Pubblicità online, tutto da rifare?

Quella che c’è non funziona, è attuata attraverso strumenti passivi, perde di valore se non è mixata con altri media, e se la si fa è solo per spirito d’imitazione. Ecco quanto emerso durante la IV^ edizione del convegno realizzato da Assintel sul tema ‘Comunicazione e marketing online’

Per molti versi, comunicazione e pubblicità online
in Italia rispondono a una mera esigenza imitativa. A sostenerlo è la società di
ricerca Sirmi, che sull’argomento ha condotto un’indagine – per conto di Assintel – il cui dato più
significativo, per l’appunto, è quello secondo cui, il 39,6% del campione
rappresentativo – composto da un migliaio di imprese meccanizzate con oltre
dieci dipendenti e attive in tutti settori -, ha dichiarato di fare pubblicità
sul proprio siti Internet unicamente per ‘adeguarsi alla concorrenza‘.
Un’affermazione, quest’ultima che, unitamente al fatto che quelli utilizzati per
promuovere prodotti e iniziative sul Web sarebbero, nel 66,7% dei casi motori di
ricerca, direct mail (59,4%), banner (39,9%) e sponsorizzazioni (39,4%) – e
quindi strumenti estremamente passivi – ha dato il ‘la’ a una serie di
considerazioni non certo incoraggianti. Prima fra tutte quelle di Andrea
Maserati, presidente di Fed che, dopo aver dato Virgilio.it in procinto di
chiudere i battenti, ha esordito affermando che: «I portali Internet sono
tutti morti, i marketplace pubblici sono falliti e quelli privati lo faranno
presto. Questo perché
– ha proseguito Maserati – il medium è stato
frainteso. Nato su due paradigmi, quello della disponibilità – e quindi
dell’accesso – e quello della interattività – e quindi della cooperazione -,
Internet non è un mercato, ma una tecnologia. Ecco perché non c’è nessuno
disposto a pagare per accesso e contenuti, figuriamoci per la pubblicità online.
L’errore è stato quello di creare aspettative esagerate e di proporre formule
uguali per tutti, senza studiare le peculiarità di ciascun caso facendo della
comunicazione e del marketing online una mera questione di brochure
elettroniche
».

Ma non tutti la pensano così. Per leggere il commento degli altri relatori intervenuti durante il convegno Assintel, cliccate sul link all’articolo sottostante.

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