2002 difficile per Tecnodiffusione

La crisi del mondo pc si riflette sui conti del gruppo toscano. Che ha attivato alcune contromisure come la concentrazione dei negozi di proprietà in un’unica società

Anche Tecnodiffusione paga il calo della microinformatica. Il bilancio 2002 si chiude infatti ricavi netti consolidati pari a 293,5 milioni di euro contro i 317,6 milioni del 2001. Il margine operativo lordo è negativo per 8,1 milioni di euro, contro i +5,3 milioni dell’esercizio precedente e il risultato netto è negativo per 50,7 milioni di euro, contro il saldo negativo di 15,9 milioni relativo al 2001.
In relazione alla formazione del risultato netto, la società osserva che sono stati effettuati ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni per complessivi 28,9 milioni di euro, contro un valore di 13,1 milioni relativo al 2001.
La posizione finanziaria netta è di 139,8 milioni di euro, in riduzione rispetto ai 164,8 milioni di euro registrati a chiusura dell’esercizio precedente.
Con l’obiettivo di tornare alla redditività la società toscana ha dato il via nei mesi scorsi a un piano di ristrutturazione che ha comportato un accordo con le banche per il posizionamento a breve termine di debiti a breve e per l’area retail ha visto l’integrazione di Vobis con il trasferimento da Milano a Ponsacco della sede della società e la concentrazione dei negozi di proprietà in un’unica azienda, Syspoint. I negozi di proprietà saranno utilizzati anche per la sperimentazione di una nuova offerta di prodotti digitali a più alta marginalità, in funzione della successiva introduzione nella catena dei negozi in franchising.
Dsi è diventato un fornitore di apparecchiature e sistemi a Pa e large account, riducendo la presenza nella consulenza sistemistica e assistenza tecnica, svolta prevalentemente nella sede di Milano. Sono state liquidate le società Assistance Service ed e-Club. Per quanto riguarda Cms, la fabbica di Scarmagno, oltre a proseguire la produzione per conto di clienti come Acer e Amd si è cercato di ottenere un incremento di produttività, anche attraverso una procedura di mobilità per il personale con l’obiettivo di ridurre il costo del lavoro fino al 30%.

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