Quantum computing: scenari inquietanti fra sicurezza, geopolitica e sviluppi segreti

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Quando sarà necessario riflettere di sicurezza quantum-safe? Quali scenari apre lo sviluppo del quantum computing per la cybersecurity? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Curioni, IBM Fellow, VP Europe and Africa and Director IBM Research e a Ivano Tavernelli, Global leader for advanced algorithms for quantum simulations, Zurich Research Laboratory di IBM

Alessandro Curioni è deciso fin da subito, nelle sue argomentazioni. “Porsi oggi il problema della sicurezza degli algoritmi che proteggono i dati significa farlo già troppo tardi. Ci sono dati militari, politici, industriali e altri ancora che avranno un valore per decenni o ancora di più. Chi ha subito un furto di dati dei dati sbaglia a sentirsi al sicuro. I computer quantistici avranno, in un futuro non troppo lontano, tutta la potenza necessaria a decifrare qualsiasi algoritmo oggi utilizzato per crittografare i dati”.

Un’affermazione non banale e a cui non tutti hanno finora dato il giusto peso. Ogni giorno ci sono annunci di esfiltrazioni di dati, e le organizzazioni (private o pubbliche) non sembrano essere molto preoccupate, quando i dati sottratti sono cifrati,

Alessandro Curioni IBM
Alessandro Curioni

Perché questo atteggiamento? Lo spiega benissimo Curioni. “Oggi le chiavi di crittografia sono robuste a sufficienza da resistere ad attacchi di tipo brute force. Ma fra poco tempo, i quantum computer saranno in grado di sconfiggere queste chiavi, e a quel punto sarà troppo tardi per porre rimedio ad un danno avvenuto nel passato. Per questo, in IBM ci impegniamo ad un confronto attivo con le istituzioni e i leader globali per sensibilizzare su un rischio potenzialmente epocale.
Lo stato dell’arte, purtroppo, non è certo incoraggiante.Parliamo con innumerevoli organizzazioni, ma le reazioni sono molto eterogenee: alcuni manager capiscono appieno i rischi e si adoperano immediatamente per adeguare i propri sistemi, perfino adottando le versioni draft di crittografia quantistica.
Altri interlocutori, spiace doverlo affermare, tendono a minimizzare il problema o a differirne la gestione negli anni a venire.”

Quantum risk: un fenomeno sottovalutato. Le ragioni secondo IBM

I motivi sono almeno due, secondo i manager di IBM. Da un lato, senza dubbio, può esserci una sottovalutazione dei rischi. Un fattore che è attribuibile anche alla novità del fenomeno, di non facile comprensione.
Un secondo punto da rimarcare è la durata degli incarichi di C-level e decisori politici.
Infatti, di rado queste persone ricoprono la posizione per un lasso temporale superiroe ai 3-4 anni. Quando si tratta di prendere decisioni i cui effetti si verificheranno in orizzonti temporali ben più lunghi, troppo spesso si assiste a un atteggiamento dilatorio.
“Per un politico, la prospettiva è quasi sempre quella delle prossime elezioni. Facile immaginare che pochi vogliano impegnarsi in qualcosa i cui potenziali vantaggi potrebbero essere attribuiti, dall’opinione pubblica, ad un successore.”
Un problema non banale, anche perché la roadmap del quantum computing è tutt’altro che certa.

Lo sviluppo del quantum computing: un affare di stato

Ivano Tavernelli
Ivano Tavernelli

Di fatto, solo pochissimi sanno davvero quale sia lo stato dell’arte di questa tecnologia, come ci ha confermato Ivano Tavernelli, Global leader for advanced algorithms for quantum simulations, Zurich Research Laboratory. “Quello che oggi raccontiamo e sappiamo è solo la punta dell’iceberg del lavoro di ricerca. Le implicazioni sono così profonde e così potenzialmente dirompenti che Stati sovrani sono impegnati attivamente con risorse enormi. E i segreti sono inviolabili.”

Un’affermazione già di per sé allarmante, soprattutto alla luce di quanto svelato da Curioni: “Sappiamo che il governo cinese ha investito almeno 10 volte più di tutti gli altri nelle ricerche sul quantum computing. E siamo altrettanto consapevoli che non avremo alcuna trasparenza sui risultati. Quando saranno in grado di decifrare tutti i tradizionali algoritmi, non ci aspettiamo certo che lo svelino alla comunità globale. Molto più probabile che ne traggano tutti i benefici possibili, purtroppo”.

Tavernelli, annuendo, ci ha proposto un paragone forte ma decisamente efficace. Se dovessi pensare ad una tecnologia con lo stesso impatto potenziale sul genere umano, potrei citare l’energia atomica. Esiste un prima e un dopo la scoperta dell’energia atomica, che ha cambiato nel profondo gli equilibri geopolitici.”

Inutile ricordare, dell’epoca atomica, quali furono gli effetti sul genere umano. Quello che è certo è che da oggi ci sentiamo senza dubbio meno al sicuro di quanto non lo fossimo prima di questa intervista.

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