Tu chiamale se vuoi previsioni

Si investirà in cloud, mobility, big data, sicurezza. Va bene, ma per far cosa?

Come ogni fine d’anno molti si cimentano in previsioni per quello seguente riguardo gli investimenti in tecnologia. Vaticinii che puntualmente noi della stampa, per dovere di cronaca, riportiamo.

Analisti, esperti, aziende interessate, visionari, tutti dicono la propria e lo fanno, da sempre, con lo stesso registro espositivo.
Si tratta di elencare tendenze, oggetti, sostantivi tecnologici e di associarvi non tanto un capitolo esatto di spesa (quella non la sa mai nessuno, spesso anche a posteriori) quanto un’intenzione ed è fatta.

Scontato dire che ad aver tempo e voglia di andare a riprendere quanto detto in passato si assisterebbe a un florilegio di voli pindarici finiti nel nulla.

Ma fa parte del gioco.

Quello che vorremmo dire qui e ora è che è il caso di cambiarlo quel gioco.

Ossia, dire che il prossimo anno le aziende investiranno in cloud, mobility, big data e sicurezza (i trend sono questi) può essere, da una parte improbo e poco utile e da un’altra inconsistente.

Che sia pressoché impossibile e di scarsa utilità quantificare l’importo lo detta il vissuto, specie quello dell’ultimo anno.
Che sia inconsistente è proprio il fattore che ci fornisce lo spunto a far cambiare la prospettiva delle previsioni.

Qui si tratta di fare reverse engineering e di chiedere alle imprese non tanto su cosa (ammesso che i big data siano una cosa: pensiamo invece che siano uno stato delle cose) verteranno i propri investimenti, ma perché lo faranno.

Cioè vanno sondate le finalità delle azioni, più che le azioni stesse.
Che significa anche capire quanto le aziende abbiano le idee chiare.
Se vogliamo si tratta di mettere in pratica, ab initio, quel benedetto allineamento dell’It al business che si va predicando da anni, specie da parte di chi quelle previsioni è abituato a sfornarle.

Dire che un’azienda investirà nei big data è come costatare che per muovere un automezzo serve immettergli carburante.
Capire che cosa farà mettendo ordine alla messe di dati che genera e riceve ogni giorno è tutto un altro comprendere: si capisce dove andrà con quell’automezzo.
E magari gli si può aprire una strada migliore.

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