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Oracle: con il cloud, un IT più sostenibile sia economicamente che per l’ambiente

La situazione economica globale, in cui i costi dell’energia stanno giocando un ruolo centrale, impone scelte strategiche non semplici per il settore ICT. La posto in gioco è altissima: il futuro del Paese dipende in larga parte dalla capacità di affrontare trasformazione digitale e transizione ecologica nel modo più efficiente possibile. Ne parliamo con le realtà leader di mercato, affrontando con loro le tematiche più calde.

Alle nostre domande risponde Michele Porcu, VP e Direttore Business Strategy EMEA (Europe, Middle-East & Africa), Oracle.

Come pensate di coniugare le esigenze di sostenibilità ambientale, efficienza energetica e costante crescita di potenza di calcolo richiesta?

Michele Porcu, VP e Direttore Business Strategy EMEA (Europe, Middle-East & Africa), Oracle
Michele Porcu, VP e Direttore Business Strategy EMEA (Europe, Middle-East & Africa), Oracle

Questa è una sfida che ci è ben nota, in Oracle, anche prima che i prodromi della crisi energetica si manifestassero. È fondamentale ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente, soprattutto se si tiene conto del fatto che l’Information Technology è di per se stessa energivora e il fabbisogno di potenza di calcolo sta crescendo a doppia cifra a causa della crescente pervasività della digitalizzazione sia nel settore privato che in quello pubblico.

Ma tramite il cloud computing andiamo incontro all’esigenza di avere servizi informatici più sostenibili, non solo economicamente ma anche dal punto di vista dell’impatto ambientale; il cloud garantisce più efficienza nell’utilizzo delle risorse rispetto all’erogazione standard dei servizi all’interno dei data center dei clienti, ed essendo ormai tutte le nostre Cloud Region alimentate da fonti rinnovabili al 100%, i nostri servizi per i clienti sono “carbon neutral”.

Da tempo poi ci impegniamo come azienda a raggiungere il traguardo di essere Net Zero entro il 2030 e già oggi, oltre alle Cloud Region, anche tutti i nostri uffici europei sono alimentati a energia rinnovabile.

Dall’approvazione definitiva del PNRR è trascorso oltre 1 anno. Ad oggi quali risultati ha prodotto sulla trasformazione digitale dell’Italia, e quali sono le prospettive?

Ci sono almeno tre importanti risultati conseguiti in quest’ultimo anno:

  • Il primo e forse il più importante risiede nella formazione del Polo Strategico Nazionale (PSN); sarà un partneriato composto da aziende e competenze eccellenti italiane e dai principali cloud hyperscaler (tra i quali anche Oracle) a guidare lo sviluppo dei servizi cloud e a erogarli alle varie entità della pubblica amministrazione centrale e locale. C’è una strategia chiara sui diversi modelli di cloud che verranno utilizzati, in base al livello di sensibilità e criticità dei dati trattati; i primi servizi verranno rilasciati entro la metà del prossimo anno.
  • Il secondo risultato è l’avvio di un tavolo strategico per l’armonizzazione e la fruizione dei dati della pubblica amministrazione in maniera tale da abbattere i “silos” informativi. L’elevata dispersione delle basi informative non garantisce la realizzazione di servizi evoluti ed erogabili sull’intero suolo nazionale al cittadino e al paziente. La creazione di un tavolo di lavoro per la definizione delle regole e delle modalità di condivisione e di fruizione dei dati è un passo fondamentale verso una digitalizzazione del Paese, che non può che avvenire in modalità “data-driven”
  • Ultimo risultato degno di nota è l’avvio di un processo di mappatura delle competenze digitali dei dipendenti della pubblica amministrazione, al fine di valutare soluzioni formative e meccanismi di incentivazione idonei a colmare i gap esistenti su tutte le professionalità

Mai come oggi investimenti e progettualità incidono in modo determinante sul futuro di ogni organizzazione. Quanto sentite vostro il ruolo di partner tecnologico dei vostri clienti?

Da più di trent’anni in Oracle Italia ci sentiamo partner tecnologici, più che semplici fornitori dei nostri clienti. Ma mai come in questo contesto di forte sviluppo del digital e contestualmente di diverse crisi potenziali che minacciano la crescita (come ad esempio la crisi energetica, gli attacchi informatici, la “disruption” di alcune supply chain, i segnali di recessione…), dobbiamo supportare i nostri clienti e farci carico di alcune delle loro sfide.

Vogliamo anzitutto aiutarli a comprendere come le tecnologie e i modelli cloud possano migliorare le performance non solo dell’IT, ma anche dei modelli di business e funzionali supportati dall’IT stesso; e in secondo luogo, quali siano le roadmap tecnologiche evolutive più idonee e a basso rischio, a identificare i modelli di sourcing IT più efficienti, accompagnarli con i nostri servizi professionali e i nostri Partner verso un’adozione delle tecnologie che sia responsabile, sostenibile e vantaggioso dal punto di vista competitivo.

Le organizzazioni che intraprendono importanti trasformazioni digitali devono rivedere molti elementi della propria catena del valore e i fornitori di tecnologia come Oracle possono e devono senz’altro supportare questo percorso con le tecnologie migliori e allo stato dell’arte ma, soprattutto, con competenze maturate anche attraverso una visibilità e operatività internazionale e la capacità di operare su qualsiasi comparto industriale.

Il game changer del 2023. Se doveste scegliere una sola tecnologia, quale sarebbe a vostro avviso la scelta vincente per le organizzazioni per il prossimo anno?

Più che una precisa tecnologia, il vero “game changer” del 2023 sarà il cloud “enterprise” in sé (nel senso di “non consumer”, destinato alle aziende), in tutte le sue forme IaaS PaaS e SaaS, perché è il modo moderno, sostenibile, sicuro, resiliente ed efficiente di erogare qualsiasi tecnologia e tutti i servizi informatici di base e avanzati.

Il cloud sarà cruciale per far fronte alle conseguenze di quella che potrebbe manifestarsi come la tempesta perfetta per le aziende e per la pubblica amministrazione, ovvero la combinazione da un lato di un’esponenziale penetrazione della digitalizzazione e dall’altro di una domanda crescente di computing a fronte di: un’elevata obsolescenza di molti datacenter (che causano anche criticità alla sicurezza, alla resilienza e alla continuità del servizio, alla sostenibilità dei budget e alla qualità dei servizi erogati), minacce informatiche sempre più pervasive ed aggressive, ma, soprattutto, una crisi energetica che avrà impatti potenzialmente enormi sulla sostenibilità economica dei datacenter.

Si stima infatti che per assorbire la crescita dei costi energetici, i budget dell’IT subiranno un aumento di circa il +10-25%, budget che dovranno poi subire revisioni sostanziali anche per contrastare una potenziale spirale recessiva su alcuni comparti industriali.

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