Se l’It è malata serve una Dynamic It

Frank Gens senior vice president di Idc traccia il profilo dell’It di nuova generazione. Meno investimenti sulle strutture e più soldi all’innovazione. Ai Cio il ruolo di avvicinare sempre di più l’It al business delle loro imprese

Nelle imprese degli Stati Uniti la spesa It finisce il 62%
in infrastrutture e operations (quelle che secondo Nicholas Carr servono per
“tenere accesa la luce”) e solo il 38% viene finalizzato all’innovazione. In
Europa è peggio: il 79% delle risorse va nella struttura e solo il 21% in
innovazione.
I dati presentati da Frank Gens, senior vice president di Idc
in occasione del Cio Summit, organizzato in collaborazione con Idg, sono meno drammatici rispetto a quelli indicati da
Nicholas Carr nella stessa occasione ma confermano la gravità del problema.


“Se si vuole rimettere l’It al centro dei processi di
innovazione delle imprese – sostiene Gens – è necessario rivedere i principi che
stanno alla base delle architetture It”. Una sfida che Gens spiega ricordando
che l’It attuale ha sostanzialmente una doppia anima: una It operations che ha
la responsabilità delle “operational efficiency” e un’anima legata alla business
process che invece serve per la “responsiveness to market”. “È necessario
integrare queste due anime – afferma Gens -creando una Dynamic It che faccia
riferimento a sei principi inderogabili”.


Ed su questi principi, suddivisi in quattro di tipo
tecnologico e in due destinati al business, che prende forma quell’It del futuro
che i Cio devono prima plasmare e poi guidare. Gens stabilisce le sue priorità:
Service Oriented Architecture, Virtualized Resource Model (e qui Gens chiama in
causa i web service), Standard Based Components e Business Process Centered
Management. Ma l’accento più sostenuto Gens lo dedica ai due principi che fanno
riferimento al mondo business: Flexible Operating Cost e Flexible Sourcing Model
spiegando che l’It deve essere più vicina al business e deve rispettare le
logiche del business senza inerzie sia quando si tratta di crescere sia quando
si tratta di agire per contenere i costi. Un risultato che si può ottenere
pianificando la nuova It sui principi della flessibilità.


Ma Gens ricorda pure che il cammino verso la Dynamic It è
lungo e difficile e che può iniziare solo con il consenso e con le decisioni dei
Cio: “Il primo elemento di questa fase di passaggio deve essere rappresentato
dalla capacità di indirizzare i nuovi investimenti verso questo nuovo modello di
It”. In altre parole di rompere con la logica degli investimenti in It destinati
solo all’infrastruttura per dare spazio a quelle infrastrutture che consentono
di innestare con più facilità processi di innovazione. Il consiglio di Gens ai
Cio è quello di stabilire una road-map che sappia individuare alcuni punti fermi
e concentrare le proprie risorse sul raggiungimento degli obiettivi che devono
poi essere estesi al resto dell’azienda come best practices e come modelli di
riferimento.


Ultimo ma certamente non meno importante il ruolo dei
vendor: “Tanti produttori sono già ben posizionati per fornire soluzioni o
componenti per la Dynamic It ma certamente l’ecosistema dei fornitori sarà a sua
volta plasmato dalle scelte e dalle metodologie dei Cio”. Uno scenario, quello
di Gens, che prefigura un sistema dell’offerta e soprattutto della system
integration che verrebbe ridisegnato dalle scelte strategiche dei
Cio.

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