PiùBlog 2008: C’è business nei media sociali?

Contenuti generati dagli utenti, relazioni e diritti digitali possono essere integrati in un’economia sostenibile.

Alle volte un punto di vista diverso può aiutare a comprendere meglio il contesto nel quale ci muoviamo. La prima legge mondiale sul diritto d’autore, ovvero lo “Statuto di Anna”, è stata emanata ben 298 anni fa. “Attendo ancora due anni per festeggiare l’importante ricorrenza dei trecento anni”, come piace dirla a Daniele Doglio, professore di Economia dei media alla Cattolica di Milano e consulente di grandi realtà italiane e straniere. Era ospite centrale nell’evento “The Pirate Bay”, dedicato all’evoluzione dei diritti nell’era digitale; con lui Emanuele Bevilacqua. “Il diritto d’autore dal Gilgamesh ai creative commons” è la descrizione che Alberto Castelvecchi ha fatto dei contenuti del libro Media e Copyright (Cooper 2007), dello stesso Doglio, i cui spunti sono stati alla base della sessione.

Il concetto stesso di diritto d’autore è piuttosto variabile, ed è proprio nel senso della modifica del diritto d’autore in senso digitale che le nuove tecnologie devono gestire i contenuti generati dalle aziende, quelli degli utenti e anche le relazioni. Di questo, ma principalmente in ottica aziendale, s’è occupato un evento successivo.

Contenuti e relazioni
Il “pomeriggio sociale” della domenica, terzo di quattro incontri, verteva sulla possibilità di monetizzare attraverso la social life attualmente esistente. Certo i numeri sono imponenti e partono da quei 500 milioni di iscritti che rappresentano il 40% degli utenti di Internet. I social media sono nati con l’avvento del cosiddetto Web 2.0, e rappresentano una tappa importante nella crescita dello scenario del settore. Per il livello di “disruption” che ha portato dentro a un mercato decisamente maturo, l’attuale rinnovamento si può sicuramente paragonare all’avvento della televisione in un mondo in cui c’era solo la carta stampata.

Forse la principale novità della Rete è il monitoraggio, “uno strumento indispensabile non solo per la misurazione della presenza nell’ambito dei social media”, nelle parole di Italo Vignoli, esperto di pubbliche relazioni e moderatore della sessione, “ma soprattutto per la comprensione e la conoscenza degli stakeholder e lo sviluppo della conversazione con i pubblici di riferimento”.

I social media sono uno strumento di comunicazione utili alle aziende così come sono o vanno interpretati come strumenti di aggregazione e moltiplicazione dei messaggi anche in senso tradizionale?

“C’è differenza tra social media e social network”, dice Epifani, “perché il primo sviluppa contenuti, il secondo relazioni”, per cui Facebook non è un media ma un network. E le aziende che li usano, li usano male, com’è già stato per i blog. In quest’ottica, le relazioni non sono assimilabili a contenuti.

Ma a che livello i dipendenti possono scrivere online del loro lavoro? “Per integrare effettivamente il nuovo paradigma dai blog ai social network, le aziende dovrebbero considerarlo nelle policy aziendali”, ha risposto Antongiulio La Corte (Zooppa).

L’evoluzione dei media richiede un’evoluzione delle strategie di comunicazione, in modo coerente rispetto alla tradizione consolidata e allo stesso tempo innovativo, per poter raggiungere dei risultati visibili e quantificabili. Ovviamente, cambia il paradigma della comunicazione, per cui la carta mantiene un ruolo fondamentale ma solo in alcuni mercati, mentre i social media ne assumono uno straordinario in altri mercati. Come sempre, ogni media ha il suo target.

La moda di Second Life
E parlando di nuovi contenuti generati dagli utenti, avete duecento Linden Dollars e volete rifarvi il look? Potete comperare al vostro avatar un nuovo vestito, virtuale ovviamente, da uno stilista. Questo per dire che un interessante modello di business su Second Life è quello della moda. Molti dei personaggi femminili di Second Life amano vestir bene, e moltissime persone se ne preoccupano. In generale non sono nati stilisti, e questa per loro è veramente una seconda vita: così è stato per Anubis Hartunian o MEB, presenti in second life nella land di Più Blog, o per Patricia Blessed, presente in real life, tutte coordinate da Micalita Writer.
A proposito: 200 Linden Dollar fanno circa un dollaro statunitense, quindi 80 centesimi di euro. Un caffè, insomma.

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