Perché le aziende transformer raggiungono prima gli obiettivi

Da una ricerca di Riverbed su oltre mille decision maker It di grandi aziende Emea emerge chi utilizza l’infrastruttura It per l’eccellenza innovativa. In Italia sono tre su dieci.

Secondo un’indagine commissionata da Riverbed a Loudhouse nel 2013, solamente un’azienda su quattro in Emea può dirsi transformer.

Vale a dire, essere una società che considera l’utilizzo dell’infrastruttura It per guidare l’eccellenza innovativa.

L’indagine è stata realizzata su oltre 1.000 decision maker It di aziende con oltre 1.000 dipendenti e di 10 paesi Emea (Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Italia, Svizzera, Benelux, Russia, Middle East e Sud Africa).
Il fine era comprendere meglio come le aziende stiano adottando e ottimizzando il valore delle nuove tecnologie.

In Italia tre su dieci sono transformer
La curiosità immediata è sapere quanti transformer abbiamo in Italia, in percentuale.
Lo abbiamo chiesto ad Albert Zammar, Country Manager di Riverbed Technology Italia.

«In Italia – ci ha detto – la percentuale di aziende Transformer è del 29%. Siamo al secondo posto tra le country coinvolte, dopo la Francia (40%). I risultati della ricerca mostrano il nostro paese tra i più innovativi dell’aerea Emea. Nonostante le difficoltà economiche e i budget ridotti che rallentano l’avvio di nuovi progetti, le aziende italiane sono sempre più consapevoli dell’importanza di avere un’infrastruttura adeguata per supportare le nuove tecnologie ed essere quindi innovative».

I risultati

Il 70% delle aziende transformer si aspetta un Roi su quasi tutte le spese in nuove tecnologie entro due o tre anni, rispetto al 57% delle non-transformer.

Il 61% delle nuove applicazioni o servizi It introdotti negli ultimi 12 mesi sono definiti un completo successo dalle aziende transformer, rispetto al 52% delle non-transformer.

Il 29% dei Transformer vede più di tre quarti dei progetti come un successo rispetto al 16% dei non-transformer.

I transformer hanno spesso rivisto numerosi aspetti della loro rete e dell’infrastruttura applicativa. Il 77% di loro ha già completato o sta attualmente realizzando il consolidamento del datacenter o progetti di ottimizzazione, contro il 49% dei non-transformer.

La ricerca dimostra che l’investimento in nuove applicazioni e tecnologie aziendali è incrementato in modo significativo in tutta l’area Emea negli ultimi due anni.

L’82% dei decision maker It coinvolti ha affermato che la proporzione delle loro spese generali per nuove applicazioni business critical è aumentata.
In media, il 25% dei budget It ora è dedicato all’implementazione di nuove tecnologie e innovazioni, in particolare al cloud computing (59%), ai social media (45%) e allo sviluppo di applicazioni mobili (44%).

Inoltre, la ricerca sottolinea che spesso le nuove applicazioni offrono la promessa di un incremento di performance, ma per molte aziende (44%) in realtà non si rivelano in grado di rispondere alle aspettative, rappresentando un costo decisamente notevole.

L’indagine ha evidenziato che i transformer sono caratterizzati non solo da un grande successo nelle implementazioni di applicazioni enterprise, ma anche da una migliore preparazione per assicurarsi quel successo, in particolare sulla propria infrastruttura It e sulle performance.

Chi è transformer e chi no

I transformer hanno fiducia nel potere di cambiamento della tecnologia: sono propensi a considerare la tecnologia come driver di innovazione (66%) rispetto ai non-transformer (40%) e hanno aumentato gli investimenti in applicazioni business-critical negli ultimi due anni (88%), contro il 78% dei non-transformer.

I transformer comprendono che solo la tecnologia ottimizzata per l’ambiente globale It in rete può mantenere le sue promesse.
Ad esempio, i tTransformer con molta probabilità hanno rivisto numerosi aspetti del network provisioning negli ultimi 12 mesi, inclusi il datacenter (48% vs 38%), l’hosting/outsourcing network management (51% vs 38%), la capacità (52% vs 44%) e lo storage (56% vs 47%).
I transformer hanno già completato (36%) o stanno implementando un progetto di consolidamento o ottimizzazione del data center (41%), rispetto al 15% e al 34% dei non-transformer.

Come si convince di non è transformer a esserlo
Alla luce di ciò, quali argomenti affronta Riverbed con i non-transformer nazionali per convincerli a cambiare passo?

Ci risponde ancora Zammar.
«È importante spiegare che la chiave del
successo consiste nell’avere a disposizione un’infrastruttura adeguata
per riuscire appunto a trasformare le tecnologie e le applicazioni a
vantaggio dell’azienda. Il business non verte purtroppo solo
sull’efficienza, ma è fondamentale consolidare l’infrastruttura per
renderla atta a supportare le tecnologia in continua evoluzione.
Compiendo questo passo, sarà possibile ottenere un ritorno sugli
investimenti corretto e più rapido, incrementando la produttività e
l’efficienza, priorità quest’ultima che si staglia al primo posto
proprio delle aziende non transformer. L’impegno di Riverbed è quindi di
far comprendere che investire nelle tecnologie giuste non è più
sufficiente per avere successo, in quanto se i sistemi nei quali vengono
implementate sono già sovraccarichi di applicazioni, sarà più probabile
che le prestazioni aziendali continuino a ridursi, invece di
aumentare
».

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