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Recovery plan, Dell Technologies: remote working, cloud e 5G per il Paese

Intervista a Filippo Ligresti, Vice President e General Manager di Dell Technologies Italia.

Abbiamo realizzato un ciclo di interviste con le principali società ICT e digitali sul 2021, alla luce del tema del Recovery plan, il piano per la ripresa, economica e sociale, delle nazioni europee.

Il governo italiano lo ha chiamato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Europa ha varato la formula Next Generation EU. A noi, nella sede che ci compete, quella tecnologica, piace declinarlo come Next Generation IT: IT inteso, sia come Information technology, sia come Italia.

Otto domande, le cui risposte ci consentono di portare a evidenza la posizione della società e a costruire un quadro complessivo di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.

Il contesto di partenza, dunque, è quello del Recovery Plan. Dei 196 miliardi di euro che potrà investire il nostro paese, quasi 49 miliardi saranno destinati alla trasformazione digitale della società italiana. Ma il digitale entrerà anche negli altri settori: la sanità, l’istruzione, le infrastrutture e la transizione verso la sostenibilità energetica e ambientale. In tutti questi ambiti il ruolo dell’ICT sarà centrale nel 2021.

Li affrontiamo sulla base di sette argomenti più uno: tecnologie per il recovery plan, smart working, data driven, cloud, cybersecurity, intelligenza artificiale, 5G. L’ottavo elemento è quello “celato” nel DNA della società e connota in modo inequivocabile e distinguibile la cifra tecnologica, il contributo che darà allo sviluppo digitale nazionale.

Intervista a Filippo Ligresti, Vice President e General Manager di Dell Technologies Italia.

Nel contesto del Recovery plan – Next generation IT, quali sono le leve tecnologiche che andranno mosse per prime, per ottenere quali obiettivi?

Riconoscere fin da subito la centralità del digitale nel processo di ripresa, accelerando ulteriormente la digitalizzazione della pubblica amministrazione e la dematerializzazione dei processi, e rilasciare immediatamente agevolazioni fiscali e finanziamenti per gli investimenti in tecnologia, formazione e progetti di trasformazione digitale.

Lo smart working diventerà strutturale: con quali impatti tecnologici e organizzativi, in termini di workflow?

Come tutti i grandi periodi di crisi, anche la pandemia da Covid-19 produrrà alcuni cambiamenti strutturali, destinati a perdurare in quasi tutti gli ambiti, sia a livello sociale sia a livello economico.  Avremo una forza lavoro da remoto più ampia, che cambierà il modo di concepire gli uffici in senso fisico e contribuirà in modo significativo alla riduzione dell’inquinamento ambientale proveniente dalle attività delle stesse persone. Il dibattito sulla produttività del remote working è finito: stiamo imparando che non solo è possibile, ma che ha anche successo, che funziona e che non ha impatti sulla produttività. In questo senso, il remote working è qui per restare anche nell’era post Covid-19.

Nel 2009, in Dell Technologies, abbiamo lanciato il programma Connected Workplace per permettere ai dipendenti di esprimere le proprie potenzialità in un ambiente di lavoro che sia mobile, collaborativo e flessibile, ma soprattutto che consentisse di conciliare meglio lavoro e famiglia, e aumentando nei fatti la produttività. I benefici di questo approccio non si sono fatti attendere, con impatti positivi sull’acquisizione di talenti, sulla sostenibilità ambientale, ma anche sul business in generale.

Stiamo costruendo una società che deve imparare a coltivare i dati sin da quando nascono. Cosa servirà fare, soprattutto sul fronte delle Pmi?

Sarà necessario far comprendere alle Pmi che, per affrontare questa rivoluzione, nessuna azienda può decidere di non investire in tutte quelle tecnologie che permettono la gestione di questa enorme mole di dati. Perché si tratta di un potenziale di informazioni dal valore inestimabile, se gestito in maniera appropriata. Le imprese che per prime riusciranno a investire in maniera ragionata e strutturata sulle tecnologie abilitanti per i big data, saranno quelle in grado di vincere le prossime sfide dei mercati e di posizionarsi in modo sempre più distintivo nel proprio settore di riferimento.

Queste aziende riusciranno a garantirsi importanti vantaggi competitivi in termini strategici e diventeranno talmente agili e veloci nelle decisioni, da riuscire a influenzare o in certi casi anticipare alcune tendenze del mercato.

Nel 2021 il cloud sarà per tutto e per tutti: il multicloud diventa la nuova pista di decollo?

Un numero crescente di organizzazioni sta iniziando a adottare con sempre più convinzione la strategia multicloud e i fattori alla base di questa tendenza sono cristallini. I vantaggi, come il risparmio sui costi, l’ottimizzazione delle prestazioni, la riduzione del rischio di attacchi DDoS e la maggiore affidabilità, sono tutti fattori critici per le aziende, che hanno un ruolo fondamentale nella nuova economia digitale di oggi.

La competizione nell’odierna economia sempre più digitale dipende fortemente dalla capacità dell’organizzazione di gestire i carichi di lavoro all’interno degli ambienti più appropriati – sia che l’obiettivo sia quello di trarre vantaggio dai risparmi sui costi o di capitalizzare le opportunità di ottimizzazione delle prestazioni.

Un’architettura multicloud correttamente gestita offre all’IT la libertà di spostare senza soluzione di continuità la transazione in base alle necessità.

Al pari della salute, la sicurezza è sempre più un tema da regia nazionale. Per quella digitale l’Italia è chiamata a fare un passo avanti. Cosa servirà per compierlo?

Servirà la presa di coscienza definitiva sul ruolo della sicurezza come processo trasversale all’interno dell’ecosistema composto dell’azienda e dai suoi clienti. Servirà capire che ogni processo di trasformazione non è completo senza il concetto di sicurezza e privacy by design” Inoltre, bisogna lavorare sulla sensibilità di ogni singola persona, affinché capisca come non porgere il fianco, con azioni poco attente, a eventuali attacchi con sottrazione di dati di business o personali.

Sdoganata dalle applicazioni consumer, l’intelligenza artificiale non sembra più essere un “nemico” della società. In che modo la vedremo messa a frutto per la crescita del Paese?

L’intelligenza artificiale non sostituisce le persone, bensì è a loro supporto. Dal punto di vista manageriale, il contributo dell’intelligenza artificiale sarà di svolgere quelle attività che i manager per motivi di tempo o priorità non riescono a implementare. In questo senso, l’intelligenza artificiale è un’opportunità di sviluppo per il paese, che va colta all’interno del quadro della trasformazione digitale e dei trend tecnologici che al momento la contraddistinguono, come il 5G, l’Iot, il cloud, l’Industria 4.0 o la blockchain. Se integrate e orchestrate con una visione strategica e con l’obbiettivo di rendere competitive le aziende e le PA, questo sistema infrastrutturale potrebbe essere in grado di garantire uno sviluppo equo e sostenibile nei prossimi anni.

Il 5G è alle porte. Come si potrà partire contestualizzandolo nei settori del recovery plan?

Il 5G sarà la base della prossima fase di digitalizzazione. Aggiungo, probabilmente senza il 5G e la banda ultra-larga sarà impossibile dare il via a quella trasformazione digitale pervasiva, che è uno dei presupposti del Recovery Fund. Ecco perché la tecnologia 5G è destinata a impattare, come mai prima d’ora, su un numero considerevole di settori industriali, non solo dal un punto di vista tecnico, ma soprattutto di business, e segnare un’importante evoluzione legata alla maggior parte dei mercati che conosciamo oggi. Solo grazie alla maggior ampiezza di banda, e su una velocità di trasmissione dati senza precedenti con un consumo di energia significativamente inferiore, si potranno espandere le nuove tecnologie che hanno bisogno di sfruttare un’alta velocità di trasmissione di grandi volumi di dati.

L’ottavo elemento: cosa caratterizzerà l’agire di Dell Technologies nel 2021?

La tecnologia non è mai stata così centrale come adesso. Per molte aziende, i piani triennali digitali si stanno realizzando in tre mesi e le organizzazioni che stanno investendo nel digitale stanno traendo dei vantaggi già oggi. Lavoreremo e continueremo a investire, tra le altre cose, su tutte quelle tecnologie chiave che possono abilitare i programmi di digitalizzazione delle aziende, come l’edge, il multicloud, l’intelligenza artificiale e l’Iot.

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