Quanto vale Linux in Italia?

Stando alla società di ricerca Sirmi, nel 2002 la spesa in software e servizi basati sul sistema operativo del Pinguino ha superato i 400 milioni di euro. Una cifra che nel corso del 2003 potrebbe raddoppiare

9 dicembre 2002 L’ultima previsione arriva da Gartner. Nel 2003 le installazioni di Linux sui server raddoppieranno e raggiungeranno il 9% del mercato mondiale. Ma quanto vale il mercato Linux in Italia, quale rete distributiva lo supporta, chi sono gli utenti e cosa ci fanno? Ecco un quadro attendibile disegnato con l’aiuto di operatori e ricercatori.
Secondo Sirmi la spesa in software e servizi basati su Linux nel 2002 ha superato i 400 milioni di euro e nel 2003 si avvicinerà agli 800 milioni. I tassi di crescita realizzati in passato sono stati altissimi, poiché si partiva da piccole cifre, ma fa una certa impressione vedere oggi previsioni di sviluppo tra il 70 e l’80%, come avviene per Linux.
La quota maggiore di questo business, e anche la crescita più elevata, sarà appannaggio dei servizi più che della vendita del sistema operativo vero e proprio: 671,4 milioni contro 69,7 milioni di euro. Un giro di affari che fa gola a molte aziende del settore, a partire da Ibm che da qualche tempo ha puntato su Linux.
«Il giro d’affari di questo sistema operativo in Italia rappresenta i 2/3 di quello della regione Sud Europa – spiega Giampaolo Amadori, responsabile del marketing e delle vendite di Linux nella regione Sud Europa di Ibm -, che a sua volta vale il 21-22% del mercato europeo. Linux è pronto anche per il mercato italiano, non ci sono problemi a realizzare delle applicazioni ed è già installato su moltissimi server, intorno al 10% in generale, specie su piattaforma Intel, e sono disponibili soluzioni anche su portatili e su desktop».

La struttura di Ibm
Big Blue condivide che il grosso del business legato a Linux non è sul numero di scatole ma sulle applicazioni che vengono offerte. Per questo ha lavorato per far crescere un’offerta di soluzioni, a partire dai mainframe, dove la società opera con cinque business partner selezionati su questa tematica. Sugli As400 le aziende terze che sanno offrire svariate applicazioni Linux sono una quarantina e sulla piattaforma client Intel i partner di Ibm sono oltre 500. Il colosso statunitense segue direttamente i clienti di fascia più alta, gli altri sono serviti dal canale, offrendo loro soluzioni di posta elettronica, sistemi di sicurezza, ambienti office e applicazioni dal mondo Unix, per il web e soluzioni gestionali.

L’interesse del “consumer”
Anche chi muove scatole sembra soddisfatto. «Le nostre tre distribuzioni messe insieme muovono 20.000 pacchetti l’anno – conferma Pierangelo Rossi, responsabile di Italsel, che importa in Italia Linux Redhat, Mandrake e Suse -. Mi aspettavo un calo delle vendite grazie alla possibilità offerta dalla banda larga di scaricare gratuitamente le nuove release di Linux, ma la domanda resta stabile, segno dell’arrivo di nuovi clienti e dell’alta fidelizzazione dei vecchi».
Per inciso, il pacchetto da scaricare va da un minimo di 300-400 MB a un massimo equivalente a tre cd rom.
Una conferma dell’interesse crescente anche da parte degli utenti “consumer” italiani viene dalle vendite di Linux realizzate nei negozi di Mondadori Informatica: nel 2001 furono acquistati 1.184 pacchetti, ma a fine ottobre 2002, quindi con due mesi importanti in meno, erano già a 1.384.
E secondo Rossi, in Italia i punti di vendita stanno crescendo: oggi questi pacchetti passano al mondo consumer e Soho attraverso 300-350 negozianti fedeli al mondo Linux e altrettanti rivenditori saltuari.

Arriva la pubblica amministrazione
Se la domanda dei privati sembra quindi aumentare, in prospettiva si affaccia anche quella della pubblica amministrazione, centrale e periferica, e dell’università. Citiamo solo due fatti recentissimi: Linux è diventata la piattaforma ufficiale del sistema informatico dell’università di Palermo mentre il ministro dell’innovazione tecnologica ha nominato una commissione per l’open source nella pubblica amministrazione. Fra tre mesi i risultati, che potrebbero aprire a Linux la porta principale verso un nuovo, e grosso, mercato.

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