Un anno di evoluzione per le citta digitali

Mentre il 1998 è stato l’anno del raddoppio delle comunità basate sui servizi telematici in rete promossi dalle istituzioni locali, il 1999 ha visto emergere nuove tecnologie e forme di comunicazione come fattore di innovazione nelle Ammi …

Mentre il 1998 è stato l’anno del raddoppio delle comunità basate sui
servizi telematici in rete promossi dalle istituzioni locali, il 1999 ha
visto emergere nuove tecnologie e forme di comunicazione come fattore di
innovazione nelle Amministrazioni e nel territorio nazionale. Le città
digitali sono cresciute a 1.355 (con una crescita del 20%), mentre si è
ridotto lo squilibrio fra Nord e Sud. Sono questi, in sintesi, i principali
dati emerse dal Rapporto ’99 sulle Città Digitali in Italia, presentato da
ASSINFORM (Associazione nazionale, aderente a Confindustria, delle aziende
di informatica e telecomunicazioni) e Rur-Censis (associazione creata dal
Censis per studiare i fenomeni urbani e valorizzare il tessuto delle città
italiane). Giunto alla sua terza edizione, lo studio fa emergere
l’evoluzione di un fenomeno che si pone nel contesto del pur lento avvento
della società dell’informazione in Italia. Il 37 per cento dei siti è or
mai
organo ufficiale di una Amministrazione locale, con connotazioni di nodo
standard di servizio al cittadino. Inoltre, non c’è più uno squilibrio
territoriale della distribuzione delle città digitali, visto che 430 sono
a
Nord-Ovest (+8% sull’anno precedenrte), 369 a Nord-Est (+46,4%), 207 al
Centro (+27%) e 349 al Sud e Isole (+13,3%). L’utilizzo in chiave di
sperimentazione di nuove forme d’aggregazione sociale, va lasciando sempre
più spazio ai servizi on line e per il cittadino e in chiave di marketing
territoriale. In particolare, Internet si va rivelando uno strumento di
innovazione nella Pubblica amministrazione locale, oggi motivata e anche
obbligata a confrontarsi con nuovi modelli organizzativi e di
funzionamento. Il 92 per cento dei decisori intervistati è di questo
avviso. Il 76,5 rileva piani di formazione dell’organico in questa
direzione.
I servizi offerti in linea dalle città digitali vedono ai primi posti,
nell’ordine ed esclusi i link ad altri siti, l’informativa su concorsi gare
e appalti (88,1%), sull’attività degli organi del governo locale (82,7%),
gli eventi (81,8%), i servizi del tempo libero (81,8%). Agli ultimi posti
troviamo le informazioni sull’ente promotore del servizio (18,2%) e sui
prodotti offerti (14,5%), nonché l’acquisto on line di prodotti e servizi
(6,3%). Questi ultimi dati, più che confutare le previsioni di sviluppo de
l
commercio elettronico, rilevano una situazione ascrivibile, secondo
Assinform e Rur-Censis, a una fase di transizione e al ruolo prevalente che
hanno oggi, nel fenomeno osservato, le Amministrazioni locali.
La stessa indagine rileva come il fenomeno delle città digitali, così co
me
le conosciamo ora, sia giunto ad una svolta. O esaurire la propria spinta
propulsiva o evolvere a reti aperte di governo e a ossatura di distretti
virtuali. In quest’ultima accezione, la città digitale è vista e auspica
ta
come infrastruttura funzionale all’esercizio dell’attività economica, in
grado di rivitalizzare i vantaggi competitivi del nostro modello di
sviluppo, fortemente localizzato e basato sulla piccola e media impresa.

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