Profondo rosso per i server italiani

Il report di Sirmi sul terzo trimestre dell’anno mostra un comparto in decisa sofferenza. Colpa della crisi, ma anche della fase di necessaria analisi prima di adottare nuovi modelli It.

Non è solo questione di segni meno.
Ma di quanto ”meno” si nasconde dietro un segno.
In questo caso è un meno a due cifre e pesa molto, soprattutto perché trasversale a tecnologie e brand.

I dati Sirmi relativi al mercato server italiano nel terzo trimestre dell’anno evidenziano un comparto in difficoltà, in flessione su tutti gli indicatori principali.
Complessivamente si parla di un calo del 20,7% in termini di volumi, cosa che porta il totale delle unità consegnate a 22.115. In termini di fatturato, il calo è vicino al 16% e il comparto vale poco più di 90 milioni di eur.

Il calo più pesante si registra ai server a base Intel/Amd, che comunque valgono quasi 21.000 delle 22.000 macchine vendute: il calo è del 21% in unità e del 22,1% in valore, corrispondente a 60 milioni di euro tondi.
I server Risc o comunque basati su altre tecnologie, registrano un calo più contenuto del 14,4% in volumi, raggiungendo quota 1.128 macchine, mentre riescono a contente allo 0,4% il calo in valore, fermandosi a 30,2 milioni di euro.

Il comparto risente pesantemente sia dei tagli ai budget It, sia del generale atteggiamento di attendismo, che porta le aziende a posticipare, spesso a data da destinarsi, i nuovi progetti It.

Non solo.
Il risultato di questa trimestre mette in luce quello che potrebbe essere definito come il contraltare del cloud, che se da un lato si conferma come il trend topic del momento per il mondo delle imprese, dall’altro, consentendo di generare importanti risparmi attraverso l’accesso remoto alle tecnologie d’impresa, porta le aziende a ripensare radicalmente l’indirizzo da dare ai loro investimenti hardware.

L’analisi di Sirmi prende in esame anche l’area storage.
Anche in questo caso, come per i server, la chiusura è di segno negativo.
Complessivamente il comparto vale 108,7 milioni di euro, in calo del 10,1% rispetto al pari periodo dell’anno precedente.
Più marcato il regresso del cmparto hardware, che pur restando preminente, con 67,1 milioni di euro di valore complessivo, mette a segno un -12,1%.
Il fronte software, di converso, vale 41,6 milioni di euro, in calo dei 6,7% anno su anno.
UN’analisi per singole tecnologie, vede cali pesanti per Juke Box, Unità a nastro singolo e Tape autmatizzati, con cali dal 18 al 23,5% e una quota di mercato complessiva appena al di sopra del 13 per cento.
Cala anche la fascia bassa On Line, che vale 23,2 milioni e registra un regresso vicino al 12%. Similmente, la fascia alta, sempre per quanto riguarda l’On Line, registra un regresso del 10,2% e si ferma a 31,4 milioni di euro.

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