Sco Linux Server 4.0. L’assalto a Windows parte dalla Lsb

Il ritorno di Sco sigla anche il primo prodotto ufficiale sotto il cappello United Linux, che fa leva sulla tecnologia Linux Standard Base. La roadmap sulle versioni del kernel, per garantire un business accettabile, prevede di offrire almeno un anno di continuità senza “service pack”.

Un approccio pragmatico a Linux: quello che era il tratto caratteristico di Caldera, sembra rimanere immutato anche ora che Sco è tornato ad essere il brand principale della società statunitense.


Il parere di The Sco Group, ampiamente condivisibile, è infatti che le porte delle aziende si possono aprire facilmente solo a un Linux probabilmente meno romantico, ma esattamente tagliato sulle esigenze delle aziende, cioè stabile e sicuro sotto tutti gli aspetti.


Tutto ciò si traduce, anche, in scelte che possono non entusiasmare i puristi Linux, per esempio non inserire nelle distribuzioni le ultimissime versioni dei pacchetti, ma solo quelle stabili e certificate. Ma, soprattutto, si declina nell’utilizzare standard aziendali per Linux e nel contribuire attivamente alla loro definizione.


Caldera era stata fra le prime ad aderire all’iniziativa Lsb (Linux Standard Base), e ora Sco è fra le primissime a rilasciare un prodotto, Sco Linux 4.0, sotto l’egida United Linux, la cordata transnazionale che vede fra i fondatori anche Conectiva, Suse e Turbolinux e che si prefigge, appunto, di disegnare una versione Linux per il mondo aziendale produttivo.


Coerentemente, Sco Linux Server 4.0 è indirizzato alle piccole e medie imprese: si colloca in esplicita e diretta concorrenza con le soluzioni backoffice di Microsoft. Dispone di tutti i servizi necessari a un "office server", quali file e print sharing e funzioni di controllo di dominio compatibili Microsoft Nt 4, ma anche servizi avanzati come la gestione delle Vpn con IpSec. Per farlo, si appoggia ai protocolli aperti più diffusi e sulle soluzioni open source disponibili sul mercato, come già accennato, nella loro versione più stabile. La scelta evidenzia ancora il pragmatismo di Sco: mentre nella gestione Caldera, infatti, si poteva notare una certa ostilità alla causa dell’open source, la nuova collocazione in ambito United Linux ha senza dubbio ammorbidito la posizione di Sco in merito. La società, comunque, continua a integrare nel prodotto parti sviluppate autonomamente, ma in misura minore di quanto avveniva nelle distribuzioni marchiate Caldera, indirizzando lo sforzo produttivo indipendente principalmente verso prodotti che girano sopra il sistema operativo, quali Volution Manager e Volution Messaging Server.


Molte parti del nuovo prodotto, inoltre, sono il frutto diretto della collaborazione interaziendale United Linux, a partire dall’installatore, che è lo Yast sviluppato originariamente da Suse, ma anche il kernel, i driver e i sistemi per l’autoprobe. Accanto alla stabilità e alla sicurezza, Sco identifica il supporto come ulteriore cardine per il definitivo successo di Linux in azienda. Non a caso Sco Linux Server 4.0 è disponibile in quattro versioni, che si differenziano però esclusivamente per il tipo di assistenza fornita. Si va dalla Base, che comprende un anno di maintenance e bug fix, fino alla Enterprise, che arriva a garantire un tempo di risposta massimo di un’ora lavorativa. Il nuovo prodotto Sco, quindi, sembra avere le potenzialità per poter competere con Microsoft nella fascia server midrange. Per questo, sarà particolarmente aggressiva anche la politica dei prezzi, che dovrebbero partire dal circa 650 euro della versione Base per arrivare ai circa 2mila euro della versione Enterprise: prezzi, quindi, leggermente inferiori anche a quelli dell’altro concorrente dichiarato, questa volta in ambito Linux, cioè Red Hat con il suo Advanced Server.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome