Storage di rete mercato che brilla

Molto movimento intorno all’argomento. Accordi, acquisizioni, nuovi competitor e una forte sensibilizzazione da parte dello Smb. Il settore del back up e dell’archiviazione dei dati sta vivendo la sua piena maturità e richiede competenza e valore aggiunto

Novembre 2003, Parlando di storage la parafrasi dell’armadio funziona sempre, anche alla luce
dei nuovi scenari che si prospettano in questo mercato. Un armadio, per grande
che possa essere, non sarà mai sufficiente a contenere tutti i vestiti
accumulati di stagione in stagione. L’armadio in camera da letto, così,
diventa la struttura di passaggio, immediatamente fruibile, in cui alternare
al momento giusto i vestiti invernali e quelli estivi. Gli abiti non di stagione
saranno immagazzinati in un’altra struttura, non necessariamente un armadio
e non necessariamente vicino, e ripescati alla bisogna. Quando la nostra architettura
non reggerà più "la mole di dati accumulata", saremo
obbligati a mettere da parte quelli non più necessari, magari archiviandoli
in attesa di regalarli e dismetterli.
In questo banalissimo spaccato di vita quotidiana si nascondono alcuni concetti
perfettamente traslabili a una infrastruttura di storage. Tutte le ricerche
di mercato sostengono che i dati aziendali crescono in maniera vorticosa, basti
pensare solo alla punta dell’iceberg costituito dal cumulo di e-mail che ogni
giorno invade i nostri computer. Per gestirli sono necessarie strutture di diverso
tipo, inserite in un’unica architettura che le faccia comunicare con una soluzione
applicativa evoluta che permetta anche la gestione delle applicazioni comuni
e dei dati obsoleti.

Questo è lo storage oggi. Di fronte alla crescita frenetica di dati da
gestire e alla loro crescente complessità, è stato necessario
spostare il focus da una semplice questione di byte a qualcosa di molto più
articolato che ha dapprima coinvolto i Mbit, intesi come misura della velocità
di trasferimento, e che ora, lentamente, introduce il concetto di gestione del
ciclo di vita dell’informazione (Information lifecycle management). Ma andiamo
con ordine e partiamo da alcuni dati oggettivi.
Una ricerca commissionata da Quantum avvisa, ancora una volta, che le aziende
si trovano a gestire un’emergenza. La situazione è quella di chi continua
a stipare vestiti ma non ha i soldi per comprarsi un altro armadio, anche solo
per mettere temporaneamente da parte gli abiti dismessi. L’esigenza di mercato,
dunque, è forte ma i budget non permettono più investimenti sconsiderati
e, inoltre, ci sono nuove entità che hanno scoperto il piacere di cambiare
spesso vestito: si tratta delle piccole e medie aziende.

L’ultima ricerca di mercato di Idc, che si riferisce a poco prima dell’estate,
afferma che il fatturato globale dei sistemi di network storage è cresciuto
del 7,5% rispetto allo stesso periodo (aprile-giugno) del 2002, sfiorando i
due miliardi di dollari. Ma, attenzione, la stessa ricerca mette in risalto
il calo del 3,9% del mercato dello storage puro, imputabile al fatto che le
aziende chiedono che i dati siano resi fruibili al loro interno mediante un’architettura
di rete, Nas (Network attached storage) o San (Storage area network) che sia.
Nella fattispecie, Idc sostiene che le reti Nas inizino a soffrire, registrando
un -8% da un trimestre all’altro, mentre le San godono di ottima salute grazie
a un +12,2%. Ancora, l’archiviazione su disco diventa più di una necessità,
forte di un’accresciuta consapevolezza dell’importanza dei dati aziendali a
causa di virus, instabilità e failure di sistema. In questo comparto
si registra una crescita del 36% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso,
ma con una riduzione del 4% in termini di valore, prevedibile visto il continuo
trend di riduzione dei prezzi delle tecnologie di storage puro, che rimangono
pressoché invariate.

Un mercato estremamente complesso, dunque, in cui si può dare per certo
una cosa sola: la salute di una piena maturità. Le aziende, come detto,
sono estremamente interessate a soluzioni di network storage, purché
si parli di architetture tecnologicamente all’avanguardia e in grado di contenere
i costi.

Un’offerta per ogni mercato
Un primo passo, quello di aggiungere la parola "network" a "storage",
è stato compiuto, il secondo sarà di distribuire le tecnologie
preesistenti su tutta la domanda, a seconda di esigenze e capacità di
spesa. Nas e San, allora, non si devono più considerare tecnologie antagoniste,
ma complementari e la vera testa di ponte che sfonderà il mercato, sia
dello Smb che dell’enterprise, si chiama software di gestione. In questa arena,
perché di arena si tratta visto l’incremento di nomi concorrenti e il
diverso tipo di soluzioni in ballo, si registra una crescita totale del settore,
sempre secondo Idc, del 7,3% rispetto al primo trimestre di quest’anno. Le soluzioni
che trainano il settore sono quelle della replicazione (+8,5%), il back up e
l’archiviazione dei dati. Ancora, c’è molto interesse per la protezione
dei dati, il disaster recovery e l’allineamento alle nuove normative per l’archiviazione
delle informazioni. Da una parte, dunque, la rosa di concorrenti si amplia,
e vicino ai leader incontrastati, Emc2 e Veritas, fanno capolino Computer Associates,
Ibm e Hp, riassestando i pesi specifici. Dall’altra il software di gestione
diventa il pretesto migliore per mettere mano, in modo (quasi) indolore, a un’architettura
di storage aziendale. E questo, evidentemente, a tutto vantaggio di Var e system
integrator, ai quali è demandata l’integrazione e la personalizzazione
della soluzione. Sotto il comune cappello di Srm (Storage resource management)
convivono soluzioni estremamente diverse. Ma, ora più che mai, le definizioni
tendono ad accavallarsi e, si potrebbe dire, anche i protagonisti. Le vecchie
volpi tengono il piede in più scarpe.

Le partnership si sprecano
Chi produceva solo in Oem inizia a presentarsi in modo indipendente sul mercato,
chi si guardava in cagnesco ora collabora per la tecnologia, per non parlare
dei nuovi player. A questo proposito, non si può non ricordare che Microsoft
ha rilasciato recentemente il suo Windows Storage Server 2003, applicativo di
gestione di reti Nas. Poco tempo dopo l’annuncio, Hp e Veritas, hanno immediatamente
rilasciato le versioni compatibili confermando che la mossa di Microsoft non
è stata certamente avventata. All’arrivo di Microsoft si sono aggiunti
altri attori, Symantec, che proviene dal mondo della sicurezza, acquista PowerQuest,
specialista di storage management, disaster recovery e back up, segnalando che
i due mercati si sono ormai sposati. E se, da un lato, Emc2 raffina l’offerta
verso il basso, così come McData e Network Appliance, c’è chi
come Iomega si affaccia prepotentemente al mercato delle Nas in modo interessante.
Ancora, Cisco che si (ri)propone pesantemente sul mercato delle San con un prodotto
che verrà commercializzato da Ibm, Hp e Hitachi Data Systems sotto forma
di partnership Osm (Original storage manufacturer) ovvero senza rimarchiarlo.
Ma, giusto per "confonderci" ancora di più le idee, ricordiamo
che la stessa Hitachi Data Systems collabora per la tecnologia dello storage
enterprise con Hp e con Sun Microsystems, allo stesso tempo, ha costituito una
società insieme a Ibm, la Hitachi Global Storage Technology, nata dalla
fusione delle divisioni "dischi fissi" dei due colossi. E, ultima
in ordine di tempo, arriva la notizia che Emc2 e Ibm, da sempre concorrenti
agguerriti, hanno costituito una partnership tecnologica per la condivisione
delle Api, ma a detta degli interessati non solo. Abbastanza confusi? A pensarci
bene, sono più i vantaggi di questi accordi. Se da una parte ci possono
essere delle intersezioni a livello di canale, dall’altra l’offerta si amplia
notevolmente, a tutto vantaggio di chi la propone al cliente finale.

Nas e San meglio a braccetto
Nas e San, abbiamo detto, non sono tecnologie concorrenziali, ma complementari.
I dispositivi Nas si collegano a una rete con lo scopo di fornire dei precisi
servizi di accesso ai file e alle applicazioni. Sono generalmente composti da
un motore (un dispositivo costituito da alcuni chip), una serie di dischi Raid
per la memorizzazione e un sistema operativo di gestione del traffico. Per le
loro caratteristiche, condivisione delle risorse più che una vocazione
all’immagazzinamento puro, sono più indicati per la gestione dei siti
Internet o la collaboratività su progetti. Le San, invece, sono essenzialmente
reti dedicate allo storage e, a differenza delle Das (Direct attach storage)
in cui i dispositivi di memorizzazione sono direttamente collegati al server
e che stanno lentamente decadendo, sono composte da dispositivi diversi che
comprendono anche switch e hub, ideali per chi ha un’enorme mole di dati da
gestire. In principio era il Das, dunque, poi le Nas e ora sembra essere il
momento delle San, magari integrate in una struttura Nas preesistente.
Il grande interesse per il mercato nei confronti delle reti San è giustificato
dalla loro raggiunta funzionalità in termini di traffico dei dati grazie
al protocollo iScsi, più conveniente del fiber channel, e dalla loro
versatilità che le rende ideali per ogni tipo di mercato.

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