A meta settembre, Ibm annuncer` una revisione radicale della propria linea di workstation e server, che beneficer` degli ultimi ritrovati dal punto divista architetturale.
Ibm si sta preparando a un evento in grande stile (in programma il prossimo
14 settembre contemporaneamente in due diverse città statunitensi) per
lanciare le ultime novità nella gamma di server e workstation Rs/6000.
Di rilievo sarà soprattutto il nuovo top di gamma, battezzato S80 e
conosciuto anche con il nome in codice di Condor. La macchina offrirà da 6
a 24 processori in un configurazione Smp e, secondo il costruttore, avrà
una potenza di tre volte superiore all’attuale dodici vie S7A. La base
architetturale è la scheda processore Smp Pulsar a sei vie e sarà possib
ile
assemblarne fino a un numero massimo di quattro.
Sin qui è stato utilizzato il PowerP NorthStar a 64 bit e 262 MHz,
integrato per la prima volta due anni fa nei modelli S70 Raven (e nelle
varianti As/400). In un primo tempo, l’intento era quello di arrivare a
otto vie, assemblando due schede Apache da quattro, esattamente come è
arrivata a fare ora Intel con il chipset Profusion e i Pentium III Xeon. In
seguito, però, Ibm è riuscita ad arrivare a dodici vie, con una soluzion
e
proprietaria.
I prossimi chip Pulsar useranno il processo di fabbricazione in rame
Cmos-7S a 0,22 micron, migliorando gli 0,35 micron Cmos-6S2 dei NorthStar.
Per il resto, ci saranno solo differenze di secondo piano fra i due
processori, visto che anche i Pulsar avranno due unità per gli interi e un
a
per la virgola mobile. Per quanto riguarda la cache, si parla di 128 Kb a
livello 1 sia per dati che per istruzioni, nonché di un livello 2 esterno
da 8 a 12 Mb. Il clock arriverà a 450 MHz, contro i 340 massimi attuali de
l
NorthStar. Con la futura evoluzione I-Star, che sarà integrata all’inizio
del prossimo anno sugli As/400e (stesso box dei Condor), verranno impiegate
le tecnologie in rame e silicon-on-insulator, con un clock totale destinato
a salire fino a 560 MHz. Le Rs/6000 S80 includeranno anche gli algoritmi
"smart caching", implementati nel silicio che Ibm ha testato su vari
modelli di As/400 e Rs/6000.
Complessivamente, Ibm ritiene di poter ottenere il 65% del triplicamento di
potenza citato prima dai processori più potenti e da un raddoppiamento
della memoria di base (64 Mb, con la possibilità di partire da 96 sui
prodotti di fascia più alta), mentre un altro 25% deriva dal passaggio da
12 a 24 processori Smp in clustering. Il restante 10% è costruito sulla
versione 4.3.3 del sistema operativo Aix.
Oltre al modello S80, Ibm dovrebbe potenziare anche la linea H70, sempre
integrando i processori Pulsar al posto dei NorthStar. Il passaggio di
clock da 340 a 450 MHz dovrebbe qui produrre un incremento in scalabilità
del 33%, che non è un granché, ma il costruttore dovrebbe proporre la
macchina, che si chiamerà H870, allo stesso prezzo del suo predecessore,
cercando così di non urtare troppo le vendite (molto positive sin qui)
della serie H. Infine, è previsto anche l’annuncio dei nodi NightHawk per
la fascia di supercomputer della famiglia Rs/6000, che dovrebbe ospitare i
nuovissimi chip Power3-II, anch’essi con tecnologia di fabbricazione in
rame.
Sul versante low-end, si andranno invece a collocare i thin server
"Pizzazz", con un modello d’ingresso, la Rs/6000 43P 150, che userà
processore PowerPc 604e a 32 bit e potrà far funzionare sia Aix che Linux.
é già previsto il passaggio al PowerPc 750 a 466 MHz (già integrato da
Apple), che fra l’altro è più piccolo e dissipa meno calore del modella
attuale.