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NetApp: lo storage richiede nuove competenze

Il 2017 potrebbe essere un anno di (ulteriori) soddisfazioni per NetApp: le memorie SSD mietono sempre più consensi, i dati crescono, e così le necessità di archiviazione.

Il trend positivo che aspetta i visionari dello storage si evince anche dagli Storage Trends illustrati dal Cto di NetApp, Mark Bregman e sintetizzati da Roberto Patano, senior manager systems engineering di NetApp Italia.

In sintesi, ecco i 6 Storage Trends per il 2017 di NetApp:

I dati sono la nuova valuta di scambio. Nel senso che raccoglierli e, soprattutto, analizzarli nel modo corretto permetterà a un’azienda di creare vero business.
Nuovi modelli si fanno avanti. Saranno necessari nuovi servizi di integrazione applicativa, ovvero nuove competenze: i partner sono avvisati.
Cloud catalizzatrice e acceleratrice. I dati sono in (qualche) cloud e sarà necessario sapere come pescarli, e come usare i servizi a contorno forniti dal Cloud Provider per sfruttarne tutti i benefici.
Nuove tecnologie diventano standard. DevOps, microservizi, mashup, containerizzazione, open source: più che nuovi termini, nuovi approcci operativi allo sviluppo che modificano notevolmente usanze e abitudini note finora.
Nuove soluzioni di storage e data management. E qui NetApp si trova perfettamente: paladina del verbo delle memorie allo stato solido si trova a suo agio anche con la richiesta di semplicità di configurazione degli ambienti da parte del mercato.
La consumerizzazione dell’It evolve. Non solo semplicità di configurazione delle architetture ma anche semplicità di gestione, sempre più da remoto, da mobile, da tablet.

Insomma, c’è da monitorare il mercato e rimboccarsi le maniche. “Assistiamo alla nascita di nuovi servizi di interazione per risolvere le criticità che si presentano negli ambienti cloud – aggiunge Patano -, se diamo un’occhiata a Aws (Amazon Web Services) ci rendiamo conto che è diventato un vero marketplace in cui i fornitori inseriscono servizi a corredo, come il nostro Cloudsync per esempio”.

“L’ambiente cloud – prosegue il manager – è diventato un catalizzatore di innovazione e tecnologia, per questo bisogna coltivare le nuove richieste, come fornitori ma soprattutto come partner, per dare al mercato ciò di cui ha bisogno”.

Tra le maglie delle tendenze per il 2017 emergono anche spiragli apparentemente fuori dai messaggi standard che vogliono la cloud (pubblica) assoluta protagonista. L’impressione – confermata anche dalle norme sugli ammortamenti di legge – è che non si debba sottovalutare un ambiente privato, gestibile, magari tornando all’interno dell’azienda.

“Il limiti contrattuali di Aws – afferma Patano – non garantiscono Sla da sonni tranquilli, per questo, anche per mere questioni di backup, sarebbe opportuno rivedere la sede di replica dei dati aziendali”.

Sempre a proposito di nuove opportunità, NetApp suona la sveglia agli sviluppatori e avvisa su opportunità come DevOps ma soprattutto su nuove tecnologie (Docker) che permettono di trasformare sistemi legacy in microservizi più facilmente fruibili e che superano il concetto di obsolescenza di quei sistemi senza richiedere investimenti corposi.

Inoltre, nuove tecnologie si affacciano sul mercato: “Tra non molto anche l’archiviazione e il backup passeranno a Ssd – prosegue Patano -, siamo a un passo dai 32 Tb per poi andare verso il 64 e i 128 Tb in termini di capacità. Mentre per quanto riguarda il disallineamento tra la crescita dello spazio disponibile e la velocità dei processori, NetApp lavora per ottimizzare i protocolli di trasferimento, ovvero lavora sul bus dati”.

Patano, inoltre, si augura che il mercato aggiorni i parametri di scelta, per esempio nei bandi pubblici, in cui è ancora lo spazio la caratteristica richiesta – penalizzando così le tecnologie Ssd – e non le performance in termini di Iops (Input-Output operations per second).

NetApp aggiorna, inoltre, il suo parco macchine introducendo due nuove soluzioni. L’Aff A200 per il mercato entry level, facendo felice Patano che la considera un’ottima soluzione per l’Smb nostrano e l’A700s che seguono l’introduzione di settembre dell’A700 e dell’A300. Entrambe le soluzioni, e questa è una novità, sono disponibili con eventuali dischi interni.

Infine, a un anno dall’acquisizione di SolidFire, NetApp dimostra di averci visto lungo: “SolidFire è stata acquisita per i data center di nuova generazione – conclude Patano -, è una soluzione no touch che va perfettamente incontro alle richieste di semplicità nella configurazione degli ambienti di storage in presenza di nuovi elementi (in 10 minuti si ricostruisce un disco, in un’ora un nodo)”.

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