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Horsa: la competitività di un’azienda passa sempre più dal digitale

La situazione economica globale, in cui i costi dell’energia stanno giocando un ruolo centrale, impone scelte strategiche non semplici per il settore ICT. La posta in gioco è altissima: il futuro del Paese dipende in larga parte dalla capacità di affrontare trasformazione digitale e transizione ecologica nel modo più efficiente possibile. Ne parliamo con le realtà leader di mercato, affrontando con loro le tematiche più calde.

Alle nostre domande risponde Nicola Basso, Ceo di Horsa.

Come pensate di coniugare le esigenze di sostenibilità ambientale, efficienza energetica e costante crescita di potenza di calcolo richiesta?

Nicola Basso, Ceo di Horsa
Nicola Basso, Ceo di Horsa

Horsa non è un’azienda particolarmente energivora, ma nel portare avanti le nostre attività cerchiamo di usare alcune accortezze. Essendo ormai quasi 1.700 persone, stiamo valutando l’utilizzo di hardware più green e device e linguaggi di programmazione a basso impatto ambientale, come C Sharp (C#) o Java.

Un altro ambito in cui possiamo intervenire in una ottica più sostenibile è quello dello sviluppo software: avendo noi una Business Line, che per altro negli ultimi mesi sta crescendo molto, dedicata alla progettazione di software proprietari, siamo in grado di rivederli in modo da valutare, caso per caso, se è necessario riscriverli con linguaggi meno energivori.

Per lo stesso motivo, abbiamo scelto di non adottare la metodologia RAD (Rapid Application Development), ma di utilizzare un “linguaggio nativo” più sostenibile.

Dall’approvazione definitiva del PNRR è trascorso oltre 1 anno. Ad oggi quali risultati ha prodotto sulla trasformazione digitale dell’Italia, e quali sono le prospettive?

Su questo tema, non essendo impegnati direttamente nel settore della Pubblica Amministrazione, il nostro punto di osservazione è quello dell’Industry 4.0 o della fabbrica digitale.

La nostra offerta in questo ambito è molto ampia e abbiamo sviluppato soluzioni che vanno dalla manutenzione predittiva alla Realtà Aumentata, dal MES al WMS, ma anche molti progetti basati su soluzioni di IoT, Real Time Allocation system e big data analytics.

Negli ultimi mesi, abbiamo osservato un sensibile aumento di richieste di questa tipologia di progetti, segno che le misure previste dal PNRR stanno spingendo le aziende italiane a fare investimenti in trasformazione digitale. Si tratta per noi di una notizia molto positiva, non solo per il fatto di essere coinvolti in un numero maggiore di progetti, ma perché ci sentiamo parte di un processo di innovazione ed evoluzione del Paese: questi interventi, infatti, sono fondamentali per aumentare la produttività e migliorare la competitività delle aziende italiane nel loro complesso.

Mai come oggi investimenti e progettualità incidono in modo determinante sul futuro di ogni organizzazione. Quanto sentite vostro il ruolo di partner tecnologico dei vostri clienti?

Abbiamo la assoluta consapevolezza di giocare un ruolo molto importante per i nostri clienti. Oggi, la competitività di una azienda passa sempre più dal digitale, considerato un abilitatore per modificare e innovare il loro modello di business, lungo un percorso che le vedrà nei prossimi anni diventare sempre più delle software company.

Noi cerchiamo di giocare questo ruolo con la massima professionalità. Da un lato, per nostra natura, siamo un catalizzatore dell’innovazione digitale che viene prodotta sul mercato, e che cambia velocemente, motivo per cui non è semplice per le aziende starne al passo. Dall’altro, cerchiamo di portare quest’innovazione digitale alle aziende attraverso un approccio che parte dalla comprensione dei loro obiettivi strategici e passa dallo studio del set di soluzioni digitali più adatte rispetto alla loro esigenza: qui, nel nostro ruolo naturale di System Integrator, identifichiamo le soluzioni best of breed, integrandole e assicurandoci di metterle in funzione per supportare al meglio il loro business.

È un gioco win-win: i clienti, migliorando anche grazie al nostro buon lavoro la loro competitività, sono messi nelle condizioni di innovare e, di conseguenza, sono più aperti all’idea di implementare nuovi servizi e progetti innovativi.

Il game changer del 2023. Se doveste scegliere una sola tecnologia, quale sarebbe a vostro avviso la scelta vincente per le organizzazioni per il prossimo anno?

Dal mio punto di vista, il fattore game-change è soggettivo: dipende dal livello di maturità digitale che una azienda ha raggiunto all’interno del suo percorso di sviluppo strategico. Una informazione fondamentale per le organizzazioni che intendono avviare un percorso di trasformazione digitale e che noi, come Horsa, siamo in grado di analizzare.

Dovendo però identificare un singolo elemento, credo che il Metaverso e come questo può impattare sui modelli di business debba essere, per l’anno prossimo, il game changer per molte aziende.

Oggi il concetto di Metaverso è ancora molto connesso a Meta e a Facebook, con anche alcune accezioni negative dovute all’andamento finanziario di questi ultimi. In realtà, esistono già molte applicazioni, come la realtà aumentata ad esempio, sulla quale vale la pena iniziare a investire.

Horsa ha già realizzato progetti, ad esempio per il settore arredamento, dove grazie all’AR è possibile gestire tutto il processo di progettazione, prototipazione e presentazione di studi di architettura. Su tutt’altro fronte, abbiamo realizzato una applicazione destinata alla gestione di impianti complessi reali – come grandi linee produttive – nella quale rendiamo possibile la visualizzazione di informazioni o operazioni da svolgere in maniera virtuale, laddove non ci sia in loco un operatore specializzato.

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