Reti ottiche e broadband nel futuro di Marconi

Dopo aver trovato una soluzione ai problemi finanziari, sostanzialmente “cedendosi” ai propri creditori, l’azienda ora punta a una crescita “ragionata”, in aree specializzate.

Nel futuro di Marconi sembra esserci la ricerca della specializzazione, in particolare nei comparti delle reti ottiche e dei sistemi broadband. Il rilancio strategico sarà il passo successivo all’accordo, da poco firmato, che ha portato i creditori dell’azienda a diventarne i proprietari, relegando gli attuali azionisti a uno 0,5%, con l’intento di trovare una via d’uscita alla perdurante crisi finanziaria. Il produttore britannico di strumenti per le telcomunicazioni non prevede un recupero per i propri mercati di riferimento storico prima della fine del 2003, ma il riassestamento finanziario appena iniziato dovrebbe consentire di “resistere” anche oltre questo orizzonte temporale.

L’accordo concluso porterà Marconi a esaurire il debito netto, arrivato a 4 miliardi di sterline, per riemergere con risorse di cassa per 635 milioni di sterline. L’azienda verrà di fatto liquidata e nascerà una nuova “Marconi Corp.”. La società si è trovata in crisi profonda per colpa del precedente management, che, incurante dell’indebitamento, si è imbarcato in una strategia di espansione per acquisizioni, con l’intento di creare un fornitore globale di sistemi di telecomunicazioni end-to-end. Al di là di un iniziale apprezzamento in Borsa, quando i carrier hanno iniziato a stringere la cinghia degli investimenti, per la “vecchia” Marconi è stato il crollo.

La nuova realtà, invece, si concentrerà su punti di forza, come le reti ottiche e i sistemi broadband, laddove l’offerta si può arricchire con i servizi. Telecom Italia è fra le società che l’azienda britannica si troverà a dover contrastare. In Europa, secondo il Ceo Mike Parton, Marconi ha poi margini di crescita nelle tecnologie Sdh e Dwdm. Le reti ottiche rimarranno comunque il punto di forza, capaci di produrre il 40% del fatturato complessivo. Il business plan prevede una crescita fino a 2,6 miliardi di sterline nel fatturato entro il 2004, per arrivare a 3,4 miliardi tre anni dopo.

Di sicuro, continuerà la politica di taglio selvaggio dei costi. Le spese operative dovranno essere portate dagli 890 milioni di sterline dell’ultimo trimestre a 520 milioni nel 2004, il che fa pensare a probabili nuovi ridimensionamenti dell’organico.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome