Tagli in vista per Virgilio

Il portale di Seat ha deciso di lasciare a casa circa la metà dei dipendenti. Vanno via anche i fondatori. Virgilio Tin ha intanto presentato il progetto V-Point, 700 corner inseriti nei punti vendita per veicolare l’offerta di connettività

Non c’è pace per i portali. Fiat cede Ciaoweb ad Hachette Rusconi, mentre
anche per Virgilio scattano i licenziamenti. Circa metà della forza lavoro
del portale di Seat viene tagliata. Oltre ai dipendenti se vanno anche Carlo
Gualandri e Paolo Ainio, i fondatori del portale. I licenziamenti colpiscono sia la redazione sia l’area tecnica. Seat inoltre sarebbe alla ricerca di un
acquirente, che potrebbe essere Aol Europe intenzionato da tempo a sbarcare
in Italia.


La notizia si è diffusa proprio nel giorno in cui Virgilio Tin
(la parte di connettività di Virgilio) presentava i nuovi V-point. Con i
corner inseriti all’interno di settecento punti vendita Virgilio Tin passa
dal virtuale al fisico andando a caccia di quei 15 milioni di famiglie che
anora non sono collegate alla rete. L’iniziativa prevede settecento corner
inseriti in punti vendita della grande distribuzione e presso negozi di
informatica che hanno il compito di veicolare l’offerta di connettività di
Virgilio Tin e di “evangelizzare” le famiglie riguardo la navigazione in
rete.


La Web reseller division guidata da Alberto Balatroni ha prima sondato
il terreno visitando punti vendita di tutta Italia fingendosi normali
clienti per verificare il livello di competenza e servizio dei dealer e poi
ha intervistato una lunga lista di rivenditori per raccogliere una serie di
dati utili per il reclutamento. Alla fine ne è venuta fuori una lista dove
il 30% è formato da punti vendita della grande distribuzione (Mediaworld,
Saturn, Trony, Mondadori Informatica ma anche Carrefour e Gruuppo Coin)
mentre il resto è costituto da rivenditori che hanno superfici di vendita di 150-200
mq, assistenza all’interno del punto vendita e presso il cliente e che
lavorano molto con le aziende. “L’obiettivo – ha spiegato Balatroni – è di
costituire una rete di un migliaio di punti vendita ai quali entro il 2003
si aggiungeranno anche i negozi della catena Buffetti e Punto 187 di Telecom
Italia
“, (che comunque già oggi vendono gli stessi prodotti dei V-Point).


L’idea, ha aggiunto il responsabile della Web reseller division, è di creare
prima il brand V-point in punti vendita normali e poi andare presso catene
come Buffetti che hanno già un loro marchio affermato. In questo modo però
Virgilio Tin privilegia negozi esterni al gruppo (che possiede Buffetti e
Punto 187). Inoltre, nonostante la parentela con Telecom Italia, i V-Point
non commercializzeranno Broad Band Box, l’Adsl di Telecom (alla quale
partecipa anche Virgilio Tin) che rimane un’esclusiva dei punti vendita dove
c’è il brand Telecom.


Noi non siamo franchising Telecom“, si è giustificato
Balatroni che, per quanto riguarda la comunicazione sui V-Point ha rimandato
tutto al prossimo anno. Per la nuova catena di corner sono stati predisposti
espositori e display da banco, mentre è prevista un’attività di formazione
per i rivenditori.



Oltre a questo è previsto l’allestimento di un’area riservata ai dealer, che
per il momento hanno a disposizione un numero verde riservato per
eventuali dubbi, reclutamento all’interno dei V-point e la guida alla
compilazione del form per entrare a fare parte della catena. L’indirizzo
Internet di riferimento per il momento è http:// prodotti. virgilio.it/
info/vpoint/index.html.


Per questa operazione Virgilio Tin si appoggia ai
Master dealer. Si tratta delle catene ma anche di veri distributori come
Tech Data, Ingram Micro, Alias, 3Mp e The Net, che hanno il compito di fare
da tramite con i V-point sia dal punto di vista commerciale, sia
amministrativo. I punti vendita selezionati potranno anche fornire dei
bundle, offerte di connettività insieme ad altri prodotti, sfruttando gli
accordi che sono stati definiti con Logitech (che ha già un accordo con
Telecom per la web cam da aggiungere a Bbb), Packard Bell, Spotlife.com,
Siemens, Micro Form’s Italia e Leader che distribuirà la Xbox di Microsoft.
la console però non c’entra – si è affrettato a spiegare Balatroni -. Leader
vuole abbinare solo i suoi videogiochi
“. Chissà cosa ne pensano quelli di
Ngi.it, società di I.net e quindi di British Telecom, che vende connettività
studiata in particolare per il gioco online e ha Leader fra i suoi azionisti
con il 15% del capitale.

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