Home Gestione d'impresa Riforma partite Iva cosa cambia nel 2017

Riforma partite Iva cosa cambia nel 2017

Ammontano a quasi 160 miliardi di euro le entrate Iva non riscosse dall’Unione Europea nel 2014. Secondo quanto dichiarato in calce a un rapporto della Commissione Europea il cosiddetto “divario dell’Iva” si presenta a livelli inaccettabilmente alti.

Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: “Gli Stati membri perdono decine di miliardi di euro in gettito IVA non riscosso: è inaccettabile. Il regime attuale è deplorevolmente inerme di fronte ai problemi delle frodi e degli errori di calcolo in ambito IVA, ed è evidente che da sole le cifre non migliorano”.

La commissione competente, dunque, esorta l’Unione Europea a riformare il regime dell’Iva al fine di contrastare la frode e renderlo più efficiente. L’idea è che gli Stati Membri debbano dar seguito al piano d’azione presentato lo scorso aprile che culmini in uno spazio unico europeo dell’Iva e che si accordino su una direzione unica da percorrere, per adottare un regime definitivo per gli scambi transfrontalieri nell’Unione Europea.

Scendendo nei particolari, secondo il rapporto il divario dell’Iva nei paesi membri va dal 37,9% della Romania all’1,2% della Svezia.

L’Italia, che si posiziona tra i paesi in testa alla classifica con il 27,55%, detiene il record del valore più alto in cifre (quasi 37 miliardi di euro nel 2014) mentre il Lussemburgo vanta il minimo di 147 milioni di euro.

Scorrendo la tabella, visibile qui, scopriamo che peggio dell’Italia fanno, oltre alla Romania, Malta, Grecia, Lituania e Slovacchia mentre, gli Stati più ligi, ovvero che registrano un divario dell’Iva inferiore al 5% sono solo Svezia e Lussemburgo.

In termini assoluti, i Paesi che vantano un deficit Iva superiore ai 10 miliardi di euro sono, oltre all’Italia, Francia, Germania e Regno Unito.

Rispetto al 2013, comunque, il divario dell’Iva nel 2014 è diminuito di 2,5 miliardi di euro, ma continuano a esserci enormi discrepanze nelle prestazioni dei singoli Stati membri per quanto riguarda l’osservanza del regime. Circa 18 Stati membri hanno registrato un miglioramento delle cifre, mentre otto Stati membri, tra cui l’Italia, non sono riusciti riscuotere un gettito IVA superiore a quello dell’anno precedente.

Le stime per il 2014 sono più precise rispetto agli anni precedenti grazie al miglioramento dei dati contabili forniti dagli Stati membri dell’UE, in conformità alle nuove norme internazionali.

A seguito del piano proposto ad aprile del 2016, la Commissione Europea presenterà nel 2017 proposte legislative volte a ristabilire il principio d’imposizione dell’IVA sugli scambi transfrontalieri all’interno dell’Unione Europea. Le frodi transfrontaliere concorrono ogni anno per 50 miliardi di euro al divario dell’Iva; il nuovo sistema dovrebbe ridurre le frodi transfrontaliere dell’80 % (circa 40 miliardi di euro).

Le novità allo studio per le partite Iva

Anche per questo motivo in Italia è allo studio la riforma del regime delle partite Iva da introdurre nella legge di stabilità 2017. Si parla di semplificazione degli adempimenti e agevolazioni per chi adotterà la fattura elettronica non solo nei rapporti con la Pa.

Si prevede, inoltre il riconoscimento legislativo esplicito dell’abolizione dell’Irap 2017 per alcune categorie di professionisti, l’abolizione degli studi di settore per i professionisti e la possibile introduzione della flat tax sul reddito di impresa, ovvero un unico scaglione con un’aliquota sul reddito delle società di capitali, di persone, ditte individuali, professionisti e autonomi uguale e pari al 27,5%.

I titolari di partita Iva, in questo modo, sarebbero sottoposti a due livelli di tassazione, l’aliquota di cui sopra applicabile agli utili non distribuiti e l’Irpef da applicarsi in base a fasce di reddito sugli utili distribuiti.

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