Prezzi dei pc: è nero il futuro dei vendor in Europa

Torna a farsi sentire la pressione sui prezzi, con un indice che, secondo Idc, è calato di 10,3 punti su base annua. Il risultato è un’erosione dei margini che rischia di tagliar fuori dal mercato (anche dei notebook) i fornitori di dimensioni più contenute.

Le prime migrazioni verso i desktop e i server basati su processori Intel Pentium 4 hanno aiutato il settore del personal computer in Europa a invertire nel corso del primo trimestre un intero anno di prezzi in declino, ma secondo le ultime valutazioni di Idc l’indice dei prezzi è tornato a scendere.

Il valore di questo indice sarebbe crollato a maggio di 1,2 punti e di altri 2,2 punti a giugno, sotto i colpi di una concorrenza sempre più feroce, che è già riuscita a erodere i margini più consistenti delle prime macchine Pentium 4. Su base annua, l’indice dei prezzi dei pc ha perso 10,3 punti. Tutti i segni lasciano intuire un’ulteriore crescita della pressione sui prezzi e un conseguente abbassamento dei prezzi medi. In giugno per esempio, l’indice che riguarda i sistemi desktop scende del 3,6, mentre quello dei notebook perde 2,4 punti ed è destinato a scendere ancora considerando che il segmento dei pc portatili continua a essere frammentato in numerosi sottosegmenti e che solo la fascia dei prodotti meno costosi appare forte in questo momento. Tradotta in volumi, la situazione vede il mercato dei notebook caratterizzato da un 70% di sistemi venduti sotto al “price point” di 2.000 euro, con il 50% delle macchine posizionate al di sotto dei 1.750 euro.

All’inizio del 2001, il 75% dei notebook veniva venduto a prezzi superiori ai 2.000 euro. Ottime notizie per gli acquirenti, ma per i costruttori è sempre più difficile assicurarsi margini adeguati e il mercato è sempre più maturo per una ondata di consolidamenti. In tali condizioni, i fornitori di piccole dimensioni non possono competere con colossi come Dell o Hewlett-Packard.

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