Privacy: quando la carta fedeltà è troppo curiosa

Una società chiedeva dati “non pertinenti ed eccedenti” ai propri clienti possessori delle fidelity

Il Garante della privacy è intervenuto nuovamente sul problema delle carte fedeltà ordinando a una società operante nel settore tessile di cancellare i dati personali dei titolari della carta fedeltà “non pertinenti e eccedenti” rispetto all’unica attività perseguita con l’utilizzo della card, che consiste nell’attribuire sconti presso i punti vendita che commercializzano il proprio marchio. Via dunque la professione dei richiedenti e tutti i dati riferiti ai figli (nome, data di nascita, sesso)chiesti, fin dal 2000, con la compilazione del modulo.



La società che commercializza sul territorio nazionale articoli di abbigliamento per neonati e bambini, dovrà anche modificare l’informativa fornita alla clientela al momento del rilascio della carta, specificando i dati da fornire obbligatoriamente. Gli accertamenti, svolti anche presso la sede della società, avevano preso l’avvio dalla segnalazione di due negozianti che lamentavano una possibile violazione della propria privacy e di quella dei clienti.



Con il provvedimento in cui ordina la cancellazione dei dati il Garante ha disposto inoltre l’apertura di un procedimento per l’eventuale applicazione di una sanzione amministrativa, in relazione a una inidonea informativa fornita dalla società ad un negoziante.

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