Oracle arriva in tribunale con Google

Si è aperto nella giornata di ieri il processo che vede opposte le due società, per i diritti intellettuali al cuore dello sviluppo di Android.

Ha preso il via nella giornata di ieri il processo che vede opposte Oracle, nella parte dell’accusatore, e Google, nella parte dell’accusato.
Oracle, nella prolusione del suo avvocato Michael Jacobs, di fatto è pronta a dimostrare che Google sarebbe stata pienamente consapevole che lo sviluppo di Android si basava su parti di codice non di sua proprietà. Pertanto, asserire oggi che il sistema operativo promosso e sostenuto da Google infranga brevetti e proprietà intellettuale di Java, acquisiti da Oracle insieme agli asset di Sun Microsystems nel 2010, è solo la logica conseguenza di quella partenza falsa.

La prolusione di Google è attesa per oggi, seconda giornata in aula, ma già la percezione è che nemmeno il più piccolo cavillo verrà tralasciato, dall’una e dall’altra parte.
Del resto la posta in gioco è davvero pesante.
Non si tratta semplicemente del risarcimento che Google potrebbe dover pagare a Oracle, anche se i 6,1 miliardi di dollari finora stimati dalla società di Larry Ellison se,brano comunque esorbitanti: in gioco, come abbiamo avuto modo di dire tempo fa quando scoppiò la querelle tra le due aziende, vi è la sopravvivenza del modello di business di Adroid, che potrebbe diventare meno appealing di quanto sia ora, se Google dovesse applicare delle fee per risarcire Oracle. Similmente, se Google dovesse decidere per un nuovo sviluppo, così da sostituire con codice nuovo il possibile codice utilizzato illecitamente, potrebbe entrare in crisi il criterio della compatibilità, con evidente insoddisfazione per la comunità degli sviluppatori.

La lista dei testimoni, come si legge sulle agenzie americane, potrebbe essere eccellente: oltre a Eric Schmidt, già Ceo di Google, alla sbarra potrebbero essere chiamati il precedente Ceo di Sun Jonathan Schwartz, e lo stesso Ceo di Oracle Larry Ellison.

Oracle, prima tra le prove a suo favore, cita una lettera, scritta da Larry Page ad Andy Rubin, fondatore di Danger Inc. e Android Inc., successivamente rilevata dalla stessa Google insieme al talento di Andy, nella quale Page fa esplicita menzione alla possibilità di pagare diritti di utilizzo a Sun.

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