Porsche Informatik

Porsche Informatik, sussidiaria di Porsche Holding e azienda Volkswagen, è una società specializzata nello sviluppo di automotive trading software. Quella di Porsche Informatik è  una testimonianza pregnante su come la tecnologia abiliti la digital transformation nel settore automobilistico.

La visione della società è illustrata sul blog di Red Hat da Christian Köberl e Johannes Grumböck. Christian Köberl è software architect e Johannes Grumböck è infrastructure architect in Porsche Informatik.

Il post, “Ready to Adapt: fornire applicazioni e servizi in tutto il mondo in modo facile e veloce”, offre spunti interessanti sul caso di Porsche Informatik nella trasformazione digitale in campo automotive.

Il settore automobilistico, spiegano Köberl e Grumböck, sta vivendo la più grande trasformazione della sua storia ultracentenaria. La digitalizzazione è diventata un importante fattore competitivo, le imprese che vogliono beneficiarne dovrebbero però prepararsi e adattarsi. Prepararsi da un punto di vista organizzativo, culturale e tecnico, oltre a essere in grado di gestirne i cambiamenti.

La risposta di Porsche Informatik, come service provider, alla digital transformation di una rete automotive è agility by design. Vengono sviluppate un numero sempre maggiore di applicazioni in tempi sempre più stretti. Questi sviluppi devono essere pronti per il mercato in tempi rapidi.

Il punto di vista di Porsche Informatik

Porsche Informatik sta passando da fornitore di soluzioni distributor-focused a provider di soluzioni orientate al cliente. Ad esempio l’app PIA Service offre all’utente accesso diretto alle informazioni sul veicolo e consente di programmare la manutenzione.

In questo scenario entra in gioco Red Hat OpenShift Container Platform. Questa piattaforma applicativa per container offre un’efficiente orchestrazione delle applicazioni end-customer. E inoltre supporta il processo di sviluppo con un’eccellente integrazione continuous integration/continuous deployment (CI/CD).

Porsche Informatik, proseguono Köberl e Grumböck, ha creato un private cloud su un hosting service provider. Questo si avvale di Red Hat OpenShift Container Platform come ambiente PaaS per consentire lo sviluppo e l’implementazione rapida di applicazioni. L’ambiente è stato completamente migrato in un data center in-house.

La strategia è quella di portare l’infrastruttura convenzionale sul cloud. Tuttavia, la capacità private cloud non deve essere esagerata. Ciò che serve è essere in grado di sviluppare applicazioni in modo rapido e semplice, sfruttando i vantaggi offerti dal cloud.

L’obiettivo di Porsche Informatik per il futuro è un cloud pubblico. Sarà progettato come pure cloud che si avvale solo di core system via Web service API definite, per fornire applicazioni a 26 paesi.

La società ha scelto Red Hat OpenShift per le caratteristiche, tra le altre cose, in tema di autorizzazione, autenticazione, logging, e metriche.

DevOps e Kubernetes secondo Porsche Informatik

I due esperti suggeriscono di organizzare team, processi, e strumenti secondo il concetto DevOps al fine di intraprendere i necessari cambiamenti culturali. In secondo luogo, è necessario che practice quali la continuous integration and continuous delivery siano implementate per rendere possibile la fornitura non-stop di software agli utenti.

Il time-to-market migliora quando gli sviluppatori dispongono degli strumenti e delle capacità di portare il software in produzione in poche ore. Qui l’automazione del processo con Red Hat OpenShift è più facile da realizzare rispetto alla soluzione Kubernetes pura.

Rispetto allo sviluppo di software tradizionale, c’è più flessibilità ma anche più responsabilità. E Red Hat OpenShift aiuta a supportare questo cambiamento culturale.

Il proverbiale shift left nei cicli di sviluppo significa che la responsabilità passa dalle operation agli sviluppatori e al business. Lo sviluppo è quindi, con la continuous delivery, responsabile della gestione delle patch di immagini, scaling e backup dei dati.

Il vantaggio DevOps da un punto di vista tecnico è nell’infrastruttura. Quindi è più semplice operare con tecnologie nuove come Node.js. Inoltre, i team possono scegliere se vogliono implementare un database in modo tradizionale con Oracle o adottare un programma come MongoDB. Permettendo così agli sviluppatori di configurare le applicazioni completamente senza dover gestire l’infrastruttura sottostante.

L’effetto principale di questa soluzione è di velocizzare il time to market e di utilizzare il feedback dei clienti per apportare miglioramenti più rapidamente. Nuove applicazioni che richiedevano più di una settimana oggi sono operative in poche ore. L’obiettivo che Porsche Informatik si è data è ambizioso: ridurre il time-to-market del 90%.

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