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Recovery plan, NTT: chi innova in digitale crea bene comune

Intervista a Emanuele Balistreri, Country Managing Director per NTT Ltd. in Italia

Abbiamo realizzato un ciclo di interviste con le principali società ICT e digitali sul 2021, alla luce del tema del Recovery plan, il piano per la ripresa, economica e sociale, delle nazioni europee.

Il governo italiano lo ha chiamato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Europa ha varato la formula Next Generation EU. A noi, nella sede che ci compete, quella tecnologica, piace declinarlo come Next Generation IT: IT inteso, sia come Information technology, sia come Italia.

Otto domande, le cui risposte ci consentono di portare a evidenza la posizione della società e a costruire un quadro complessivo di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.

Il contesto di partenza, dunque, è quello del Recovery Plan. Dei 196 miliardi di euro che potrà investire il nostro paese, quasi 49 miliardi saranno destinati alla trasformazione digitale della società italiana. Ma il digitale entrerà anche negli altri settori: la sanità, l’istruzione, le infrastrutture e la transizione verso la sostenibilità energetica e ambientale. In tutti questi ambiti il ruolo dell’ICT sarà centrale nel 2021.

Li affrontiamo sulla base di sette argomenti più uno: tecnologie per il recovery plan, smart working, data driven, cloud, cybersecurity, intelligenza artificiale, 5G. L’ottavo elemento è quello “celato” nel DNA della società e connota in modo inequivocabile e distinguibile la cifra tecnologica, il contributo che darà allo sviluppo digitale nazionale.

Intervista a Emanuele Balistreri, Country Managing Director per NTT Ltd. in Italia

Nel contesto del recovery plan – next generation IT, quali sono le leve tecnologiche che andranno mosse per prime, per ottenere quali obiettivi?

L’inaspettato scenario contestuale alla crisi che ha caratterizzato il 2020 ha contribuito a rafforzare l’importanza del ruolo che l’IT gioca nel processo di trasformazione delle organizzazioni sopratutto in un’ottica di una visione a lungo termine. Oggi possiamo contare su tecnologie potenti e innovative in grado di aiutare le organizzazioni a realizzare i nuovi obiettivi di sicurezza, di supportare una crescita sostenibile e ridurre la pressione ambientale.

Tra i fattori cruciali già identificati negli ultimi anni che predomineranno, si evolveranno e subiranno un’accelerazione: una mentalità completamente incentrata sul digitale, reti e infrastrutture sicure e ottimizzate per il cloud; un uso intelligente dell’intelligenza artificiale, automazione, API aperte e analytics e gestione dei dati, che insieme contribuiscono a creare un’esperienza positiva, più connessa e fluida per dipendenti e clienti, che è tra le priorità nelle strategie future di business.

Ecco perché crediamo che saranno necessari investimenti infrastrutturali per potere abilitare e supportare al meglio queste nuove tecnologie e contribuire così allo sviluppo di nuovi stili di vita e nuove modalità lavorative a favore di ambiti aziendali e di una società sempre più intelligenti e sostenibili.

Lo smart working diventerà strutturale: con quali impatti tecnologici e organizzativi, in termini di workflow?

I continui adattamenti per far fronte alle nuove sfide, conseguenti alla pandemia, impongono alle organizzazioni di sviluppare una strategia di workplace più robusta in grado di supportare la propria forza lavoro ibrida distribuita e per la quale il benessere dei dipendenti diventa la priorità delle aziende sempre più consapevoli che soddisfare le nuove esigenze lavorative contribuirà a una maggiore flessibilità, produttività e business continuity.

Di conseguenza, anche gli spazi lavorativi fisici di nuova concezione verranno ripensati e riprogettati sulla base di modelli di activity-based working e con l’obiettivo di includere team virtuali, spazi dedicati alla collaboration, alla creatività e alla condivisione delle idee.

Tutto questo supportato da un cambio culturale aziendale e abilitato da sistemi intelligenti, che sfruttano gli analytics di workplace, per offrire una migliore esperienza del dipendente, e da un utilizzo più innovativo e massiccio delle soluzioni di collaboration oggi disponibili e sempre più aperte, che rende però necessaria una formazione adeguata affinché i dipendenti prendano dimestichezza con le nuove piattaforme e applicazioni digitali. Non solo, deve essere coadiuvato da una strategia di trasformazione digitale a lungo termine che preveda anche l’implementazione di nuove policy per aiutare i dipendenti a lavorare all’interno di nuovi modelli operativi e a rimanere connessi in tutta sicurezza.

Stiamo costruendo una società che deve imparare a coltivare i dati sin da quando nascono. Cosa servirà fare, soprattutto sul fronte delle Pmi?

I dati costituiscono il vero patrimonio di un’azienda e l’elemento capace di creare valore e differenziazione sul mercato, garantendone così la competitività. I dati diventano così il fulcro per la trasformazione digitale poiché le informazioni che ne derivano consentono di riprogettare e riposizionare l’intera organizzazione.

L’automazione, l’analisi aumentata e l’intelligenza artificiale sono le chiavi che aiuteranno le organizzazioni a sbloccare il valore che risiede nei dati raccolti nei sistemi e nelle applicazioni in tutta l’azienda. L’automazione, pertanto, dovrà essere una priorità, poiché semplicemente non esiste altro modo per elaborare questi enormi volumi di dati.

Troppo spesso però l’offerta dei principali provider è tarata per un target consumer/prosumer/microimpresa che offre prodotti molto standard e poco differenziati oppure per i grandi clienti con elementi modulari che possono costuire servizi personalizzati sartoriali, solo se si hanno specifiche competenze interne.

Avvertiamo l’esigenza da parte delle medie aziende, ossatura del nostro sistema industriale, di potersi affidare a soggetti che riescano a creare servizi che non siano più one size fits all, ma che siano abbastanza standard ed ingegnerizzati da poter essere gestiti con strutture interne snelle.

Nel 2021 il cloud sarà per tutto e per tutti: il multicloud diventa la nuova pista di decollo?

Il livello di maturazione del multicloud lo colloca indubbiamente come una componente principale e abilitante della trasformazione digitale degli ambienti IT aziendali, ma perché sia realmente efficace è necessario avere un quadro chiaro degli obiettivi, dei vincoli e dei risultati di business. Inoltre, bisogna essere consapevoli che il multicloud non è una soluzione in grado di risolvere tutte le problematiche che i team IT si trovano ad affrontare: ogni azienda deve creare la propria roadmap in funzione delle proprie e specifiche necessità. Qualsiasi strategia multicloud sostenibile deve considerare il maggior numero possibile di modelli di distribuzione IT, inclusi cloud pubblici/privati, servizi di hosting, infrastrutture iperconvergenti (HCI) e data center iperscalabili.

Fondamentale per raggiungere questi obiettivi, un’infrastruttura tecnologica dotata della flessibilità e dell’agilità necessaria per adattarsi e rispondere velocemente alle mutevoli esigenze che quest’era impone.

Al pari della salute, la sicurezza è sempre più un tema da regia nazionale. Per quella digitale l’Italia è chiamata a fare un passo avanti. Cosa servirà per compierlo?

In questo particolare momento storico, la sicurezza si rivela essere un aspetto cruciale per la sopravvivenza delle aziende. A fronte di crescenti attacchi sempre più sofisticati, che sfruttano sia le vulnerabilità della situazione contingente alla pandemia sia una più ampia connessione di persone e dispositivi alla rete, la sicurezza deve essere considerata come una funzione centrale del business, progettata per proteggere le risorse e implementata per mitigare i rischi.

Mettere a fattor comune le intelligenze e gli asset sviluppati da tante realtà prestigiose, sia pubbliche che private, sviluppare un approccio olistico, che garantisca una unità operativa ma che sia aperto ai contributi di tanti e i cui risultati possano essere a beneficio di molti, ci sembra la strada più interessante e strategica da percorrere, pronta ad integrarsi con altre strutture europee e in grado di generare valore e un incremento immediato della sicurezza per le aziende che vi si federeranno.

Ecco dunque che l’introduzione e l’implementazione del concetto di cyber resilienza e di un approccio secure-by-design diventano fondamentalmente necessari per affrontare con successo i periodi di incertezza e i cambiamenti improvvisi perché consentono di continuare a operare indipendentemente dagli eventi informatici e permettono alle organizzazioni di prepararsi, prevenire, rispondere e riprendersi con successo, proteggendo il proprio status senza interrompere o compromettere le normali attività.

Sdoganata dalle applicazioni consumer, l’intelligenza artificiale non sembra più essere un “nemico” della società. In che modo la vedremo messa a frutto per la crescita del Paese?

L’intelligenza artificiale è uno degli elementi di questa nuova era digitale ed è già profondamente radicata nella nostra vita lavorativa e privata, nonché nei processi di business. Numerosi gli ambiti di applicazione in cui l’intelligenza artificiale ha già dato dimostrazione delle potenzialità e dei benefici a cui tendere. Il Tour de France, che ci ha visti coinvolti in prima linea come sponsor tecnologico per offrire un’esperienza visiva sempre più coinvolgente e partecipativa, così come il progetto Connected Conservation, a beneficio della conservazione delle specie animali a rischio di estinzione, cosituiscono alcuni esempi concreti e replicabili in differenti e svariati ambiti industriali e sociali, sempre e comunque in un’ottica di uno smart world capace di trasformare in meglio il modo di vivere, lavorare e interagire della nostra società. Applicata al comparto sanitario e inserita nei progetti di smart city o in contesti di Industry 4.0, dove ancora troppo spesso l’automazione è una prerogativa dei grandi gruppi industriali, l’intelligenza artificiale promette di offrire maggiore sicurezza per i cittadini e lavoratori, migliorare i contesti urbani, sostenere l’ambiente e garantire il progresso scientifico e il benessere e la salute dei pazienti.

Il 5G è alle porte. Come si potrà partire contestualizzandolo nei settori del recovery plan?

Grazie alle promesse che il 5G introduce in uno scenario sempre più digitalizzato e complesso, questa tecnologia pone le basi per rispondere con successo alle differenti missions definite all’interno del recovery plan. Purtroppo, nonostante l’interesse generato da questa tecnologia innovativa, ancora oggi ci sono degli interrogativi aperti, in tema di salute, ambiente ed efficacia, che gettano scetticismo e ne frenano l’adozione.

Ma è innegabile che, grazie alle sue peculiarità, il 5G sia in grado di abilitare tutte le più moderne tecnologie di intelligenza artificiale, IoT,  ecc., necessarie alla reale trasformazione e innovazione delle aziende, delle comunità e del Paese nel suo insieme. L’imminente smart word, e le conseguenti interconnessioni, a cui tutti aspirano per un mondo più connesso e sostenibile non può prescindere da una maggiore affidabilità della rete e dalla potenza e velocità di elaborazione dell’enorme mole di dati generata dal crescente numero di dispositivi/oggetti connessi alla rete. Questo vale per molteplici ambiti della vita quotidiana e lavorativa: dalle smart city alle fabbriche intelligenti, dalla telemedicina alla dalla guida autonoma e intelligente. Il tutto con l’obiettivo finale di rispondere alle nuove esigenze delle aziende e dell’utente moderno che potranno così accedere a una serie di servizi pubblici e privati e al servizio della comunità.

L’ottavo elemento: cosa caratterizzerà l’agire di NTT nel 2021?

Mai come in questo ultimo anno, abbiamo compreso come la tecnologia sia fondamentale per affrontare i tempi di crisi e di incertezza e supportare individui e organizzazioni nella propria vita quotidiana e lavorativa. Ciò non fa che confermare la convinzione di NTT che da sempre crede che il potere della tecnologia sia in grado di contribuire in modo positivo al benessere della società nel suo complesso.

Quali promotori e abilitatori della trasformazione a beneficio delle persone, della collettività e dell’ambiente, abbiamo potuto dimostrare nel concreto queste potenzialità, operando in prima linea al fianco delle aziende in questo periodo difficile e complesso.

L’innovazione, da sempre insita nel DNA di NTT, costituirà quindi il vero valore di differenziazione e il motore per accelerare il percorso di trasformazione delle organizzazioni di tutto il mondo a favore di un futuro più connesso e sostenibile.

Le forti sinergie con NTT Reasearch e NTT Disruption in tal senso continueranno a fare della open-innovation e della co-innovazione il nostro elemento distintivo in quanto ci consente di beneficiare della cooperazione e collaborazione di ricercatori interni ed esterni in grado di accelerare il processo di innovazione.

Questo ci permette di offrire una tecnologia avanzata capace di contribuire al bene comune, di affrontare le sfide universali, ambientali e sociali, e di supportare la transizione vero un mondo più intelligente dove i dati, gli individui e le organizzazioni sono sempre più interconnessi e intelligenti.

Non è un caso che NTT sia diventata, insieme ad altri 16 giganti mondiali, un Business Avenger, consolidando il proprio impegno nel raggiungere gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Global Goals) delle 17 Nazioni Unite entro il 2030.

 

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