Carr-Pontremoli: al Cio Summit vince la nuova It

Interviste esclusiva di 01net con Nicholas Carr del Mit di Boston e Andrea Pontremoli, amministratore delegato di Ibm Italia. Le aziende di medie dimensioni con una It Leggera e vicina al top management sono in vantaggio nei processi di cambiamento

L’It può ancora rappresentare un vantaggio competitivo per le aziende o
rappresenta ormai una semplice utility? E’ ancora sinonimo di innovazione o
viene piuttosto percepita come “burocracy” appesantita e inefficiente? Al Cio
Summit organizzato da Idc e Idg va il merito di aver saputo rappresentare queste due scuole di
pensiero anche con un pizzico di coraggio nell’invitare sul palco un
“fustigatore” della tradizione It come Nicholas Carr.
01net ha voluto
cogliere questa occasione per mettere a confronto le “forti” tesi di Carr con il
pensiero “forte” di Andrea Pontremoli, presidente e amministratore delegato di
Ibm Italia, un protagonista del Cio Summit e soprattutto un uomo che crede
fortemente nella capacità dell’Information technology di creare nuovo valore per
le imprese.
 
 
Nicholas Carr è diventato famoso come editor
della prestigiosa rivista Harward Business Review pubblicando un articolo (IT
doesn’t matter) nel quale metteva radicalmente in discussione la capacità
dell’It di generale un valore competitivo per le imprese.  A quell’articolo
era poi seguito un libro (Does IT matter?) nel quale si partiva dal presupposto
che è l’attuale cultura dell’It a non essere ibn grado di produrre valore.
Esiste una It del futuro che oggi Carr chiama IT’s Next che deve essere creata
ma sulla quale pesano le scelte del passato.


01net a Nicholas Carr
Ai tempi di Does IT Matter? Lei
sosteneva che le aziende devono concentrarsi sulle vulnerabilità e non sulle
opportunità, che non devono innovare ma seguire chi fa innovazione e che in
definitiva l’It non cambia il “destino” delle imprese chela adottano. Conferma
queste sue convinzioni?

Nicholas
Carr
Sostanzialmente si. Sono convinto che l’It è destinata a
diventare una utility al pari dell’energia elettrica e che la sua stessa
produzione ed erogazione seguirà un modello analogo a quello delle utility. E’
un bene di cui non si potrà fare a meno e che come tale non rappresenta più un
vantaggio.


01net a Andrea Pontremoli
Cosa pensa delle tesi di
Carr e del ruolo dell’It come strumento per aumentare il valore delle
imprese?

Andrea Pontremoli
Certo che l’It può
aumentare il vantaggio competitivo delle imprese! Il vero problema, ed è lo
spunto che apprezzo nelle tesi di Carr, è di non omologarsi, di non lasciare
appiattire i valori distintivi che possono essere sviluppati attraverso
l’Information technology. Le aziende devono puntare su valori differenziali,
devono abbandonare l’idea di voler fare tutto a tutti i costi. In questo
scenario l’It rappresenta un formidabile strumento di innovazione e di
competitività.


01net a Carr
Lei ha messo sotto accusa anche i
modelli di riferimento dell’It spending delle grandi compagnie sostenendo
provocatoriamente che la maggior parte delle risorse economiche investite in It
servono solo per “tenere accesa la luce” e che una eccesso di It comporta sia un
aggravio di costi che una diffusione di inefficienze. E poi ha lanciato un nuovo
messaggio IT’s next, la prossima It. Come ci si
arriverà?

Carr
Una quota variabile dal 70 al 90%
dei budget viene usata per far “funzionare le macchine”. Si tratta di
investimenti indifferenziati che non aumentano il valore delle imprese, ma che
servono solo “per tenere accese le lampadine dell’It”. E’ un valore enorme che
sottrae risorse all’innovazione. Scendendo nel dettaglio dei componenti It
stimiamo che i server vengano usati per meno del 35% della loro potenzialità, i
pc per meno del 5% e il network storage per meno del 50%. Quel che peggio è che
il 60% delle risorse umane dell’It sono dedicate a supporto e manutenzione. La
prossima It dovrà partire dal presupposto che l’energia It non deve per forza
essere generata all’interno delle imprese, ma può essere erogata da fornitori
indipendenti che stanno altrove. Deve cambiare l’organizzazione, la visione
dell’It, le architetture e ovviamente le politiche di It
spending.

01net a Carr
Lei parla sempre di grandi
corporations, ma in Italia lo scenario è costituito soprattutto da aziende di
piccole e medie dimensioni. Come applica la sua visione a una realtà fatta di
aziende caratterizzate da una scarsa presenza di
It?

Carr
Le aziende con “poca It” presentano in
questo scenario una serie di vantaggi. Non sono appesantite da ingenti spese
“obbligate” e possono pilotare le loro scelte con maggior rapidità verso
progetti che siano effettivamente in grado di creare valore. In sostanza ritengo
che le media aziende possano godere di una posizione di vantaggio.


01net a Pontremoli
Riconosce un vantaggio per la
media azienda nella ricerca e nel conseguimento di un vantaggio competitivo
tramite l’It?

Pontremoli
Usando una metafora
calcistica le medie aziende devono prima di tutto decidere a quale torneo
vogliono giocare, a che livello di competizione intendono misurarsi. Questo è
fondamentale perchè ormai la competizione nella stragrande maggioranza dei
settori è una competizione a livello globale e per sostenerla servono
infrastrutture e soluzioni adeguate. Un’azienda che decide di sottrarsi a queste
scelte decide di perdere spazi importanti di competitività. In sostanza, la
questione non è limitata alle dimensioni delle imprese ma ai loro obiettivi in
termini di competitività.

01net a Pontremoli
Ma
quelle che decidono di puntare sulla competitività e sull’It come leva
strategica sono avvantaggiate rispetto alle grandi corporation, come sostiene
Carr?

Pontremoli
Ci sono alcune caratteristiche
delle medie aziende che possono effettivamente tradursi in un reale vantaggio,
ma non guarderei tanto alle minori dimensioni del “parco installato” come a un
“minor peso” da sostenere, quanto alla capacità delle aziende di queste
dimensioni di prendere decisioni in modo più rapido, di analizzare i problemi
con una capacità di sintesi che è più difficile ottenere nelle grandi compagnie.
Questo può essere un vantaggio.

01net a
Pontremoli
E dunque alla capacità di fare innovazione in modo
più rapido…

Pontremoli
Fare innovazione è
fondamentale ma occorre farla anche nei modi e nei tempi giusti. La capacità di
sintesi nella valutazione dei problemi e delle opportunità e la rapidità nel
prendere decisioni rappresentano un eccellente piattaforma di sviluppo per fare
innovazione.

01net a Pontremoli
Quanto pesa il fatto
che nelle medie aziende la figura del Cio o del responsabile It è molto vicina a
quella dell’imprenditore e ha quindi la capacità di influenzare direttamente le
decisioni del top management?

Pontremoli
Questo è un
fatto fondamentale. Più l’It è vicina al top management e più aumenta la propria
capacità di creare valore.

01net a Pontremoli
E’
dunque fondamentale il ruolo del
Cio


Pontremoli
E’ strategico, soprattutto se
pensa all’innovazione. Ed è ad esempio significativo che nelle imprese
focalizzate sui prodotti il Cio ha tendenzialmente un ruolo meno importante
rispetto alle aziende focalizzate sui servizi.

01net a
Carr
Che ruolo attribuisce al Cio nella sua
visione?
 
Carr
Molto importante ma un Cio che di
fatto opera su scelte obbligate o che è costantemente oppresso dalla riduzione
dei costi non ha la possibilità di incidere sul destino della propria impresa.


01net a Carr
Dunque?


Carr
Serve uno scatto in avanti, decisioni coraggiose e
la volontà di concretizzare la IT’s Next
 


 

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