Turismo 2.0: i piccoli lo fanno meglio

L’indagine di NextValue presentata alla Bit spiega come gli operatori si adattano al nuovo che avanza

Se i clienti sono già traghettati al Web 2.0 possono le aziende turistiche rimanere indietro? Alfredo Gatti, amministratore delegato di Next Value, sceglie un modo semplice ma molto efficace per fare comprendere alla platea della Bit quanto sia importante nel turismo stare al passo con i cambiamenti della clientela.


E il pubblico apprezza visto che affolla la sala dove la società di consulenza ha organizzato l’incontro “Turismo 2.0 in Italia: scenario, trend, opportunità” nel quale presenta una survey realizzata su un campione di un centinaio di operatori (tour operator, online travel agency, Global distribution system, agenzie viaggi, strutture ricettive) riguardo l’attenzione verso il nuovo turismo che avanza.


Tecnologie che abilitano la collaborazione tra individui o l’utilizzo di tecnologie Web 2.0 applicate al turismo, sono le due definizioni di Turismo 2.0 preferite dal campione che nel 3% dei casi reputa indispensabile l’adozione di practice adeguate per il nuovo modo di fare business. Il 27% si limita alla definizione di “Molto significativo”, il 18% valuta di media importanza la faccenda, mentre rimane una fetta importante che giudica poco importante (20%) fare qualcosa per i clienti più moderni e non importante (32%) attrezzarsi per il mondo che cambia.


L’aspetto più interessante, osserva Gatti, è che il maggiore entusiasmo arriva non dalle aziende leader, con qualche eccezione, ma dalle strutture di minori dimensioni che ne riconoscono la strategicità per il proprio business. “Il dover competere sul mercato con operatori ad alta disponibilità di investimenti pubblicitari – recita l’indagine – fa sì che queste aziende cerchino nuovi modi di fare business, di farsi riconoscere e apprezzare dal mercato, di essere presenti e proattivi tra coloro che vogliono organizzarsi una vacanza o semplicemente curiosare sul Web”. Per questo hanno puntato su siti ricchi di contenuti che al consueto strumento di prenotazione online aggiunge il blog e link utili per conoscere a fondo la destinazione della vacanza, meteo compreso.


Per lo sviluppo di progetti relativi al Turismo seconda versione il social networking vince alla grande (60%) seguito dal mapping (41%), blog e video blog (24%), vertical search engine (23%), behavioral targeting (12%) e a seguire Rss, contextual advertising, rich Internet application, tag, mash up e podcasting.


Dati che indicano un buon grado di familiarità anche con le tecnologie più recenti e che confermano come la visione sia molto orientata alla creazione di community.


A seconda dell’obiettivo finale (fidelizzazione dei clienti, incremento fatturato, aumento del traffico sul sito) cambia la classifica delle tecnologie da utilizzare. Così se il social network va bene per fare affluire più gente sul sito, il motore di ricerca verticale è ritenuto molto più idoneo quando il fine è di fornire ai clienti strumenti self-service. Il contesto di business cambia l’approccio che riesce a svincolarsi dalle mode tecnologiche.


L’alta direzione e il Cio sono più spesso gli sponsor dei progetti la cui applicazione trova ostacolo nella mancanza di cultura aziendale (55%), il costi (33%), la mancanza di interesse per il tipo di business (32%), la resistenza da parte degli utilizzatori (16%) e la mancanza di esperienze e business case (13%).

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