Per gli ebook il futuro è liquido

Dal salone Internazionale del Libro di Torino un’analisi sullo stato di salute del mercato in Italia, con un focus sulle evoluzioni previste, tablet inclusi.

Sarà che quest’anno il titolo della manifestazione (Primavera digitale) sembrava fatto apposta, sarà che i tempi sono maturi, sarà che i nuovi attori del mercato italiano hanno scelto di essere presenti a Torino, il fatto è che il libro elettronico ha avuto un ruolo da protagonista nell’edizione 2012 del salone Internazionale del libro.

In un contesto non facile, nel quale il segmento librario segna il passo, le note positive vengono proprio dal mondo digitale, inteso in due accezioni apparentemente vicine ma in realtà ben distinte l’una dall’altra: l’ecommerce e gli ebook.
Insieme, alla fine dello scorso anno hanno rappresentato il 4,5% del mercato librario italiano, mentre gli ebook, che alla fine dello scorso anno arrivano a rappresentare un giro d’affari di 12,6 milioni di euro (da poco più di un milione nel 2009), pesano per un contenutissimo 1% sul mercato del libro nel suo complesso.

È evidente, come ha sottolineato Andrea Rangone Responsabile Osservatori ICT & Management della School of Management del Politecnico di Milano nel corso del convegno ”Vivere in rete: le mutazioni indotte dalle tecnologie digitali”, che ha animato la prima giornata del Salone, che l’Italia sia ben distante dalle esperienze non solo statunitensi e inglesi, dove l’ecommerce ha tassi di penetrazione superiori al 40% e gli ebook hanno un peso specifico nell’ordine dell’8%, ma anche tedesche e persino francesi.
Ciò che potrebbe essere letto come ennesima conferma di un ritardo strutturale del Paese, assume però una connotazione di opportunità se si analizzano le dinamiche in corso: la crescita del 740% registrata dai soli ebook nei dodici medi intercorsi tra le fine del 2010 e quella del 2011, così come emerge dai dati del Politecnico, o ancora l’esplosione del fenomeno descritta da Aie, l’Associazione Italiana Editori, che parla di un mercato del libro elettronico cresciuto di nove volte in un anno, forte anche di un importante incremento nel numero di libri disponibili, passati da poco più di 11.000 a oltre 31.600.

Dinamiche sintomatiche di rapidi mutamenti in corso, che valicano anche le convenzionali definizioni di business tradizionale, contrapposto a un business digitale.
È un nuovo business, quello di cui si è parlato a Torino.
Un business che tiene conto del lettore e della sua esperienza di lettura, ma nel quale confluisce, come sostiene di nuovo Rangone, anche l’idea di ”consumatore digitale, con la sua esperienza digitale complessiva”.
E per affrontare questo nuovo business non serviranno più solo le competenze editoriali: serviranno competenze digitali e, soprattutto, fondamentale sarà la capacità di ”uscire dalle organizzazioni monadiche, per approdare verso un’idea collaborativa di business, sviluppato insieme a imprese di natura diversa, con l’obiettivo di sviluppare non più un piano editoriale o un catalogo libri ma un insieme di servizi e contenuti digitali. Un business nuovo che si regge non più sul prezzo di copertina, ma su un insieme di strumenti e servizi”.
Ne è convinto anche Vincenzo Russi, direttore generale del Cefriel, che parte da un dato di cronaca: l’investimento annunciato da Microsoft in Barnes & Noble, tradottosi, nel giro di una seduta di Borsa, in una vera e propria ipervalutazione di Barnes: ”Il valore dell’azienda in Borsa è arrivato a 1,7 miliardi di dollari: una cifra stratosferica, che corrisponde al valore del digitale”.
Dal digitale Russi si attende un nuovo paradigma. E non si tratta solo di eBook, anche se secondo Wall Street Journal entro due anni il solo comparto del libro elettronico arriverà a valere oltre 6 miliardi di dollari negli Stati Uniti.
Il nuovo paradigma include oltre agli ebook e agli ereader anche tablet e smartphone: ”Nascono nuove sfide per gli editori: la competition si giocherà sulla capacità di mantenere l’attenzione del lettore . L’esperienza digitale sempre più rappresenterà un continuum che accompagna l’utente lungo tutto l’arco delle sua giornata”.
Si va, secondo Russi, oltre l’idea di dispositivo o di contenuto, per abbracciare un concetto più esteso di contenuto liquido, che si adatti al contenitore e che offra esperienze di utilizzo diverse in base al momento e in base al contesto.

Così cambiano anche le implicazioni, che abbracciano oggi tematiche differenti e non limitate al solo concetto di supporto: si parla di standard, di ecosistemi, di diritti digitali, così come di cloud, di coesistenza di fisico e di digitale.
Tanto che lo scenario che entro tre anni si aprirà per l’Italia vedrà premiate in primis Amazon ed Apple, rispettivamente con una quota del 45 e del 30% del canale distributivo degli ebook, seguite dagli altri etailer, sia con distribuzione propria, sia appoggiati a piattaforme italiane.

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