Sco-Linux: la parola a Ibm

Ibm presenta a sua volta una denuncia ufficiale contro Sco, accusata di aver violato il Gpl e 4 suoi brevetti

8 agosto 2003 Risparmiandovi il riassunto delle
puntate precedenti, già fatto due giorni fa in occasione dell’annunciato pricing
delle licenze da parte di Sco, ecco gli ultimi sviluppi.
La contromossa di
Ibm, che fino a questi giorni aveva evitato commenti pubblici
in vista del dibattimento al quale è stata chiamata da Sco nel mese di marzo, è
una controdenuncia, depositata presso un tribunale dello
Utah.
In una lettera interna, i cui contenuti sono stati però comunicati alla
stampa statunitense, Ibm spiega i capi di imputazione: di
fatto accusa a sua volta Sco di aver violato il Gpl
(General Public License) a suo tempo sottoscritto.
Il Gpl, di fatto alla
base di tutto quanto ruota intorno a Linux, autorizza chiunque a utilizzare o
distribuire il sistema operativo dal momento che le modifiche e i cambiamenti
vengono resi pubblici.
Ibm sostiene che Sco le abbia illecitamente revocato i
diritti di licenza, diritti che il contratto statuisce come irrevocabili.
E
se proprio di proprietà intellettuale si deve parlare, è semmai Sco che
ha violato quattro brevetti Ibm
con UnixWare, Open Server, Sco Manager
e Reliant Ha.
Sco resta naturalmente ferma sulle sue posizioni, così come lo
resta l’intera comunità Linux, pronta a seguire le orme di Red Hat e a creare
fondi per aiutare le realtà di più piccole dimensioni a sostenere eventuali
spese legali nella causa.

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