PayPal: il focus su startup e Pmi

C’è un mercato potenziale inesplorato per il Made In Italy e PayPal offre strumenti per l’ecommerce cross borders. A colloquio con Angelo Meregalli, general manager della filiale italiana.

La mobility, le startup, le piccole medie imprese, l’internazionalizzazione.
Sono tanti i fronti che vedono oggi impegnata PayPal, non semplicemente nel proporre soluzioni e servizi di pagamento, ma anche e soprattutto nell’offrire strumenti che facilitino la crescita delle imprese in un momento congiunturalmente non semplice.

Il Made in Italy che piace
”Moda, design, enogastronomia – esordisce Angelo Meregalli, General Manager della società in Italia – all’estero c’è una domanda di prodotti italiani molto più alta di quanto riusciamo a immaginare. Una domanda che al momento non è ancora stata adeguatamente raggiunta”.
Del resto, i numeri parlano chiaro.
Secondo quanto emerge dalla ricerca Modern Spice Routes: The Cultural Impact of Cross-Border Shopping, condotta tra maggio e giugno scorsi da Nielsen per conto di PayPal, il cosiddetto shopping cross border già alla fine di quest’anno varrà 105 miliardi di dollari per triplicare entro i prossimi cinque anni.
E se si pensa che tra le motivazioni che spingono utenti statunitensi, inglesi, cinesi, canadesi, australiani e tedeschi ad acquistare online oltre al risparmio vi è la possibilità di accedere a prodotti autentici e di alta qualità, introvabili localmente, appare chiaro che vi è ancora un mercato potenziale che sfiora i mille miliardi di euro tutto da raggiungere.

”Non è un caso che il tasso di esportazione registrato da PayPal – prosegue Meregalli – sia doppio rispetto a quello medio del mercato. Bisogna però indirizzare correttamente il fenomeno”.
AL momento, infatti, se da un lato è vero che il consumatore italiano si spinge ormai ad acquistare presso i venditori esteri, è altrettanto vero che il venditore italiano è in ritardo.
”E’ in ritardo soprattutto nel capire che si tratta di una area di crescita ancora inespressa”.
Il Made in Italy ha ancora valore, sottolinea Meregalli, che aggiunge: ”Senza contare poi anche chi decide di muoversi in questa direzione, ma poi non è capace di promuovere il suo prodotto e la sua attvità”.
I marketplace ci sono e il riferimento non si limita certo solo alla proposta di eBay: serve forse voler davvero immaginare cosa si può fare.

Il problema culturale – perché di questo si tratta – appare tanto più evidente quanto più piccole sono le aziende.
Meregalli si dice convinto che il problema di alfabetizzazione si ponga soprattutto sul segmento delle piccole e medie imprese, che spesso non hanno nessuno su cui fare affidamento per capire come muoversi.
Le Pmi vanno aiutate e supportate con iniziative di evangelizzazione ad hoc, spiegando loro come partire con le iniziative di ecommerce. Per questo stiamo pensando a un programma di educazione specifico, fatto di eventi e workshop e nel quale coinvolgere anche le realtà che hanno aderito al nostro partner program e che lavorano e sviluppano con noi”.
”Certo è – è la piccola provocazione – che avere un sistema di pagamento che garantisce anche le attività cross border non è sufficiente, se le aziende non sanno curare le loro vetrine e non investono nel superamento delle barriere linguistiche sui loro siti”.

Ora tocca alle startup
Un discorso analogo lo meritano le startup.
”I vincoli legati al capitale circolante, ai sistemi di incasso, agli investimenti rischiano di bloccare i progetti di avviamento di nuove imprese”.
Per questo recentemente è stato lanciato Startup Blueprint, un programma studiato per sostenere le realtà giovani, con meno di cinque anni di vita, che abbiano un focus sui software o i servizi mobile e web e dichiarino un fatturato annuo inferiore ai 3 milioni di dollari.
Alle startup Paypal offre tutti gli strumenti necessari per far crescere il proprio business a livello internazionale, limitando la complessità dei pagamenti e riducendo in modo significativo la responsabilità di conformità PCI a negozi online o sviluppatori.

Quel mobile che sposa la multicanalità
E poi c’è la mobility.
L’incremento delle vendite in mobilità è evidente, come del resto sottolinea uno studio condotto da Forrester Research sempre per conto di PayPal.

In Italia si parla di un tasso di crescita annuo nell’ordine del 46 per cento e di un mercato destinato a passare dai 232 milioni di euro di fine 2012 a oltre 1,5 miliardi di euro entro la fine del 2017.
”Un incremento sensibile – spiega Meregalli – si registra soprattutto negli acquisti da telefono, perché vedono l’utente coinvolto in tempi diversi, rispetto alle attività di acquisto tradizionali”.
Un consumatore sempre più multicanale viene oggi ingaggiato sia con i siti mobile, sia attraverso le App, tenendo conto che se già un sito mobile può generare anche un 10 per cento di vendite aggiuntive, una App riesce a sfiorare anche il 30 per cento in più.
”Parliamo ancora di microcifre – spiega il manager – ma qualcosa sta cambiando: crescono le offerte mirate su oggetti a maggior valore, ad alta rotazione, con scontrino più alto. Per questo sono convinto che per un merchant non essere su smartphone significa perdere vendite”.
Del resto, è la sua convinzione, l’utente è predisposto a utilizzare il telefono cellulare per i suoi acquisti ”chi è in ritardo è il business”.

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