Oracle a tutta integrazione

La “regina del database” fa un passo lateralmente e guarda il mondo delle applicazioni business con la lente dell’Eai.

28 gennaio 2004

Oracle sta puntando a integrare le proprie applicazioni di business con gli altri sistemi offerti dal mercato, utilizzando la leva dei servizi Web.


Il contesto per annunciare il grande salto, perché di ciò si tratta, è stato l’AppsWorld di San Diego, dove i manager Oracle hanno parlato tutti la stessa lingua: integrare, integrare, integrare. Il modo per farlo, un prodotto: Customer Data Hub, un tool (forse è riduttivo chiamarlo così) per gestire le informazioni commerciali tradizionalmente trattate dalle applicazioni Oracle con quelle di altri sistemi di business, da un unico punto centralizzato.


L’hub, in sostanza, utilizza lo strumento dei Web service, l’unico in grado di far parlare applicazioni “incompatibili” sin dalla nascita, per creare un sistema di registrazione dei dati di business, cioè quelli, tipicamente, correlati agli ordini, ai contratti, ai servizi.


Il salto, si diceva, è storico, dato che Oracle è sempre stata portatrice (più o meno esplicitamente) del concetto che la commistione di tecnologie differenti non fosse proprio una grande idea.


Con l’introduzione del Customer Data Hub, invece, Oracle fa un passo lateralmente e si mette nella posizione di chi sa guardare i problemi del mercato, che dicono, sostanzialmente, che bisogna far lavorare assieme le applicazioni esistenti, prima di crearne di nuove.


E’ da collocare sulla stessa linea di pensiero, pertanto, la rassicurazione, avanzata sempre all’AppsWorld, circa il destino che subirebbero le applicazioni di PeopleSoft nel caso l’acquisizione da parte di Oracle andasse a buon fine: continuerebbero a esistere e continuerebbero a essere sviluppate. Comunque, questo è certo e consonante, sarebbero integrate.


E lo sviluppo, necessario tanto alle applicazioni, quanto all’attività di integrazione, è e sarà sostenuto con una force de frappe di tecnici che, attualmente, contano 5mila effettivi.


Un esercito per l’integrazione.

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