Perché le aziende cambieranno il desktop entro l’anno prossimo

Cronaca di una lunga metamorfosi in atto secondo Enrico Brunero di Dimension Data. L’aire lo dà Windows 7, ma c’è di più: la virtualizzazione.

Ha fatto scalpore, recentemente, un’indagine di Dimension Data, condotta su 546 decisori Ict mondiali, che ha ricordato che mancano (mancavano, un mese fa) mille giorni alla fine del supporto di Windows Xp e pertanto le aziende debbono prendere in mano la situazione.
Anche orientandosi alla virtualizzazione desktop come soluzione o ausilio.

Ne abbiamo parlato con il responsabile delle linee datacenter e virtualizzazione della società in Italia, Enrico Brunero.

D: Come va configurata la migrazione della postazione operativa?

B: Il tema della virtualizzazione client va separato in due: application e desktop.
Ci sono forti driver, guidati dalla migrazione verso Windows 7 e il tema nascente del bring your own device.
Vista è stato adottato dalle aziende. Una su tre ha già migrato a Windows 7. Ora tocca al resto. E sappiamo che il 60% di loro lo farà nel corso del prossimo anno.

D: Il tema è ristretto a Windows 7?

B: No, riguarda anche l’adattamento delle applicazioni. Chi sta migrando pensa a un refresh complessivo, nella misura del 20%. Un altro 30% lo farà rolling, mano a mano che deve cambiare i client. Il punto è che laddove è possibile far evolvere l’ambiente applicativo si cambia, verso SaaS o verso la virtualizzazione.

D: SaaS o virtualizzazione?

B: Dipende dall’applicazione. Dove esistono soluzioni come Salesforce, la strada è tracciata. Dove non ci sono la scelta della virtualizzazione è ottima. Dall’hosted desktop alla virtualizzazione del desktop locale, dall’hypervisor al cloud, la tecnologia è matura.

D: Le scelte lo sono altrettanto?

B: Le aziende stanno alzando la priorità dei progetti. Sono i dipartimenti It a guidare la migrazione. E cambiano i target: non si pensa più solamente ai task worker, ma a più utenti. Da qui il dato del 60%. Si pensa a uffici locali e remoti assieme, ai mobile worker.

D: Quali sono gli obiettivi concreti della virtualizzazione?

B: Ridurre i costi, dare sicurezza, gestibilità e capacità di aggiornamento trasparente dei sistemi operativi.

D: Quali sono le tecnologie di base coinvolte nella virtualizzazione client?

B: Network, storage, server, infrastruttura, system management.

D: Significa che bisogna rimettere ordine nel datacenter?

B: Si, se vuoi che l’iniziativa abbia successo. E va tenuto conto che c’è anche la consumerization, che spinge il cambiamento dal basso, ma che spesso è imbracciata dal senior executive.

D: Il Cio allora è in una morsa?

B: Il punto è proprio questo: gli It manager non devono subire, ma guidare le richieste. Oggi sono ancora in fase di valutazione, ma hanno messo la sicurezza al primo posto.

D: Cosa fa in questo quadro Dimension Data?

B: Fa il Next generation desktop assessment. Profila il business, la politica delle licenze, aiuta la direzione strategica dell’It, trasforma.

D: In che modo e con quali tempi?

B: L’analisi iniziale prende alcune settimane per la raccolta delle informazioni di una realtà che sensatamente possiamo pensare sopra i 200 client, altrimenti non si arriva a break even. Poi si agisce per il cambio di mentalità, pensando prima all’utente delle informazioni e poi al client. E, insieme allo staff It interno, si agisce, facendo la prima verifica sulla tenuta della rete.

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