Slate o tablet; anche Google vuol dir la sua

La società presenta i concept alla base dello sviluppo di nuovi dispositivi, destinati a inserirsi nel filone aperto da Hp e Microsoft al Ces e culminato con l’iPad di Apple. Ma con cuore Chrome.

Chi si fosse in qualche modo illuso che chiuso il Ces di Las Vegas e passata la “sbornia” da iPad della scorsa settimana il discorso tablet potesse essere almeno temporaneamente accantonato, magari in attesa che i dispositive annunciate arrivino davvero sul mercato dovrà ricredersi.
Nell’arena si prepara infatti a scendere anche Google, che ha dichiarato il suo interesse sul fronte tablet computing, naturalmente con Chrome Os nel cuore.

La società, a quanto pare prima del lancio dell’iPad, ha presentato sul sito dedicato al Chromium Project i concept alla base di un tablet in fase di sviluppo.
La presentazione è passata un po’ in sordina, va detto e forse per questo motivo comincia a trovare una certa eco solo in questi giorni.

In realtà, l’annuncio dello sviluppo di un dispositivo tablet o slate che dir si voglia è coerente con la filosofia alla base di tutto lo sviluppo di Chrome Os, progettato per girare su dispositivi differenti, per dimensioni, processore e modalità di input.

Non stupisce dunque che tra le tante ipotesi trovino spazio anche diverse declinazioni di tablet, presentato in dimensioni anche più ampie di quelle che finora abbiamo avuto modo di osservare, con tastiere virtuali, menu pop up, interfaccia multitouch, finestre ridimensionabili e spostabili con il solo tocco delle dita.
Un design quasi futuristico, va detto, soprattutto in considerazione del fatto che Google, forse un po’ più prodiga di dettagli di altri player al Ces, è stata quanto mai vaga sui propri progetti.
”Siamo in fase sperimentale e la user interface è ancora in via di sviluppo e ancora lo sarà almeno fino a quando non avremo deciso quale design è il più adatto ai nostri utenti”.

In ogni caso, e questa sarà senza dubbio la caratteristica del dispositivo, la scelta di Chrome come sistema operative è di per sé una dichiarazione di intenti: poco o niente girerà in locale, ma tutto partirà dal Web.

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