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Tutti i servizi della Oracle Cloud Platform diventano autonomi

Le nuove funzionalità automatiche della Oracle Cloud Platform Autonomous Services già presenti in Oracle Autonomous Database rendono tutti i servizi di Oracle Cloud Platform in grado di autogestirsi, autoproteggersi e ripararsi in autonomia.

Con la nuova suite di servizi automatizzati l’azienda applica tecniche di intelligenza artificiale e machine learning in tutti i servizi di nuova generazione, per aiutare le aziende a ridurre costi e rischi, accelerare i processi d’innovazione e ottenere insight predittivi.

Le funzionalità automatizzate sono integrate nell’intera Oracle Cloud Platform, a partire dal  database autonomo, presentato nell’ultima edizione di Oracle Open World.

Oracle Autonomous Database si avvale di Intelligenza artificiale e machine learning per eliminare l’intervento umano, l’errore umano e le operazioni manuali di ottimizzazione, per ottenere livelli di disponibilità senza precedenti, performance elevate e sicurezza, a un costo molto inferiore che in passato.

Numerosi servizi database autonomi, dedicati individualmente a specifici carichi di lavoro, saranno resi disponibili nel corso del 2018: si tratta di Oracle Autonomous Data Warehouse Cloud Service per le analytics, Oracle Autonomous Database OLTP per i carichi di lavoro transazionali e misti e Oracle Autonomous NoSQL Database per operazioni di lettura/scrittura rapide su scala massiva.

Oltre a quanto previsto per Oracle Autonomous Database, nel corso della prima metà del 2018 è in programma il rilascio di funzionalità autonome per la Cloud Platform dedicate allo sviluppo applicativo, a mobile e bot, all’integrazione, alle analytics, alla security ed alla gestione dei sistemi.

Tutti i servizi Cloud Platform hanno in comune funzionalità autonome fondamentali.

Funzionalità “self-driving”, che eliminano il ricorso all’intervento umano per il provisioning, la protezione, il monitoraggio, il backup, il ripristino dei sistemi, la risoluzione dei problemi. Aggiornamenti e patch avvengono automaticamente a sistema funzionante, il ridimensionamento delle risorse di calcolo o di storage è istantaneo, senza causare interruzioni operative.

Funzionalità “self securing”: protezione dagli attacchi esterni e da comportamenti dolosi da parte di utenti interni. Gli aggiornamenti di sicurezza sono applicati in automatico, a sistema funzionante, per proteggere dai cyberattacchi; la cifratura di tutti i dati è automatica.

Funzionalità “self repairing”: in automatico protezione da tutti i downtime pianificati e non pianificati, arrivando fino a una disponibilità del 99,995%, portando la durata mensile delle interruzioni operative a meno di 2,5 minuti – comprese le operazioni di manutenzione pianificata.

Oracle ha anche presentato un Digital Assistant che permette  di interagire su servizi Oracle SaaS e PaaS, incluse le analytics. Offre all’utente una connessione centralizzata per interagire con applicazioni CRM, ERP, HCM e dati di business intelligence; utilizza l’intelligenza artificiale per correlare in modo intelligente i dati e automatizzare i comportamenti dell’utente. Le funzionalità di Oracle Digital Assistant includono integrazione con device che comunicano in linguaggio naturale come Amazon Echo (Alexa), Apple Siri, Google Home and Speech, Harman Kardon (Cortana) e Microsoft Cortana; algoritmi di machine learning basati su reti neurali profonde per processare i messaggi provenienti dai device vocali per comprendere l’input dell’utente finale e agire; indirizzamento intelligente al bot che ha la base di conoscenza adatta per processare l’input dell’utente finale; informazioni su comportamento utente, contesto, preferenze, routine, usate da Oracle Digital Assisant per apprendere automaticamente a raccomandare e automatizzare azioni su tutti i set di dati disponibili, per conto dell’utente.

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