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Umberto Galtarossa, Pure Storage: con il flash storage abilitiamo lo sfruttamento dei dati

Dietro l’incessante aumento nella quantità di dati prodotti, trasmessi ed elaborati, l’altro lato della questione altrettanto importante, non sempre considerato con la dovuta attenzione, è la necessità di non limitarsi ad aumentare lo spazio di storage disponibile, ma preoccuparsi allo stesso tempo delle relative prestazioni. Questo oggi è possibile solo grazie a un cambio generazionale, di tecnologia ma anche di approccio. «In passato, la tecnologia flash non era ritenuta necessaria per tutti i casi d’uso o i workload, ma oggi tutti i settori verticali, le applicazioni e i workload possono trarne vantaggio – afferma Umberto Galtarossa, partner technical manager di Pure Storage –. Oggi invece, ci sono sempre più tipologie applicative diverse a lavorare sui dati, e in diverse modalità. Di conseguenza, le nostre competenze e la nostra esperienza trovano applicazione sempre più diffusa».

Salvo casi eccezionali infatti, pensare di investire sui tradizionali sistemi di storage basati su disco, appare sempre più anacronistico. Prestazioni, flessibilità e anche costi delle più innovative soluzioni allo stato solido formano un’alternativa ormai alla portata di tanti. «Se all’inizio le nostre soluzioni attiravano l’attenzione soprattutto dei workload di dati tier-1– prosegue Galtarossa -, la progressiva espansione del portafoglio ci permette di abbracciare tutti i workload».

Sempre più dati e sempre più velocità

Tra i più importanti, per applicazioni e prospettive, la Sanità. Per certi versi, un terreno ideale per mettere alla prova soluzioni di storage all’avanguardia, grazie alla combinazione unica di dati collegati ad applicazioni medicali, amministrative, con un parte riservata al personale e una più vasta aperta al servizio del pubblico, con volumi e prestazioni al livello di pochi altri. Oggi infatti, non si parla più solo di memorizzare referti o analisi per immagini, compito comunque già di per sé non da poco. Quando richiesto, serve infatti anche renderli disponibili praticamente all’istante.

«Un altro esempio interessante è il mondo delle produzioni video. Oltre alla digitalizzazione di tutti i contenuti, nel giro di pochi anni si è passati a parlare regolarmente di Full HD e ora di 4K. Sono vere e proprie esplosioni di dati, permesse anche da un aumento delle performance negli strumenti di elaborazione».

I più esperti del mondo IT avranno probabilmente ormai rinunciato a considerare l’eventualità di un punto di arrivo nelle prestazioni. Anche per lo storage, la ricerca costante di soluzioni più evolute deve restare all’ordine del giorno. All’orizzonte infatti, si profila già la prossima ondata. «Lo storage è sempre stato alla base delle evoluzioni tecnologiche. Per esempio, oggi, diversi settori si stanno affacciando alla tematica trasversale dell’edge computing. Senza uno storage con prestazioni adeguate, il passaggio non può essere sostenibile, nel senso che non sarà possibile coglierne i vantaggi prospettati».

Flash illuminati anche sui costi

Il quadro evolutivo tracciato da Pure Storage si completa con una presenza stabile all’interno dei luoghi di archiviazione per eccellenza. «Di recente abbiamo annunciato FlashBlade//E, con l’obiettivo di sostituire gli spazi finora occupati da intere batterie di dischi a rotazione nei data center. I vantaggi sono diversi e abbastanza immediati da calcolare».

Anche solo limitandosi al nodo cruciale dei costi, ormai la differenza a parità di spazio è sempre più relativa. A spostare l’asticella dalla parte delle tecnologie Pure Storage sono altre considerazioni altrettanto importanti. In particolare, l’importante riduzione di spazio occupato e di calore prodotto. Due aspetti importanti sul fronte dei costi di gestione. Il secondo in particolare, dove entra in gioco l’energia richiesta dai sistemi di raffreddamento.

Spostando lo sguardo in avanti, appare inoltre ancora più chiaro quanto posano essere indispensabili prestazioni di storage allineate agli altri componenti dei sistemi IT. «Quando parliamo di machine learning e deep learning, l’obiettivo è fornire risposte rapide sulla base di enormi quantità di dati. In più dobbiamo considerare i requisiti di storage ancora più elevati per le informazioni di apprendimento, dove la qualità del responso è tanto più alta quanto è stata estesa questa fase precedente».

Sostenibilità Pure Storage senza confronti

Appurato senza particolari difficoltà il divario di prestazioni delle tecnologie Flash rispetto a quelle tradizionali, e un equilibrio ormai raggiunto sul fronte dei costi considerati nell’insieme di una gestione a lungo termine, a convincere anche i più prudenti, interviene un tema sempre più attuale.

«Da sei mesi a questa parte, sempre più spesso ci sentiamo chiedere informazioni relative ai consumi energetici, ai BTU necessari per il raffreddamento. Ormai è una voce considerata parte integrante del TCO. Per i service provider in particolare, è un argomento molto sentito».

In concreto, rispetto a un sistema ibrido medio, dove i consumi si assestano tra i 5 kWh e 7 kWh, a parità di spazio Pure Storage garantisce un calo netto del fabbisogno, tipicamente compreso tra 1 kWh e 1,5 kWh.

Nel pieno rispetto della tendenza al rialzo costante nelle esigenze di storage, una situazione destinata a evolversi ulteriormente. «Gli ultimi sviluppi della tecnologia NVMe (Non-Volatile Memory express) ci stanno portando a mettere a punto un singolo modulo con capacità da 300 TB. Valori a oggi fisicamente impensabili per un hard disk tradizionale».

Uno software all’altezza delle prestazioni

Senza un software adeguato, lo spazio e prestazioni dello storage servirebbero a poco. Di conseguenza, l’impegno dell’azienda in questa direzione va di pari passo con lo sviluppo di hardware, come conferma il recente annuncio di File Services per FlashArray, un servizio per l’accesso a servizi nativi per blocchi e file da un unico pool globale di risorse storage.

Le soluzioni storage multiprotocollo legacy per blocchi e file esistono da decenni; tuttavia questi prodotti non sono riusciti a rendere disponibili la flessibilità e l’efficienza promesse dagli array unificati. Tali sistemi legacy venivano realizzati originariamente per essere utilizzati o con blocchi o con file, per poi aggiungere semplicemente nuovi protocolli finendo con l’aumentare significativamente la complessità della gestione al crescere della scala. Pure Storage ha voluto invece ripensare da zero l’esperienza dello storage unificato proponendo un’architettura nella quale tanto i blocchi quanto i file sono servizi nativi aventi medesima rilevanza, non soggetti alle carenze delle piattaforme legacy.

L’insieme delle risorse messe a disposizione elimina la necessità di pianificare anticipatamente la crescita dello storage, mentre un sistema di gestione unificata delle policy abbatte drasticamente i tempi di amministrazione. L’architettura unificata permette di utilizzare servizi nativi a blocchi e a file che supportano direttamente file, blocchi e macchine virtuali.

Secondo Enterprise Strategy Group, l’utilizzo di questo tipo di piattaforma può arrivare a tradursi in una riduzione stimata del 62% dei tempi di amministrazione e migliorare fin del 58% il costo totale di possesso (TCO) nell’arco di un triennio.

Nell’insieme, prestazioni e soluzioni all’apparenza alla portata di grandi sistemi IT. Grazie anche al supporto di un software Pure Storage dedicato, in grado di farsi carico di buona parte del lavoro di gestione e ottimizzazione dello storage, utili invece anche per realtà lungimiranti. Anche solo per assecondare l’ultima tendenza in ordine di tempo, nelle strategie di gestione dei dati. «Il fenomeno della sovranità del dato occuperà la scena per i prossimi due anni almeno, per diversi aspetti – conclude Umberto Galtarossa -. Il primo è la ricerca del bilanciamento ideale tra applicazioni in cloud e quelle in casa, dove la vicinanza del dato significa maggiore disponibilità. L’altro riguarda invece le iniziative della Pubblica Amministrazione per la gestione dei dati critici a livello nazionale».

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