Profitti in calo del 91% per At&T Wireless

Inferiori rispetto alle previsioni precedenti anche il numero dei nuovi abbonati previsto per la fine del secondo trimestre dell’esercizio fiscale in corso dallo spin off del carrier statunitense, che punta il dito su WorldCom

25 luglio 2002 Si è chiuso con profitti
per 24 milioni di dollari, in calo del 91%, il secondo trimestre dell’esercizio
fiscale in corso di At&T Wireless Services. Lo spin off del carrier
statunitense ha, così, riportato guadagni pari a un centesimo per azione,
rispetto ai 263 milioni di dollari di entrate nette, o nove centesimi per
azione, registrati nel medesimo periodo dell’esercizio precedente. In compenso,
stando ai dati rilasciati dalla stessa società, al termine del secondo trimestre
le vendite sarebbero cresciute del 16%, fino a raggiungere quota 3,91 miliardi
di dollari, rispetto ai 3,38 dell’esercizio precedente. In aggiunta, la
divisione Wireless avrebbe visto crescere di altre 417mila unità il numero dei
nuovi clienti, anche se al di sotto delle precedenti previsioni di aprile che ne
pronosticavano almeno 550mila. La causa principale sarebbe da far risalire a
WorldCom che, per il periodo indagato e per i motivi noti a tutti, avrebbe
interrotto i servizi di marketing. Vale la pena di ricordare, a tale proposito,
che oltre 600mila degli attuali 20 milioni di utenti di At&T
Wirelesss Services sono serviti attraverso la rete di quello che risulta
l’operatore incappato nel disastro finanziario più ingente che la storia di Wall
Street ricordi. Un elemento, quest’ultimo, che ha indotto la divisione mobile di
At&T a ridurre le previsioni di crescita dei propri clienti per
l’intero 2002, da un +20 a un +16%. E ora, per il terzo trimestre non c’è di che
stare allegri, visto e considerato che lo stesso Mohan Gyani, presidente e chief
executive di At&T Wireless Mobility Services, ha già fatto sapere di
attendersi risultati significativamente al di sotto di quelli appena riportati.
Ma non mancherà l’offerta di nuovi servizi a pagamento per stimolare la domanda
di mercato, come quello denominato mMode che utilizzerà la tecnologia Gsm,
tutt’ora la più gettonata in Europa. 

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