Professioni Ict: pubblicato l’e-Competence Framework 3.0

Il nuovo schema di riferimento europeo consentirà a domanda e offerta di lavoro Ict di lavorare sullo stesso standard. 40 competenze normate. Chiaro il contributo italiano.

Come avevamo già anticipato alla pubblicazione della Norma Tecnica UNI 11506 che trasformava in standard italiano la versione dell’e-Competence Framework 2.0, qualche giorno fa è diventata pubblica la versione dell’e-Competence Framework 3.0.

Essendo la norma UNI predisposta per accogliere questo aggiornamento, quanto già approvato resta valido.
La notizia importante è invece che questa nuova versione dell’e-CF è stata messa al centro del nuovo Project Comittee 428 del Cen, insediato a Milano a fine gennaio, per l’adozione come norma tecnica europea.

La presidenza del Comitato di Progetto è stata affidata ancora all’italiano Fabio Massimo.

L’Italia infatti, avendo adottato per prima in Europa il framework e-CF come Norma UNI di riferimento per le competenze Ict, ha chiesto e ottenuto la costituzione di questo nuovo Comitato di Progetto, di cui ha ottenuto anche la segreteria tecnica, secondo le regole del Cen.

Le delegazioni presenti che hanno iniziato i lavori erano in tutto dieci, inclusa quella italiana. Dopo ampia discussione il tavolo ha convenuto che la denominazione del Tavolo europeo del Cen sarà “e-competence and ICT professionalism”.

L’introduzione alla attività di normazione è stata centrata sulle caratteristiche architetturali e operative del nuovo e-Competence Framework 3.0, proposto come base per la norma europea (www.ecompetences.eu).

Come ha anticipato Jutta Breyer, responsabile del progetto, “la nuova versione e-CF 3.0 è il risultato del contributo di esperienza di numerosi stakeholder, che rappresentano una ampia varietà di punti di vista ed esigenze emerse nel settore ICT”.

Quaranta competenze
Le principali caratteristiche dell’ e-CF 3.0, oggi a livello di CWA, sono sostanzialmente il completamento delle 36 competenze identificate nell’e-CF 2.0 con nuove 4, portando il totale a 40 (come riportato nell’immagine sottostante); si sono aggiunte la A.9. Innovazione , la B.6. Ingegneria dei Sistemi , la D.11. Identificazione dei bisogni e la D.12. Marketing Digitale.

Nella nuova release sono poi state accolte una serie di indicazioni che comprendono:
• una revisione delle competenze legate alla fase di design a favore dei bisogni emersi per le piccole medie imprese e delle definizioni utilizzate per il concetto della e-leadership;
• la definizione più chiara dei confini fra una competenza e l’altra soprattutto nella fase di design sia delle architetture tecnologiche che delle applicazioni

• la introduzione di una competenza specifica sulla innovazione digitale.

Per le 40 competenze così ristrutturate sono stati ridisegnati i livelli di proficiency di ciascuna competenza.

Del lavoro fatto per la produzione della Norma UNI 11506 non si butterà via nulla: questa è infatti già predisposta per accogliere le varianti sopra indicate.

È stato infine arricchito il corredo di documentazione del CWA che ora nella versione 3.0 comprende

• Parte I-lo European e-Competence Framework 3.0, frame work europeo condiviso in tutti i settori di industria per le professionalità ICT

• Parte II-la guida all’uso applicativo dell’e-Competenze Framework Europeo versione 3.0

• Parte III-la documentazione sulla metodologia di costruzione e di integrazione dei contributi degli esperti nell’e-CF

• Parte IV-15 casi di studio che illustrano l’utilizzo pratico dell’e-CF da svariati punti di vista per il settore ICT.
La documentazione citata è disponibile in inglese, francese, tedesco e italiano.

Un ulteriore spazio è stato dedicato alle varie utilizzazioni del frame work e quindi alle opportunità che verranno offerte dalla trasformazione del CWA in norma europea.

In particolare sono stati messi in evidenza a livello istituzionale:

• Il contributo all’aggiornamento degli scenari di mercato delle competenze

• La possibilità di disegnare i curricula per l’alta formazione

• La possibilità di far parlare con l’e-CF eventuali standard nazionali già esistenti

• L’utilizzo del frame work come base per la costruzione di programmi di certificazione delle competenze
a livello delle singole imprese/ organizzazioni

• Il contributo alla selezione qualificata di risorse per i nuovi posti di lavoro o per la gestione del turn-over interno alle imprese

• La possibilità di poter condurre l’inventario e la valutazione delle competenze disponibili e analizzare le carenze di competenza nelle organizzazioni interessate

• La possibilità di utilizzo come riferimento per la pianificazione delle risorse umane specialistiche interne

• impresa o organizzazione pubblica

• La valutazione delle risorse specialistiche esterne nella fase di ristrutturazione del settore ICT, a supporto delle politiche di make or buy

• La possibilità infine di poter costruire frame work specifici per ciascuna impresa o organizzazione pubblica
Quali sono i vantaggi dell’avere operativa la norma italiana e in avvio la adozione di e-CF come norma Europea? Il fatto che ci sia ora la norma UNI basata su e-CF offre una importante occasione per proseguire sulla strada già tracciata ad esempio dal Manuale 10 adottato da AgID per la PA.

L’opportunità è quella di poter agire a più livelli. Precisamente:

• Pianificando nella scuola e nella università nuovi percorsi curricolari basati sul nuovo standard e che permettano di “produrre” competenze e profili richiesti per coprire le carenze rilevate dalla UE

• Intervenendo da subito nella adozione di fatto del nuovo standard di competenze e profili per le associazioni datoriali del settore ICT, soprattutto nell’area della piccola e media impresa ICT, attraverso la costituenda Rete delle Competenze Digitali

• Facendo utilizzare alle singole imprese del settore ICT, soprattutto di media e grande dimensione, la strumentazione già disponibile per la riqualificazione mirata delle risorse specialistiche, comprese quelle che lavorano in altri paesi delle multinazionali italiane.

Usare gli standard conviene a domanda e offerta
La motivazione? L’uso dello standard conviene a tutti, domanda e offerta ICT, pubblica e privata, e alla scuola e università offrendo un linguaggio comune per pianificare, gestire e controllare sia le competenze che i profili”.

Il vantaggio dello standard
È una vera occasione che va colta al volo, con una grande responsabilità per UNI e per AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) di favorire per quanto possibile la predisposizione e manutenzione delle condizioni di migliore utilizzo dello standard per il sistema delle imprese italiane.
Le grandi imprese e organizzazioni pubbliche italiane a loro volta hanno l’opportunità di anticipare da subito l’adozione della norma per migliorare la qualificazione del personale interno ed esterno per i nuovi progetti e servizi digitali.

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