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Triennale Games Collection: i videogiochi come forma d’arte

I videogiochi non sono solo uno spunto di divertimento, in alcune loro “incarnazioni” sono una vera e propria forma di espressione che ha connotazioni artistiche. Se pensiamo a titoli come Monument Valley, ad esempio, è difficile considerare il gameplay puro (la soluzione di puzzle) slegato dall’ambientazione onirica e dalle capacità grafiche degli sviluppatori.

Partendo da un assunto simile, la Triennale di Milano ha realizzato un’app che è una sorta di esposizione virtuale della creatività degli sviluppatori indipendenti di videogiochi, concepiti come artisti moderni. Il risultato è Triennale Games Collection, un progetto che coinvolge cinque gruppi di sviluppatori: Mario von Rickenbach e Christian Etter, Tale of Tales, Cardboard Computer, Pol Clarissou e Katie Rose Pipkin.

Ciascuno di loro ha realizzato un gioco a cui si accede dall’app, la pubblicazione dei singoli videogiochi è scaglionata nel tempo. Prima Il filo conduttore, poi Lock, Neighbour, Glass room e infine The worm room. Ognuno ha le sue peculiarità e sono a volte più installazioni artistico-multimediali che giochi in senso proprio. Per gustare il lato “serio” del divertimento.

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