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Uber vuole farsi le mappe da sola

Che il futuro di Uber sia nelle auto a guida autonoma non è una novità.
Da tempo la società sta raccogliendo investimenti destinati a sostenere piani di crescita tecnologica, orientati tra l’altro allo sviluppo di flotte senza conducente. (di auto a guida autonoma abbiamo parlato qui e qui)
E in un’ottica di continguità di business, la società, secondo quanto ha riportato nelle ultime ore Financial Times, avrebbe pianificato un investimento di 500 milioni di dollari per sviluppare un servizio di mappe alternativo a quello attualmente fornito da Google.
Le prime macchine dotate di strumentazioni idonee alla rilevazione delle strade e dei percorsi sarebbero già in circolazione tra Messico e Stati Uniti e a quanto pare presto potrebbero arrivare anche in altri Paesi.

Per Uber un cambio di passo importante

Per la società si tratta di un cambio di passo importante: sicuramente dalla sua nascita in poi la società si è appoggiata molto sulle tecnologie sviluppate da terzi, dalle piattaforme mobile alle App; ora sembrerebbe orientate verso uno sviluppo “in house”.
Che Google sia il punto di riferimento per Uber nello sviluppo della propria cartografia è chiaro: lo scorso anno la società ha voluto a bordo Brian McClendon, uno dei maggiori esperti al mondo nel settore delle mappe digitali, già responsabile di Google Maps e importante contributor per Google Earth.
Uber non vorrebbe “semplicemente” riprodurre in casa il servizio già offerto da Google, ma renderlo più preciso ad esempio nei Paesi emergenti dove Google Maps al momento sembrano ancora poco accurate.
Dalla sua Uber potrebbe avere, oltre alla fotografie e alle riprese fatte dalle auto, anche tutti i dati che vengono rilasciati dagli utenti, ogni volta che utilizzano la sua App.

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