Sei schede video per l’alta definizione

Maggiore qualità visiva e buone prestazioni in attesa del rilascio dei giochi con le nuove librerie DirectX 10.

Settembre 2007 Si è completata questa estate, con il lancio
della serie HD 2000 da parte di AMD, la gamma di schede video che supportano
nativamente le nuove librerie DirectX 10, già presenti nei chip video
di nVidia nella serie 8000. Questo lancio ha permesso così un completo
aggiornamento dell’offerta di prodotti ad oggi presenti sul mercato, garantendo
così la presenza di una gamma di soluzioni pronta per supportare le DirectX
10 a qualsiasi livello, dalla fascia entry-level a quella di alto livello. In
questa panoramica PC Open ha provato sei schede video caratterizzate da un prezzo
inferiore ai duecento euro, appartenenti ai segmenti economico e di fascia media
con lo scopo di identificare la soluzione più adatta non solo a un utilizzo
videoludico, ma anche da inserire nel proprio PC da ufficio per la gestione
della funzionalità multimonitor.

AMD e nVidia, i due principali sviluppatori di architetture per schede video,
iniziano quindi ora la loro battaglia per la leadership del mercato DirectX10:
parte avvantaggiata la seconda che, lanciata da diversi mesi la propria nuova
famiglia, si è già fatta conoscere da buona parte del mercato.
La nuova famiglia con cui AMD tenta di rilanciarsi è invece interamente
fabbricata a 65 nm (solo la HD 2900 XT è prodotta a 80 nm), un nuovo
processo produttivo in grado di miniaturizzare la creazione dei chip, inserendo,
a parità di dimensioni dello stesso un maggior numero di transistor.
La vera rivoluzione è stata apportata nella rinnovata architettura: AMD
ha infatti sviluppato tutte le schede con una struttura a shader unificati (non
esistono più quindi pixel o vertex shader) simile quindi a quanto fatto
da nVidia con la sua serie GeForce 8000.

Le ulteriori feature che la famiglia Radeon HD 2000 introduce posso essere
riassunte in cinque punti:
• Frequenze di clock fino a 800MHz nella 2600XT – rese possibili dal nuovo
processo produttivo (65 nanometri) che garantisce una stabilità anche
a queste elevate velocità di lavoro.
• 700 milioni di transistor nella HD 2900XT e 390 milioni nella 2600XT che
garantiscono una maggiore potenza di calcolo
• Nuove tecnologie di filtro Antialiasing e Anisotropico – introdotte
con le ultime release dei driver catalyst tali filtri permettono una qualità
dell’immagine di alto livello andando a lavorare non solo sullo “scalettamento”
dell’immagine rendendola più omogenea (Anti-Aliasing) ma anche
sulla riproduzione delle texture (Filtro Anisotropico) 
• Crossfire interno – è stato eliminato il collegamento delle
due schede con cavo esterno, sostituito da un bridge inteno, più comodo
e funzionale. Crossfire è il nome che prende la tecnologia sviluppata
da AMD per permettere di collegare due o quattro schede video per poter calcolare
una scena 3D in maniera più rapida ed efficente
• UVD – Tutte le schede (tranne l’HD 2900) integrano al loro
interno questo chip (nome in codice Xilleon) che permette di prendersi carico
della conversione dei flussi video in Alta definzione, scaricando così
il lavoro della CPU.
Nonostante le soluzioni sviluppate da nVidia siano ancora fabbricate con un
processo produttivo a 80 nm, sono in grado di competere ad armi pari con i modelli
della serie Radeon HD 2000: ad oggi il vero elemento di distinzione è
rappresentato dal chip UVD, sul quale AMD punta molto per differenziare la propria
gamma.

Shader Unificati
Tutte le schede video di ultima generazione sono sviluppate con questo tipo
di architettura: sia AMD che nVidia, nel corso degli anni, hanno seguito con
attenzione l’evoluzione del mondo dei videogiochi, che soprattutto negli
ultimi periodi ha incontrato numerosi cambiamenti. Ad oggi tutti i videogame
di ultima generazione utilizzano le schede grafiche in modalità completamente
differenti: a seconda del tipo di scena che deve essere renderizzata, corrisponde
una diversa richiesta di pixel e vertex shader. In presenza di una scheda grafica
prodotta con architettura fissa (di passata generazione) è possibile
quindi che in determinate scene le unità vertex risultino saturate e
quelle pixel completamente scariche; l’architettura a shader unificati
è stata introdotta proprio per gestire al meglio e in maniera dinamica
queste situazioni velocizzando i tempi di rendering.

Come abbiamo fatto i test
La sessione di testing oltre ad analizzare le qualità costruttive della
scheda video, valutando elementi quali la silenziosità di funzionamento
e l’efficienza del sistema di raffreddamento durante ogni fase (prima
in idle e successivamente durante il momento di massimo carico), prevede anche
l’esecuzione di benchmark in grado di fornire risultati precisi. Per avere
quindi un indice preciso delle reali prestazioni delle schede video, il laboratorio
di PC Open ha utilizzato prima 3Dmark06, una utility sviluppata dalla soft­ware
house Futuremark “ad Hoc” per l’analisi proprio di tali componenti,
e successivamente, grazie all’esecuzione del videogame Prey è stato
possibile ottenere, attraverso un report in FPS (frame al secondo), un ulteriore
indice prestazionale delle schede video testate.

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