Tecnodiffusione in disaccordo con i revisori

La società toscana esprime totale dissenso nei confronti dei rilievi al bilancio di Reconta Ernst & Young

15 aprile 2003 Qualche tempo fa le società di revisione erano
molto leste ad approvare i bilanci delle aziende loro clienti. Poi c’è stato il
ciclone Enron e adesso la situazione è cambiata al punto che il loro placet non
è poi così scontato. Succede a Ponsacco, sede di Tecnodiffusione, dove la
società esprime “totale dissenso” sui rilievi dei revisori di Reconta
Ernst & Young. Tecnodiffusione contesta la percentuale di svalutazione del
credito di Eldo che i revisori vogliono del 90% e in bilancio è indicata al 60%.
“La svalutazione da noi apportata, pari al 60% del valore nominale, è a
nostro avviso adeguata,
– spiega una nota della società toscana – anche
in considerazione del fatto che la società è stata ammessa alla procedura
cosiddetta “Prodi-bis”
. Dissenso anche sulla contabilizzazione degli oneri
di ristrutturazione sostenuti nel 2003 che Reconta vuole siano addossati al
bilancio 2002, sul valore di carico della partecipazione in Dsi (della quale
Tecnodiffusione ha recentemente ceduto il 60%) e su Vobis. A questo proposito la
società di revisione “si dichiara non in grado di valutare le ipotesi di
ricuperabilità del valore di carico della partecipata”
. Un’affermazione
contestata dal Cda del gruppo toscano che ricorda “che il mantenimento del
valore di carico è giustificato anche in considerazione delle nuove prospettive
reddituali che la controllata ha acquisito dopo la recenti ristrutturazioni. La
Vobis Microcomputer S.p.A. è stata, tra l’altro, dotata di un nuovo management
ed ha sviluppato un piano di impresa che prevede il ritorno alla redditività,
facendo leva sulla notorietà e diffusione del marchio Vobis”
. Reconta poi
calca ancora più pesantemente la mano affermando che “il bilancio di
esercizio è stato redatto dagli amministratori in base ai principi contabili
applicabili in condizione di continuità aziendale e non tiene quindi conto delle
eventuali rettifiche da apportare qualora tali presupposti non trovassero
conferma da una positiva evoluzione della sopra descritta situazione di
incertezza”
. Durissima la replica di Tecnodiffusione che afferma:
“Riteniamo tale affermazione del tutto impropria e ingiustificata.
Impropria, perché il dubbio circa la persistenza della continuità aziendale è
formulato con esclusivo riguardo alle “possibili perdite in cui potrebbe
incorrere la società nei prossimi mesi” e non riguardo alla data di riferimento
del bilancio, sulla quale soltanto la società di Revisione è tenuta ad
esprimersi. Ingiustificata, perché non vi è, allo stato, alcunché che possa far
ragionevolmente dubitare che la continuità possa venir meno in futuro,
soprattutto in considerazione del recentissimo accordo con le Banche per la
ristrutturazione del debito, che esprime la fiducia del sistema bancario della
capacità del Gruppo Tecnodiffusione di superare le difficoltà incontrate nel
2002. I maggiori Istituti di Credito italiani hanno convenuto di riscadenziare a
medio termine oltre 80 milioni di Euro di debito a breve, e di confermare line
di credito commerciale per 30 milioni di Euro, dopo un’attenta analisi condotta
dagli uffici competenti. Peraltro, anche per la fonte da cui proviene la
suddetta affermazione sulla continuità aziendale, esiste il concreto rischio di
influenzare negativamente, sulla base di elementi opinabili, il processo di
“turnaround” avviato, che si basa proprio sulla “credibilità” di Tecnodiffusione
nei confronti del mercato e della comunità finanziaria. Spiace e sorprende,
anche, che le suddette valutazioni provengano dalla stessa Società di Revisione
che un anno fa, in una situazione certo non meno grave, che ha poi prodotto la
pesante perdita di bilancio 2002, non ritenne di segnalare alcunché, rilasciando
una Relazione del tutto positiva. Appare almeno strano che le preoccupazioni
sulla continuità aziendale emergano ora che sono stati mantenuti gli impegni
menzionati nella precedente relazione (incremento di mezzi propri e
riposizionamento del debito) e sono state individuate e messe in opera le azioni
di risanamento (riduzione del personale, riduzione dei costi operativi,
dismissione di assets)”
.

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