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Oracle Italia, un 2022 di crescita, il cloud al centro

Un anno di crescita, sia per il business sia per le persone di Oracle nel nostro Paese: questo il punto di partenza dei contenuti condivisi in un evento presso la nuova sede di Oracle a Milano, aperta poco meno di un mese fa, che ha visto la partecipazione di una parte del leadership team che guida l’attività in Italia: il vice president, VP Tech e country manager di Oracle Italia Alessandro Ippolito, affiancato da Andrea Sinopoli, VP & country leader Cloud Tech e Giovanni Ravasio, VP & country leader Cloud Applications.

Alessandro Ippolito, vice president, VP Tech e Country Manager di Oracle Italia

In apertura Ippolito ha ricordato uno dei momenti chiave dell’anno fiscale 2022, che per Oracle si è concluso il 31 maggio: l’apertura della prima Cloud Region in Italia inaugurata a Milano il 15 dicembre scorso. “L’apertura è stato un momento importante per i clienti del nostro Paese, che in questa infrastruttura trovano risposta alle esigenze di sicurezza, affidabilità, prestazioni necessarie per dare una svolta al loro percorso di migrazione al cloud, con nuove possibilità di valore anche per il tessuto delle piccole e medie imprese, fondamentali per la ripresa italiana”.

Il focus dell’azienda sul nostro Paese è confermato anche dall’apertura della nuova sede in zona Porta Nuova, in via Massimo d’Azeglio. Una struttura da 6.200 metri quadri – con circa 350 postazioni singole e numerose altre per le riunioni – concepita con spazi modulari e flessibili, adatti alle diverse esigenze di “lavoro agile” – in team, individuale, di confronto con clienti e partner – e dotata di comodità e servizi che mettono al centro il benessere delle persone, come ad esempio uno spazio-palestra e una sala biblioteca, la “Library” dove si è svolto l’incontro.

Open space tradizionali e spazi di aggregazione per riunioni più o meno formali si alternano nella nuova sede di Oracle a Milano

 

 

 

 

L’ampia area fitness a disposizione dei dipendenti

Venendo ai numeri del business, Ippolito ha evidenziato come i trend mondiali di Oracle emersi dai risultati dell’anno fiscale e in particolare del quarto trimestre (marzo – maggio 2022) si siano manifestati anche per l’Italia, dove anzi si sono registrati risultati anche migliori in alcune aree, stimolati dalla forte spinta di trasformazione digitale e di migrazione al cloud promossa dagli eventi degli ultimi due anni, dai nuovi scenari e dalle importanti risorse del PNRR dirette all’innovazione. “Per l’Italia si tratta di una crescita solida, globalmente circa del +10% anno su anno, che ha riguardato sia il cloud tecnologico (IaaS e PaaS) sia il cloud applicativo (SaaS)” ha segnalato il manager, che ha poi sottolineato come alla crescita del business si sia affiancato un importante investimento sulle persone.

Nell’anno fiscale appena concluso, Oracle Italia ha inserito in azienda oltre 150 persone; inoltre, ha lanciato anche nel nostro Paese “Generation Oracle” o “GenO”, un programma EMEA per l’acquisizione dei migliori talenti in uscita delle università (o comunque che si sono da poco affacciati sul mondo del lavoro), che ha l’obiettivo di coinvolgere 400 giovani nell’arco di tre anni, in Europa. Si tratta di un percorso che prevede 24 mesi di formazione, lavoro su progetti diversi e infine l’indirizzamento verso uno dei vari percorsi di carriera in Oracle, con una forte componente internazionale.

Andrea Sinopoli, VP & country leader Cloud Tech di Oracle Italia

Andrea Sinopoli, che guida in Italia il business delle tecnologie cloud IaaS (Infrastructure as a Service) e PaaS (Platform as a Service), ha confermato come la Cloud Region aperta da oltre sei mesi a Milano sia da considerare un “booster” importante per incidere sui grandi percorsi di trasformazione digitale in atto nel nostro Paese, legati sia al settore pubblico – sanità, infrastrutture cloud nazionali ecc. – sia al settore privato, che in alcune aree – ad esempio per i servizi finanziari, bancari e assicurativi –  sta migrando in modo molto significativo processi, dati e applicazioni verso il cloud.

In questo ambito Oracle ha creato in Italia nell’arco di appena due anni un percorso di grande successo” ha commentato Sinopoli, sottolineando che in quest’area Oracle Italia ha superato la pur già elevata crescita riportata dall’azienda a livello globale,  registrando nell’anno fiscale appena chiuso una crescita molto significativa sulla componente IaaS e PaaS sia come “adozione” (nuovi clienti), sia come ricavi complessivi (di oltre il +60%, che comprende anche il consumo di risorse cloud dei clienti già esistenti).

L’offerta Distributed Cloud, differenziante rispetto agli altri hyperscaler

Il motivo di questo successo, trainato dalla crescente domanda di innovazione digitale e cloud, sono due “assi nella manica” ovvero il cloud di seconda generazione di livello enterprise tipico di Oracle, riprogettato in modo da offrire i livelli di sicurezza, performance, predicibilità, automazione dei servizi necessari per i processi mission-critical, e la proposta unica di “Distributed Cloud” di Oracle, con offerte come Exadata Cloud@Customer e oggi ancor più con le Dedicated Region Cloud@Customer. Queste ultime permettono di ricreare completamente nel perimetro infrastrutturale fisico del cliente il cloud pubblico Oracle in tutte le sue componenti infrastrutturali e applicative, con tutti i vantaggi di integrazione in architetture ibride (tra on-premise e cloud) e di controllo sui dati che ne conseguono.

Oracle offre le sue funzionalità di cloud pubblico in locale, a partire da 500.000 dollari al mese con un impegno basato sul consumo, soddisfacendo i più stringenti requisiti di residenza e latenza dei dati

La partnership con Vodafone, che migrerà gran parte dei propri sistemi informativi consolidandoli su una OCI Dedicated Region distribuita in Europa, due nodi della quale saranno in Italia, è un caso esemplare.

Tali elementi, associati alla specializzazione “naturale” di Oracle sul data management anche in cloud e alla disponibilità nel territorio nazionale della Cloud Region di Milano, sono stati anche fattori chiave che hanno consentito a Oracle di inserirsi nelle cordate per i bandi dell’infrastruttura cloud nazionale, dando questo specifico apporto, con la proposta Dedicated Region Cloud@Customer.

Guardando ai prossimi mesi Sinopoli ha confermato l’investimento sull’ecosistema di partner, in particolare con un programma per i CSP (Cloud Service Provider) rivolto ai grandi system integrator, che permette ai Partner di diventare gestori del cloud infrastrutturale e di piattaforma Oracle e integrarvi “on top” le loro componenti applicative.

Dal lato dell’utente finale sarà sempre più rilevante l’approccio multicloud – che Oracle facilita grazie alla collaborazione con tutti i principali operatori del settore, volta ad offrire apertura, facile integrazione e interconnessione tra le “nuvole” di cui il cliente si vuole servire per le proprie esigenze. Questa collaborazione nel caso di Microsoft si spinge fino a una vera e propria interconnessione e interoperabilità completa tra le Cloud Region di Azure e di OCI (Oracle Cloud Infrastructure), che in Europa è già disponibile ad esempio a Francoforte, in Germania: qui la co-location dei due datacenter nello stesso luogo riduce al massimo la latenza e al cliente è fornito un punto di accesso univoco verso l’una o l’altra infrastruttura cloud (“Single Sign On”), supportato da servizi condivisi.

Combinando Oracle FastConnect e Azure ExpressRoute,è possibile creare un’interconnessione privata tra gli ambienti OCI e Microsoft Azure.

Giovanni Ravasio, VP e country leader per le Cloud Applications (ERP, EPM, SCM, HCM, CX), ha parlato di uno scenario italiano particolarmente attivo, che si traduce in investimenti in progetti che hanno un importante requisito: essere sostenibili nel tempo, al di là dello stimolo attuale, determinato dall’adattamento alla “nuova normalità” e dalle opportunità generate dal PNRR.  “Le applicazioni aziendali progettate nativamente in cloud – come quelle di Oracle – abilitano questa sostenibilità nel tempo” ha sottolineato Ravasio. “Inoltre, come ci riconoscono anche i principali analisti collocandoci in posizioni di leadership nei quadranti di mercato, traducono una visione ben precisa in execution, perché permettono di portare in cloud tutti i processi aziendali – dal back-office, come quelli di amministrazione finanza e controllo, supply chain o gestione del capitale umano fino al front-end, come marketing, vendite e customer care – avvantaggiandosi di aggiornamenti continui e di un’interfaccia e di un motore di AI e ML comune a tutte le nostre soluzioni”.

Riguardo all’ultimo anno fiscale, Ravasio ha sottolineato la crescita di oltre il +90% anno su anno per le applicazioni cloud HCM (quelle per la gestione HR, una suite completa che comprende anche talent management, e-training, health and security…), sulle quali molte imprese italiane stanno investendo anche in risposta alle nuove esigenze dei loro dipendenti e alla trasformazione dell’organizzazione del lavoro. Un altro ambito in forte crescita è quello delle applicazioni ERP, in particolare sul segmento delle medie imprese; oltre ai processi finance “classici” oggi assume sempre maggiore rilevanza anche la capacità di integrare la misurazione e il reporting dei parametri ESG (Environment, Society, Governance) che – in alcuni settori e dimensioni di impresa – è già previsto da specifiche regole.

Parlando di ESG, Ravasio ha anche ricordato l’attenzione di Oracle ai temi chiave della sostenibilità e della diversity.  La sostenibilità è un target operativo per Oracle stessa, che si sostanzia ad esempio nell’obiettivo di alimentare solo con energia da fonti rinnovabili tutti gli uffici e i data center delle cloud region Oracle, in tutto il mondo, entro il 2025 (come già avviene in Europa) e di arrivare per il 2030 a essere totalmente “Net Zero”.  L’attenzione al tema della diversity è parte integrante della cultura Oracle, che vede nell’accogliere e valorizzare le differenze una risorsa di innovazione e di business importante, oltre che eticamente corretta; ciò si concretizza sia in iniziative interne, sia nella forma stessa che assume il lavoro in Oracle, comprese le scelte progettuali fatte nelle sedi aziendali come quella nuova di Milano, pensate per accogliere le esigenze dei lavoratori di tutte le generazioni.

Per il prossimo futuro, Oracle continuerà a dare supporto alle imprese nelle loro esigenze di innovazione e cloud e darà sostegno al settore pubblico, in particolare, attraverso una task force dedicata al PNRR e al settore pubblico – che riunisce competenze trasversali di applicazioni e infrastrutture – creata per massimizzare la capacità di intervento e la presenza a fianco delle organizzazioni pubbliche e private italiane.

In conclusione ha ripreso la parola Alessandro Ippolito, per ricordare l’impegno di Oracle in Italia con il mondo universitario e accademico, e alcuni programmi Oracle rivolti in specifico al mondo della ricerca e dell’innovazione.

  • Oracle For Research è una iniziativa per fornire risorse cloud, soluzioni e tecnologie a supporto di progetti di ricerca in vari ambiti, selezionati secondo un orizzonte di impatto sulla vita delle persone entro i cinque anni.
  • Oracle Open Data è un archivio di data set scientifici rilevanti, provenienti da fonti ufficiali, a disposizione di ricercatori, data scientist, analisti e altri soggetti, reso disponibile con strumenti che aiutano a utilizzare le risorse, in aree come le scienze della vita, AI e ML, informazioni geologiche – spaziali e persino linguistiche (“Progetto Gutenberg”) .
  • Oracle Labs sono i laboratori di ricerca e sviluppo Oracle, che collaborano anche con il mondo universitario; i Labs di Zurigo hanno portato avanti con il DIETI (Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione) dell’Università Federico II di Napoli un progetto sulla fruibilità dei dati clinici, che ha l’obiettivo  di individuare automaticamente – tra i termini usati in un referto – il sintomo, la patologia associata, il farmaco e l’effetto prodotto attraverso un trattamento su quella patologia, e di farlo potenzialmente in scala, ovvero su tutti i documenti digitali prodotti dalle strutture di ricovero, di diagnostica, o di ricerca.

Focus sull’healthcare

Un altro ambito che assumerà infatti via via più rilevanza, ha ricordato Ippolito – anche alla luce dell’acquisizione appena completata di Cerner, leader nei sistemi informatici sanitari – sarà quello dell’innovazione nell’healthcare “che può realmente cambiare in meglio la vita delle persone, in tutto il mondo”, come ha sottolineato recentemente commentando la più grande acquisizione degli ultimi anni lo stesso Larry Ellison, fondatore, chairman e CTO di Oracle.

Sempre maggiore inoltre sarà il focus sui settori verticali, ai quali Oracle ha da tempo indirizzato, con le sue Global Business Unit dedicate, un’offerta di soluzioni cloud dell’”ultimo miglio” che completano quella più generale di sistemi e soluzioni IaaS PaaS e SaaS: tra le GBU dedicate ci sono ad esempio retail, utilities, telecomunicazioni, servizi finanziari, food & beverage, hospitality, construction & building, e a breve, rafforzata, anche healthcare/sanità.

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