Home Digitale Recovery plan, Adobe: una grande trasformazione liquida e pensante

Recovery plan, Adobe: una grande trasformazione liquida e pensante

Intervista a Federico Tota, Country Manager di Adobe Italia.

Abbiamo realizzato un ciclo di interviste con le principali società ICT e digitali sul 2021, alla luce del tema del Recovery plan, il piano per la ripresa, economica e sociale, delle nazioni europee.

Il governo italiano lo ha chiamato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Europa ha varato la formula Next Generation EU. A noi, nella sede che ci compete, quella tecnologica, piace declinarlo come Next Generation IT: IT inteso, sia come Information technology, sia come Italia.

Otto domande, le cui risposte ci consentono di portare a evidenza la posizione della società e a costruire un quadro complessivo di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.

Il contesto di partenza, dunque, è quello del Recovery Plan. Dei 196 miliardi di euro che potrà investire il nostro paese, quasi 49 miliardi saranno destinati alla trasformazione digitale della società italiana. Ma il digitale entrerà anche negli altri settori: la sanità, l’istruzione, le infrastrutture e la transizione verso la sostenibilità energetica e ambientale. In tutti questi ambiti il ruolo dell’ICT sarà centrale nel 2021.

Li affrontiamo sulla base di sette argomenti più uno: tecnologie per il recovery plan, smart working, data driven, cloud, cybersecurity, intelligenza artificiale, 5G. L’ottavo elemento è quello “celato” nel DNA della società e connota in modo inequivocabile e distinguibile la cifra tecnologica, il contributo che darà allo sviluppo digitale nazionale.

Intervista a Federico Tota, Country Manager di Adobe Italia.

Nel contesto del recovery plan – Next generation IT, quali sono le leve tecnologiche che andranno mosse per prime, per ottenere quali obiettivi?

Cloud e intelligenza artificiale sono senza ombra di dubbio gli strumenti che ci aiuteranno a portare a compimento quel processo di trasformazione digitale che durante l’emergenza sanitaria ha visto un’importante accelerazione. Come Adobe stiamo già da tempo puntando su queste due nuove tecnologie che sono alla base delle nostre soluzioni.  Da anni le nostre applicazioni, da quelle per i creativi a quelle per l’e-commerce e la customer experience, fanno leva su cloud e intelligenza artificiale per aiutare professionisti e aziende a realizzare esperienze digitali personalizzate, efficienti e sicure. Siamo al fianco delle realtà italiane per supportarle attraverso i nuovi trend tecnologici ad accrescere il loro business, a migliorare i processi interni e a essere più efficaci. Vediamo che molti brand in Italia hanno già da tempo avviato importanti processi di digitalizzazione virtuosi, volti ad ampliare i propri orizzonti temporali e fisici attraverso per esempio lo sviluppo di nuovi canali digitali e nuove modalità per raggiungere i propri clienti. Ci auguriamo che questo percorso possa essere intrapreso in modo sempre più massiccio anche dalla Pubblica Amministrazione affinché possa offrire servizi sempre più efficienti per i propri cittadini.

Lo smart working diventerà strutturale: con quali impatti tecnologici e organizzativi, in termini di workflow?

Durante questa crisi sanitaria abbiamo assistito a una trasformazione senza precedenti: siamo passati da 500.000 persone a 8 milioni di Italiani lavorare in modalità smart working. Un cambiamento significativo che ha generato una nuova consapevolezza da parte delle aziende dell’effettiva efficacia del lavoro agile. Dopo questa prima fase di sperimentazione per così dire forzat” sono in effetti numerose le imprese che lo adotteranno con continuità anche in futuro. Lavoro agile però non significa semplicemente consentire alla propria forza lavorare di lavorare da remoto. Una vera maturità digitale risiede nel costruire una piattaforma tecnologica per consentire ai team di lavorare e collaborare in modo efficace, indipendentemente da dove si trovino. La tecnologia digitale abilita una gestione più strategica e rende le aziende più efficienti e collaborative. In questo contesto, Adobe stessa supporta professionisti e aziende a migliorare la collaborazione online attraverso le sue soluzioni, introducendo nuove funzionalità in grado di aiutare le persone a lavorare insieme su documenti e progetti a distanza. Ma la relazione e il contatto umano restano elementi fondamentali anche nella vita professionale. Credo quindi che le aziende, pubbliche e private, in questo momento storico siano chiamate a ripensare alle modalità e agli strumenti di lavoro con l’obiettivo di trovare il giusto equilibrio tra lavoro in presenza e da remoto: il digitale resta un valore aggiunto in entrambi i casi e come Adobe vogliamo dare un contributo concreto a questa evoluzione.

Stiamo costruendo una società che deve imparare a coltivare i dati sin da quando nascono. Cosa servirà fare, soprattutto sul fronte delle Pmi?

La tecnologia digitale sta cambiando le nostre vite più velocemente che mai, generando flussi di dati mai visti in precedenza. Secondo una ricerca EY, la data economy potrebbe generare un valore pari a 50 miliardi nel nostro Paese, ovvero il 2,8% del PIL. Tuttavia, il nostro Paese sfrutta circa solo il 10% dei dati che produce. Ecco quindi che i dati diventano un vero valore che ciascuna azienda può e deve sviluppare per crescere. Quella che però manca spesso nel nostro Paese è una cultura digitale, la consapevolezza che dati, cloud e AI possano creare concretamente opportunità di crescita e profitto. Un cambio di passo è fondamentale se vogliamo tornare a essere un paese competitivo e questo possiamo farlo solo attraverso una sensibilizzazione delle aziende, soprattutto le realtà più piccole, nei confronti dei benefici di una trasformazione digitale dei processi, attraverso investimenti nelle infrastrutture e nella formazione, indispensabile per avere professionisti qualificati in grado di trasformare i dati in valore per l’azienda.

Nel 2021 il cloud sarà per tutto e per tutti: il multicloud diventa la nuova pista di decollo?

Sono sempre più numerose le aziende che scelgono di affidarsi a servizi cloud-based per accelerare la loro trasformazione digitale. Il cloud infatti consente alle imprese di qualunque dimensione di abilitare nuovi modelli di business, ottimizzare i processi e introdurre nuove modalità di lavoro più flessibili con benefici significativi in termini di crescita e sicurezza. Sono convinto che non ci sia un’unica formula, ma una molteplicità di percorsi e soluzioni sviluppati su misura delle singole realtà e delle loro necessità. 

Al pari della salute, la sicurezza è sempre più un tema da regia nazionale. Per quella digitale l’Italia è chiamata a fare un passo avanti. Cosa servirà per compierlo?

Non credo sia necessaria una regia nazionale se con questo concetto intendiamo la creazione di un’ulteriore sovrastruttura che possa rallentare ancora di più la digitalizzazione del Paese e lo sviluppo di una cultura veramente digitale. Tuttavia, in un momento in cui gli Italiani hanno affidato al digitale gran parte della propria vita privata e professionale, diventa essenziale rafforzare le misure per tutelare la loro privacy e sicurezza e garantire trasparenza. Occorre quindi da un lato, fare sistema attraverso investimenti, norme chiare e condivisione di buone pratiche digitali, dall’altro portare avanti una progressiva alfabetizzazione informatica affinché cittadini e aziende utilizzino in modo sempre più consapevole il digitale e i nuovi strumenti tecnologici. Noi di Adobe partecipiamo sempre attivamente al dialogo con istituzioni e regolatori per tutelare la privacy di chi utilizza le nostre soluzioni e allo stesso tempo lavorare all’innovazione tecnologica dei nostri prodotti. Riteniamo che qualsiasi norma sulla privacy debba essere efficace per evitare conseguenze indesiderate e deve tenere conto dei diversi contesti culturali e i diversi quadri giuridici in cui le aziende operano a livello globale.

Sdoganata dalle applicazioni consumer, l’intelligenza artificiale non sembra più essere un “nemico” della società. In che modo la vedremo messa a frutto per la crescita del Paese?

L’intelligenza artificiale è forse una delle tecnologie più dirompenti dall’invenzione di Internet. In questi ultimi anni vediamo che tante aziende sono sempre più consapevoli del fatto che l’intelligenza artificiale ha il potere di trasformare il modo in cui interagiscono con i propri clienti perché consente loro attraverso l’analisi dei dati, altrimenti impensabile, di offrire esperienze digitali più coinvolgenti e personalizzate. Attraverso Adobe Sensei, ci proponiamo di democratizzare l’intelligenza artificiale, dando l’opportunità a un numero sempre maggiore di brand di essere più vicini ai propri clienti e a rimanere per loro rilevanti, attraverso per esempio un’ottimizzazione e automatizzazione di alcuni processi più operativi in modo da avere più tempo per concentrarsi sulle attività a valore, guadagnandoci in competitività. Solo se brand e aziende tornano a crescere, il Paese può ripartire. L’intelligenza artificiale è senz’altro è il motore di questo nuovo slancio.

L’ultimo elemento: cosa caratterizzerà l’agire di Adobe nel 2021?

Lo scenario in cui le organizzazioni e i consumatori si trovano oggi è indubbiamente complesso e, anche se su fronti differenti, essi cercano sicurezza, modalità rapide e sicure per usare il digitale in modo ancora più efficace ed efficiente a supporto dei propri bisogni. In un contesto come questo, Adobe rinnova l’impegno nel supportare imprese e consumatori attraverso le proprie soluzioni, competenze e know-how nei loro percorsi di trasformazione digitale affinché possano ridurre la complessità, essere più efficienti ed efficaci, offrendo servizi migliori e contribuendo a  quella che si spera possa essere una vera ripartenza per il Paese. Le piattaforme cloud di Adobe consentono infatti di trasformare il dialogo con clienti e cittadini, attraverso esperienze digitali innovative e a valore. Grande attenzione sarà dedicata anche alla Pubblica Amministrazione: la crescita e competitività di una nazione sono possibili solo in presenza di PA efficiente e in grado di guidare l’innovazione digitale.

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