Sono i Programmatori i professionisti più richiesti

Che in Italia il settore dell’Information e Communication Technology continui
a favorire la crescita dell’occupazione e la nascita di nuove imprese, lo si
sapeva già. Come si è ormai capito che quella verificatisi nel nuovo mercato è
senz’altro la crescita più sostenuta del momento, persino rispetto a quanto
fatto registrare nei comparti industria e servizi.
A questo punto, forse,
l’unica vera novità della terza indagine annuale sull’occupazione condotta da
Assinform in collaborazione con NetConsulting e la facoltà di Scienze
Statistiche dell’Università di Milano Bicocca è la classifica con le 10 figure
professionali più richieste nel nuovo mercato.
Mettendo a confronto
l’anno 2000 con quello ancora in corso, la top ten in questione da un lato
denota come alcune competenze siano già cadute in disgrazia, dall’altro
testimonia l’avvento di ben quattro new entry. Fermo restando che la discrepanza
tra domanda e scarsità delle competenze richieste continua a farsi sentire,
dalla quinta posizione in poi, la classifica è occupata da Security Manager,
Field Service Engineer, Internet Product o Solution Sales e Product Marketing
Manager. Solo un anno fa l’Account Manager era la figura professionale più
richiesta dal mercato, mentre ora è il Programmatore Xml e Java a essere in
auge. Anche al Projetct Manager non sembra essere andata meglio, ha infatti
dovuto lasciare il posto al Consulente E-business. Pur non essendo scomparse del
tutto, figure come il Progettista di Architetture Software, il Consulente Crm,
il Programmatore Html e il Sistemista di reti Tlc e quello di rete Internet,
hanno dovuto lasciare il posto a nuovi knowledge worker. Un anglicismo nato
soprattutto per indicare figure professionali altamente strategiche per le
aziende che operano nei nuovi comparti del mercato.

I metodi di reclutamento
Ancora una
volta, le difficoltà di reperimento delle figure professionali maggiormente
richieste sono soprattutto da imputare a quella che viene comunemente indicata
come “seniority”, o mancanza di esperienza. Mentre la tendenza ad assumere
personale già formato attraverso la pratica del “passa parola” continua a essere
del tutto in voga. Similmente allo scorso anno, la riconversione del proprio
personale interno con corsi di formazione e aggiornamento, continua a non
generare i risultati attesi. Insieme alle segnalazioni interne, aumentano le
ricerche di personale tramite siti di job posting e società specializzate
soprattutto nel reclutamento di figure professionali di elevato profilo. In
netta ripresa sembra inoltre il canale universitario.

Le difficoltà di un direttore delle risorse umane
La gestione di un knowledge worker rimane
faccenda complessa. E sempre di più va affrontata da un punto di vista
strettamente personale. Chi si occupa di gestire i rapporti con le risorse
umane all’interno dell’azienda deve puntare su tre fattori fondamentali:
attrazione, fidelizzazione, mantenimento. Come? Naturalmente, attraverso i
classici incentivi, ma soprattutto grazie a una gestione ad personam che
fornisca ai soggetti in questione piena visibilità su strategie aziendali
e business model, oltre che la sensazione di condividere linee
strategiche comuni. La sfida è riuscire a intaccare lo spiccato
individualismo che permea e contraddistingue le nuove figure professionali.

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