internet advertising nel 2014 è di 2 miliardi di euro, con una crescita complessiva del 12,7% rispetto al 2013. La maggiore velocità di crescita l’ha avuta il social advertising, oggi a 170 M€ (+70%), mentre il classified -che segue da vicino l’economia reale- è sceso del 16,3% ed oggi vale 180 M€.

Guardando le aziende con Nielsen, solo il 5,6% di loro comunicano esclusivamente on-line. Il 94% comunica ovunque, su una media di 3,1 piattaforme. “Il mix digitale nei macrosettori di riferimento è particolarmente interessante”, ha detto tra l’altro Dal Sasso.

 

Tanti dati, molto lavoro

La parte più operativa delle presentazioni, quella che meglio ha risposto alla domanda sulla scelta migliore da fare adesso nel promuoversi on line, è stata esposta da Marta Valsecchi.

Il social advertising è salito a 170 M€ e il profiling crescerà ancora”, spiega Marta.  Ma la crescita più veloce è quella del programmatic advertising, da noi nato nel 2012 e con una crescita 2014 del 120%, per un totale di 110 M€, ovvero il 10% del display advertising (solo 5% nel 2013).

Sia nella crescita del profiling, sia alla base del programmatic, troviamo l’enorme raccolta di dati relativi al consumatore. Anche e soprattutto nella pubblicità troviamo quindi i Big Data

Con il 2014 si chiude un ciclo”, ha esplicitato Gasperini; “noi pensiamo che dall’anno prossimo il processo sulla filiera sarà ancora più accelerato e basato sui Big Data”. Sembra intrigante, certo; ma è altrettanto certo che per restare sul mercato ci sarà da lavorare.

 

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